Uno su sedici non è una bella percentuale. Del piccolo esercito azzurro presentatosi con propositi belligeranti alla prova delle qualificazioni australiane, il solo Mattia Bellucci è riuscito a passare indenne dai tre turni necessari per l’ingresso in tabellone. La bocciatura degli altri quindici non ha una chiave di lettura univoca. Per alcuni è stato già importante l’averci provato, per altri è stata, senza mezzi termini, una delusione. Desta sensazione soprattutto il fatto che solo in tre siano riusciti a raggiungere il terzo turno, con uno scontro fratricida a garantire almeno un posto e a rendere impossibile il passaggio per entrambi. Lo scontro in questione ha avuto in Bellucci il netto vincitore, con Darderi che ha provato invano ad imbrigliare il gioco spumeggiante del 21enne di Busto Arsizio.
Mattia Bellucci e una carriera tutta da scrivere
Mattia Bellucci ha già vinto in carriera due Challenger nel 2022 e ben 6 tornei ITF. Ora sembra davvero pronto al grande salto nei tornei ATP, per raggiungere i quali dovrà passare ancora dal setaccio delle “quali”. Niente paura, però, perché nel giro di pochi mesi potrebbe aggregarsi ai cinque grandi del nostro tennis, garantendosi una classifica da top 70/80. Questo almeno è l’obiettivo di Mattia. Analoga speranza coltivano anche Nardi, Zeppieri, Passaro e Arnaldi. Quest’ultimo ha sfiorato la qualificazione al draw australiano, perdendo al terzo turno da Purcell, che ha messo a frutto il feeling con la superficie e una giornata sicuramente felice per tacitare le velleità del giovane azzurro, che comunque merita un’ampia sufficienza per quanto fatto in questa esperienza australiana. Da salvare anche Giulio Zeppieri, che ha perso al secondo turno in modo piuttosto beffardo, dopo aver avuto anche due match point a disposizione.
I BOCCIATI ECCELLENTI
Ci si attendeva invece decisamente di più da Passaro, Cobolli e soprattutto Nardi. Quest’ultimo, che taluni indicano come il più fulgido talento del movimento azzurro, esclusi i big tre, ha perso in modo netto da Ernesto Escobedo. Sicuramente il sorteggio non gli è stato favorevole, ma l’approccio quasi svogliato del pesarese al match non è un bel biglietto da visita per le sue ambizioni future. Anche Cobolli ha ricevuto una vera e propria lezione dallo statunitense Krueger, proseguendo sulla scia delle prestazioni non esaltanti. Meno deludente Passaro, che ha saputo domare gli estri un po’ stagionati di Rosol prima di arrendersi nel derby con Bellucci.
LUCREZIA STEFANINI SI QUALIFICA AGEVOLMENTE
Erano invece soltanto due le donne aventi diritto al tabellone di qualificazione e, non proprio da pronostico, una è approdata nel draw, dove troverà Trevisan, Bronzetti, Pasolini, Cocciaretto e Giorgi. Non è la Errani, che per poco non è stata compresa nell’entry list, ma poi è caduta al primo turno di qualificazione. A raggiungere il tabellone è stata Lucrezia Stefanini, che dopo essere trionfalmente approdata al terzo turno, ha travolto anche Sachia Vichery, non concedendole nemmeno un gioco, fino al ritiro, avvenuto sul 6/0 3/0. Sei uomini e sei donne, allora, salvo sorprese in positivo (ripescaggi) o in negativo (ritiri). Intanto Cocciaretto nel 250 di Hobart ha superato anche i quarti di finale, battendo Bernarda Pera, dopo averle annullato due match ball. Troverà Sofia Kenin, la statunitense nata a Mosca, che fu grandissima pochi anni fa, prima di perdersi in una crisi d’identità che ci auguriamo finalmente in via di risoluzione.