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Elezioni regionali: il risultato è nelle… stelle, centrodestra verso una vittoria annunciata. Il Pd ciociaro: tanto potere, poco consenso

Licandro Licantropo
Da quando il Partito Democratico in Ciociaria non ottiene un risultato positivo ed importante in una grande competizione? Alle politiche due sconfitte pesantissime: nel 2018 e nel 2022
Febbraio 9, 2023
rocca
Francesco Rocca, candidato governatore del Lazio per il centrodestra

Alle elezioni politiche di cinque mesi fa nel Lazio il centrodestra (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati) ha ottenuto il 44,8%. Il dato è riferito al Senato. Mentre il centrosinistra (Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa e Impegno Civico) il 26,1%. Movimento Cinque Stelle al 14,8%, Terzo Polo all’8,5%. L’affluenza è stata del 63,5%. I sistemi elettorali sono differenti, ma di quanto potranno spostarsi davvero le percentuali? Il dato del centrodestra è dell’intera regione, ma risente del 42% di Roma.

Mentre nelle province la forbice è stata 53-56%. Il centrosinistra in alcune zone, come la Ciociaria, è arrivato sotto il 20%. Impossibile non fare riferimento a queste cifre quando ormai manca pochissimo alle elezioni regionali. Quanto all’affluenza, quasi sicuramente diminuirà sia rispetto alle politiche che alle scorse regionali, quando nello stesso giorno si votò anche per Camera e Senato e questo rappresentò una spinta forte. Nel 2013 votò il 72% degli elettori, nel 2018 il 66,5%. Ma nel 2010 (anno della vittoria di Renata Polverini) il 60,9%.

Sono numeri che vanno considerati perché in questo momento (come sempre) si registrano l’appello agli indecisi, al voto utile e perfino a quello disgiunto. Tutti elementi che non hanno mai fatto la differenza e non lo faranno neppure stavolta. Come pure secondo alcuni “media” Francesco Rocca avrebbe un risultato inferiore a quello delle sue liste. Ipotesi che viene evidenziata per cercare di dimostrare che il candidato del centrodestra sarebbe meno “attrattivo” dei partiti che lo sostengono. Quando invece magari Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati stanno tirando al massimo. Più si avvicina lo spoglio delle schede, più i diretti interessati (tutti) vedono fantasmi e timori.

In Italia i flussi elettorali negli ultimi anni sono cambiati molto rapidamente, ma non in meno di cinque mesi e su un singolo territorio. Il sistema delle preferenze ai singoli candidati (bisogna scrivere il cognome sulla scheda) esalta l’organizzazione di un partito. Ma questo non significa che favorisce il centrosinistra. I precedenti dicono che Francesco De Angelis, Francesco Scalia, Mauro Buschini (Pd) hanno ottenuto tantissime preferenze. Ma anche Antonello Iannarilli, Alfredo Pallone, Mario Abbruzzese (Forza Italia), Alessandro Foglietta, Franco Fiorito (An), Anna Teresa Formisano, Angelo D’Ovidio (Udc-Ccd) hanno fatto la stessa cosa e forse perfino di più. In Ciociaria il centrodestra è sempre stato maggioritario. Come nelle province di Latina, Viterbo e Rieti.

A Roma appare improbabile che Alessio D’Amato possa staccare Francesco Rocca. Perfino alle comunali della Capitale al primo turno Enrico Michetti arrivò primo con un vantaggio netto su Roberto Gualtieri. Poi perse al ballottaggio, ma alle regionali il sistema elettorale è a turno unico. Il centrodestra di Francesco Rocca è favorito. Il fatto è che il centrosinistra faticherà moltissimo a prendere atto di dover fare l’opposizione.

ELEZIONI, LA STRISCIA NEGATIVA DEL PD

Da quando il Partito Democratico in Ciociaria non ottiene un risultato positivo ed importante in una grande competizione? Alle politiche due sconfitte pesantissime: nel 2018 e nel 2022. Nessun esponente locale eletto e percentuali ampiamente al di sotto del 20%. Risultato assolutamente marginale alle europee del 2019, ma pure nel 2014 nonostante Francesco De Angelis fu il primo dei non eletti nella circoscrizione Centro. Alle elezioni regionali è parzialmente diverso perché attraverso le preferenze il gap diminuisce.

Ma, per fare un esempio, i due eletti di cinque anni fa (Mauro Buschini e Sara Battisti) sono scattati per la vittoria di Nicola Zingaretti. Il dato politico evidente è che il Partito Democratico e tutto il centrosinistra in Ciociaria non riescono da tempo immemorabile a intercettare il voto dei cittadini alle europee, alle politiche e perfino alle regionali. Con percentuali minori di quelle nazionali. Una riflessione, pure congressuale, andrebbe fatta su questo punto. Anche perché il Pd in tutti questi anni ha guidato la sanità, il ciclo dei rifiuti, i Consorzi industriali (Asi e Cosilam), la Provincia e altri enti intermedi.

Significa che la gestione del potere non ha generato consenso. Un altro elemento che andrebbe approfondito perché non si può continuare a dire che “va tutto bene madama la marchesa”. In queste elezioni regionali è apparsa chiara la divisione interna: tre candidati (Sara Battisti, Libero Mazzaroppi, Andrea Querqui) da una parte, tre (Antonio Pompeo, Annalisa Paliotta, Alessandra Cecilia) dall’altra. Due modi opposti di intendere il partito. Il 26 febbraio si vota per le primarie: in provincia di Frosinone sarebbe il caso di evitare le solite soluzioni fintamente unitarie. Meglio una conta alla luce del sole.

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