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Acea nella bufera ‘sessista’: sospetto macchinazione sulle accuse a Palermo

Cesidio Vano
Il mix è questo: lettere anonime, un’inchiesta giornalistica che prende le accuse sul serio, la politica nel mezzo, retroscena, smentite e imbarazzo generale
Febbraio 9, 2023
Fabrizio Palermo Ad di Acea (foto: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

Il mix è questo: lettere anonime, un’inchiesta giornalistica che prende le accuse sul serio, la politica nel mezzo, retroscena, smentite e imbarazzo generale. Ma c’è il sospetto concreto che si tratti di una macchinazione messa in atto da ambienti del Comune di Roma rimasti esclusi dalla scelta di nominare Fabrizio Palermo quale ad di Acea e che ora punterebbero a destabilizzare il clima in vista del rinnovo del Cda per condizionare le nomine del prossimo consiglio e del prossimo amministratore.

Da una settimana, i vertici di Acea sono al centro di un presunto caso di misoginia, vessazioni e sessismo. Tutto per colpa di una lettera anonima inviata alla presidente Michela Castelli che guida il Cda della multiutility romana che opera nei settori di acqua, luce e gas, al 51% controllata dal Comune di Roma.

Più di un sospetto: c’è chi mesta nel torbido

La nomina di Palermo ad di Acea è arrivata lo scorso settembre. Una scelta fatta quasi in solitaria dal sindaco Roberto Gualtieri (con l’okay dei soci di minoranza della multiutility) sulla quale avrebbe cominciato a rimuginare chi, fino a quel momento, era abituato a dire la sua, sia dentro Palazzo Senatorio che dentro il palazzone di piazza Ostiense, ed avrebbe quindi macchinato l’attacco all’ad, anche in vista del rinnovo del Cda, sperando di recuperare ‘potere’ su e ‘dentro’ la multiutility.

Acea – Le accuse in una lettera anonima

La lettera racconta di presunti atteggiamenti umilianti e vessatori nei confronti delle hostess che svolgono servizio presso i piani più alti del palazzo di piazza Ostiense ad opera proprio dell’amministratore delegato Fabrizio Palermo, manager finanziario di alto livello, stimato da tutti e giunto da Cassa depositi e prestiti.

Secondo le accuse, l’ad tratterebbe male le hostess; avrebbe preteso solo ragazze ventenni; chiamerebbe tale personale facendo suonare un campanello; allo stesso chiederebbe di servirgli una mela da sbucciare davanti a lui; pretenderebbe che al suo passaggio le hostess debbano alzarsi in piedi e sarebbero costrette a camminare in punta di piedi perché l’amministratore è infastidito dai rumori dei tacchi. Inoltre, alle hostess sarebbe vietato avere qualsiasi oggetto sulle loro scrivanie e verrebbero rimproverate per un nonnulla.

La smentita e le precisazioni di Acea

Per Acea sono solo accuse infondate e senza senso, anzi – è stato detto nei primi giorni – si tratterebbe di una ‘polpetta avvelenata’ preparata per colpire la società da quanti non voglio il termocombustore di Roma, che Acea si appresterebbe a realizzare.

In una nota ufficiale (che proponiamo più sotto), L’azienda ha rivelato come a lanciare accuse infondate per colpire Palermo sarebbe stato qualcuno interessato al rinnovo dell’appalto per il servizio di hostess (21 milioni di euro) che, appena giunto in Acea, lo stesso ad avrebbe bloccato per verifiche: due giorni dopo lo stop, sarebbe partita la lettera anonima.

La nota della multiutility

L’azienda ha smentito e annunciato querele, precisando che non è Acea a scegliere le hostess, ma la selezione è esterna alla società. “Acea non entra nel processo di selezione, figuriamoci l’ad. Non è vero che le hostess siano costrette ad alzarsi in piedi al passaggio del management. Nessuno lo ha mai chiesto. Alle hostess è stato solo chiesto quanto previsto dal contratto. Nello specifico, l’assegnazione delle mansioni alle singole persone e la relativa turnazione e gestione, viene svolta direttamente dalla unità security che riporta al responsabile delle risorse umane e mai dall’ad.

Inoltre, si precisa che l’ad non ha mai dato indicazioni specifiche a nessuna hostess. È falso e impossibile che il rumore dei tacchi provochi disturbo in quanto gli uffici della presidente e dell’ad sono insonorizzati per ovvi motivi di riservatezza. Infine, l’accesso all’ufficio dell’ad è possibile solo attraverso la sua segreteria. È falso che una hostess sia stata redarguita per essersi soffiata il naso (ed è anche ridicolo pensare che questo possa essere successo). Per quanto riguarda il “campanello”, si tratta di un normale cicalino che avvisa quando portare le pietanze ed è collegato alla cucina che si trova lontana dalla sala dove avviene il pranzo. È uno strumento in uso in qualsiasi azienda abbia il servizio foresteria che permette proprio al personale di non dover attendere in piedi la fine del pasto, ma di poter aspettare nell’area ristoro ed essere chiamato solo per lo stretto necessario”.

Il Comitato etico dispone una nuova inchiesta interna

Va detto che per l’Ethic officer di Acea le accuse contenute nella lettera arrivata alla presidente Michaela Castelli sono infondate. Mentre anche il Campidoglio, investito del caso dalla stampa, si è attivato con le commissioni competenti per capire cosa stia accadendo in Acea e ad Acea. Ieri, inoltre, il comitato etico di Acea ha fatto disporre una nuova inchiesta interna sulle accuse rilanciate dalla stampa, ad occuparsene sarà un soggetto esterno e terzo rispetto all’azienda. 

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