Il periodo pandemico sembrerebbe (il condizionale è sempre d’obbligo in queste circostanze) ormai quasi archiviato, sebbene porti con sé strascichi che continueranno ad avere pesanti ripercussioni sulla comunità tutta. E, territorialmente parlando, riferendoci alla Asl di Frosinone, specchio riflesso della politica sanitaria regionale, non si può negare che abbia tutto sommato saputo affrontare dignitosamente l’emergenza sanitaria che le si è scaraventata contro. Con tutti i limiti della triste circostanza.
Frosinone e Alatri presidi Covid
Certo, la scelta di individuare come presidio ospedaliero Covid proprio lo Spaziani di Frosinone, che, assieme al nosocomio di Alatri, raccoglie forse la massima utenza territoriale, non ha evitato che si destassero preoccupazioni e sollevassero polveroni da più fronti. In primis le categorie sindacali che, oltre ad evidenziare ciò che è noto ai più, vale a dire l’ingente ed estenuante mole di lavoro del personale sanitario, ha stigmatizzato come le politiche decisionali abbiano inevitabilmente ostruito l’assistenza di base e la normale operatività dei diversi settori di cui proprio lo Spaziani si vanta.
Interi reparti Covid
Se da un lato infatti la struttura si è preparata ad affrontare, per quel che poteva, l’emergenza sanitaria e le migliaia di casi Covid su tutto il territorio ciociaro, dall’altro ha letteralmente bloccato il normale funzionamento delle consuete attività di soccorso, fatte salve ovviamente le urgenze. Interi reparti destinati all’utenza Covid, settori, un tempo dedicati a degenze ospedaliere di vario genere, destinati ad ospitare casi di rianimazione. Tutto ciò ha comportato inevitabilmente lo slittamento, se non addirittura il blocco e la cancellazione di interventi e operazioni di vario genere già programmati. Un’assurdità, se si pensa alla gravità delle conseguenze che purtroppo parte dell’utenza ha, suo malgrado, registrato.
Liste d’attesa ancora troppo lunghe
Che il periodo non lasciasse troppo spazio alla riflessione ma richiedesse prontezza di intervento e soprattutto di decisioni è da sottolineare, ma che forse la situazione si sia protratta più del
necessario è una considerazione altrettanto degna di nota. Ci si chiede come mai alcuni esami risultino ancora bloccati. O perché l’eccessiva lunghezza delle liste d’attesa non consenta di prenotare un esame ben specifico. Come è possibile che un esame venga consentito in una struttura privata e lo stesso in un presidio pubblico sia congelato “Causa Covid”? Si fa difficoltà, oggi, a crederci.
Archiviato uno dei periodi storici peggiori?
Archiviato, forse, uno dei peggiori periodi storici, ci si aspetta ora una riorganizzazione interna ed esterna, con al centro della politica decisionale sanitaria il benessere del cittadino, come utente, ma soprattutto come persona. Ciò che prosegue, pare, a gonfie vele, è la campagna di vaccinazione, che ha interessato una larghissima fetta dei pazienti ciociari, con un occhio di riguardo alla popolazione pediatrica. Insomma, tra i pro e i contro si pareggia. Ora mente al futuro e cuore all’utenza!