Il Parlamento Europeo ha votato per contrastare l’export di plastica all’esterno dell’Unione Europea, decidendo per lo stop assoluto e arrivare nel giro di quattro anni a chiudere anche i canali diretti verso i Paesi OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. La stretta ha infatti per ora due livelli: meno netta per i Paesi che fanno parte dell’Ocse, più stringente per gli Stati non Ocse.
Le nuove norme sono state varate a Strasburgo e se il testo verrà poi approvato dagli Stati membri la situazione dovrà cambiare per tutti, anche per l’Italia. Stretta anche sulle spedizioni all’estero di materiali di scarto come metalli, pneumatici, carta e tessuti.
Le norme proposte rientrano in quelle decise da Bruxelles per ridurre l’inquinamento, garantendo che la plastica ad esempio venga riciclata e riutilizzata, invece che gettata via e smaltita all’estero. Una decisione che secondo il Parlamento, potrebbe portare a un’economia più innovativa e al passo con i tempi.
Plastica e altri rifiuti, la situazione in Italia
Secondo i dati Eurostat nel 2021, le esportazioni al di fuori dei Paesi UE hanno raggiunto oltre i 32 milioni di tonnellate in Italia e che quindi, se la norma venisse approvata, dovrebbe cambiare le proprie abitudini.
La maggior parte dei rifiuti arriva dai nostri Paesi in Turchia, India, Egitto, Svizzera, Regno Unito, Norvegia, Indonesia e Pakistan.
Tra le altre misure che potrebbero avere un impatto sulla gestione dei rifiuti domestici in Italia, c’è la norma che vieta di base l’export verso altri Paesi Ue di quei rifuti destinati a discariche o termovalorizzatori. La legge prevede comunque una serie di deroghe, come nel caso in cui “i rifiuti non possono essere smaltiti in modo tecnicamente fattibile e economicamente praticabile nel paese in cui sono stati prodotti”.