“Una beffa istituzionale, senza precedenti, davanti alla quale non staremo fermi”. Nicola Ottaviani, autorevole deputato della Lega ed ex sindaco di Frosinone, avvocato esperto giurista, pare abbia già messo nel mirino la legge elettorale della Regione Lazio, che con il suo complesso meccanismo di calcolo per il riparto dei seggi tra le 5 circoscrizioni elettorali (che coincidono con le 4 province e la città metropolitana) ha finito per scippare un consigliere al Frusinate ed a regalarne 2 al Pontino.
Il caso “Ciacciarelli” e la legge ‘beffa’
A rimetterci la poltrona, per il rotto della cuffia – parliamo di “zero virgola” – è stato proprio il consigliere uscente della Lega, Pasquale Ciacciarelli. Il tutto semplicemente perché sulla ripartizione dei seggi pesa il rapporto tra voti ricevuti dal partito e votanti, con la conseguenza che, dove c’è maggiore partecipazione al voto, occorre un ‘quorum’ (percentuale di voti) sempre più alto per far scattare il seggio consiliare.
Cinque sezioni ancora in alto mare
Il dato sembrerebbe ormai acquisito, ma non c’è l’ufficialità dei risultati elettorali perché – quattro giorni dopo lo svolgimento delle elezioni, mancano all’appello, in tutto il Lazio, ancora 5 sezioni elettorali: una nella città metropolitana di Roma (Comune di Colleferro); una nel Viterbese (Comune di Fabrica di Roma) e tre, diconsi tre, nella provincia di Frosinone (nei Comuni di Torrice Cervaro e Piglio). Cosa diavolo sia successo in quei seggi non è dato sapere. Ma forse è il caso di utilizzare criteri più seri nella scelta dei presidenti e degli scrutatori, perché la vulgata: “mandiamoci i disoccupati, così guadagnano qualcosa” farà chic, sarà caritatevole e, magari, farà anche guadagnare qualche consenso elettorale, però rischia di fare seri danni. L’assistenza e l’efficienza non vanno mai d’accordo.
Schede e carte portate in Tribunale
Il conteggio delle schede in quelle sezioni è ora al vaglio degli Uffici centrali circoscrizionali presso il tribunale di Roma e presso il Tribunale di Frosinone, come prevede la normativa nei casi in cui, entro 12 ore dall’inizio dello spoglio delle schede, le operazioni non siano state completate: tutto va stoppato, gli atti sigillati e trasferiti in Tribunale. I dati mancanti, comunque, non potranno influire sull’attribuzione dei seggi, ma forse potranno variare le preferenze di questo o quel candidato consigliere. Quanto significativamente lo si saprà solo a conteggi definitivi.
Ad ogni modo, finché anche quei dati non saranno disponibili e finché l’ufficio centrale non avrà completato la verifica della corrispondenza dei numeri contenuti nei verbali dei vari seggi elettorali con quelli comunicati a chiusura delle operazioni di scrutinio non si potrà avere un risultato definitivo e ufficiale. Senza il quale neanche si possono intraprendere eventuali ricorsi, azioni legali e richieste di riconteggio.
Le dichiarazioni di Nicola Ottaviani
“Se non dovesse scattare il seggio in provincia per pochissimi voti, malgrado le 22.000 preferenze, ed il risultato di Ciacciarelli, dovremmo porre la questione di legittimità di una legge elettorale penalizzante per la nostra provincia”. Ha sottolineato, già all’indomani dell’esito elettorale l’onorevole Nicola Ottaviani, che ha aggiunto: “Siamo ancora in attesa dell’ufficializzazione degli eletti, ma possiamo sicuramente dire, senza ombra di dubbio, che per la Lega di Frosinone il risultato elettorale è da ritenersi più che positivo. Il 12.32% che ci viene attribuito al momento, suscettibile anche di miglioramento, è superiore al dato regionale e a quello di altre province, segnale inequivocabile di un consolidamento dell’elettorato che si riconosce nei simboli e nel messaggio politico della Lega”.
Il deputato del Carroccio aggiunge anche che nel Comune di Frosinone “la Lega ha riportato quasi il 17%, conseguendo una delle percentuali più alte in assoluto in Italia”.
Per Nicola Ottaviani, la legge regionale rischia di essere illegittima poiché penalizzante per una provincia rispetto ad un’altra, entrambe con la stessa popolazione, solo per il fatto che in Ciociaria “avremmo registrato una partecipazione al voto superiore alle altre province. Una vera beffa istituzionale, senza precedenti, davanti alla quale non staremo fermi”.