I sondaggi vanno presi con le molle: scattano una fotografia, individuano una tendenza, ma non possono essere interpretati come un vangelo. Nel Lazio danno in vantaggio il centrodestra, ma secondo alcune rilevazioni la forbice tra Francesco Rocca e Alessio D’Amato si starebbe riducendo. Secondo altre è incolmabile. In passato Francesco Storace era dato per perdente con Piero Badaloni e Piero Marrazzo non aveva possibilità. Invece andò in modo diverso. Alla fine l’ultima settimana fa davvero la differenza. Il centrodestra farebbe bene a non specchiarsi per ripetere quanto “è bello e vincente”. Meglio restare sulla corda e non dare nessun voto per scontato. Il centrosinistra invece non deve avere un atteggiamento rassegnato. La campagna elettorale è lunghissima.
LE CREPE NEL MURO DEL PD
In questi ultimi anni in provincia di Frosinone il Partito Democratico ha perso male le elezioni politiche (due volte) ed è uscito sconfitto in molti Comuni importanti (Frosinone, Alatri, Ceccano, Ferentino, Pontecorvo). Ma è rimasto prevalente per il predominio assoluto negli enti intermedi, grazie anche a degli equilibri garantiti. Se al vertice dei Consorzi industriali e della Saf sono stati eletti uomini di Pensare Democratico (Francesco De Angelis, Marco Delle Cese, Lucio Migliorelli), alla Provincia per otto anni c’è stato Antonio Pompeo.
Da qualche settimana però l’equilibrio si è rotto: Pompeo non è più presidente della Provincia. Al suo posto c’è il sindaco di Sora Luca Di Stefano: appoggiato da una parte del Pd (De Angelis), ma comunque civico. Il rischio è che perfino negli enti intermedi le spaccature interne possano rivelarsi ingestibili. Quanto accaduto ieri in sede di assemblea dell’Egato dei rifiuti non dovrebbe essere sottovalutato dal segretario di federazione Luca Fantini. L’approvazione del bilancio c’è stata con il voto contrario del sindaco di Cassino Enzo Salera, mentre un altro primo cittadino, Domenico Alfieri (Paliano: ex segretario del Pd), ha preferito abbandonare i lavori. Al vertice dell’ente di gestione dell’Ato dei rifiuti Mauro Buschini è stato eletto da tutti i sindaci del Pd, oltre che da altre forze politiche.
Ma siccome da settimane nel partito lo scontro è insanabile, allora Base Riformista di Pompeo sta cercando di far capire che le “rappresaglie” possono avvenire ovunque. Soprattutto perché in vista delle comunali stanno succedendo cose destinate ad avere dei contraccolpi seri. A Ferentino Antonio Pompeo è stato sindaco per otto anni e adesso la corrente di De Angelis sostiene Piergianni Fiorletta, che con il primo cittadino uscente è in contrapposizione da tempo. Impossibile pensare che una situazione tale resti senza conseguenze politiche nel partito. Il Pd ha cercato (sbagliando) di derubricare i risultati negativi di Frosinone, Ceccano e Alatri a una sorta di fisiologica alternanza. Ma non è così. La verità è che il Pd anche quando vince (Cassino) è spaccato. Ferentino è uno degli ultimi avamposti e, comunque vadano le regionali, Antonio Pompeo non starà a guardare. Il terreno dello scontro potrebbe spostarsi sugli enti intermedi, il punto di forza del partito in tutti questi anni.
TRANCASSINI STOPPA CALENDA
Carlo Calenda, leader di Azione, ha riportato nella politica italiana il concetto della politica dei due forni, tanto cara alla Dc. Il Terzo Polo va per conto proprio in Lombardia e con il Pd nel Lazio. In Parlamento mantiene le distanze da Enrico Letta e di tanto in tanto prova a capire se possono esserci spazi per convergenze con il centrodestra su singoli temi.
Siccome però nel Lazio siamo in piena campagna elettorale, il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini, oggi a Frosinone per la conferenza stampa di presentazione dei candidati di Fratelli d’Italia, ha pensato (bene) di mettere in chiaro un concetto. Dicendo: “Carlo Calenda non si smentisce e mette in pratica il doppiopesismo tipico del centrosinistra. Mentre il governo Meloni in due mesi dovrebbe rispondere velocemente alle gravi difficoltà della nostra nazione – ereditate proprio da esecutivi quasi sempre a guida “progressista” – Gualtieri dopo un anno e mezzo di inerzia sui rifiuti di Roma è giustificato se non pulisce i cassonetti perché il disastro è stato lasciato dai Cinque Stelle. Per fortuna a pagare è sempre la coerenza e lo sarà anche per gli elettori del Lazio”. Paolo Trancassini ha capito che Alessio D’Amato e la coalizione che lo sostiene cercheranno il voto disgiunto rivolgendosi soprattutto agli elettori del Movimento Cinque Stelle. Di conseguenza ha voluto mettere in chiaro che soltanto il centrodestra ha una coalizione unita e un programma di governo. Dall’altra parte ci sono due forze politiche che si stanno facendo la guerra senza risolvere il problema principale di tutto il Lazio: i rifiuti di Roma.