A leggere la vittoria di Elly Schlein con gli occhiali della politica si corre il rischio di non capire nulla. Il Partito Democratico non ha mai avuto una segretaria donna e neppure un leader così a sinistra. Gli iscritti avevano dato un’ampia maggioranza a Stefano Bonaccini. Il voto delle primarie, specialmente nelle grandi città, ha detto altro. Ha detto che i giovani e le donne del partito (che magari hanno disertato le urne alle politiche e alle regionali) non ne possono più delle solite “pastette” e della soggezione psicologica al Movimento Cinque Stelle e al Terzo Polo. Il consenso alla Schlein è quanto di più renziano possa esserci. Giorgia Meloni, premier e leader di Fratelli d’Italia, ha telefonato ieri alla Schlein dicendole che si aspetta un’opposizione durissima. Ci sarà probabilmente una forte polarizzazione: centrodestra a traino FdI, centrosinistra a motore Pd. Da anni e anni si invoca un centro che però non ha mai inciso più di tanto. Inoltre il “centro” del partito la Schlein l’ha conservato intatto: AreaDem di Dario Franceschini, Daniele Leodori, Bruno Astorre.
IL PD IN CIOCIARIA
In provincia di Frosinone a sostenere Elly Schlein c’erano i Giovani Democratici di Massimiliano Iula e pochi altri: Nazzareno Pilozzi, Emanuela Piroli. Ma soprattutto Domenico Alfieri. Saranno nelle condizioni di poter imprimere una svolta in questo territorio? Probabilmente no. Francesco De Angelis ha subito adeguato la rotta di Pensare Democratico: “A Frosinone si è imposto Stefano Bonaccini, ma in Italia ha vinto Elly Schlein, vista sicuramente come una donna in grado di portare una ventata di freschezza in un partito che aveva bisogno di novità e cambiamento. Ora al lavoro tutti insieme, come ha tra l’altro giustamente affermato Stefano Bonaccini, per ricostruire un Partito Democratico e un centrosinistra forte, competitivo, che torni a vincere e che sia in grado di dare risposte concrete alle persone”.
L’intero blocco del Pd locale, tranne poche eccezioni, ha appoggiato Bonaccini. Non solo l’area di De Angelis, anche quella di Antonio Pompeo. In Ciociaria però la classe dirigente del partito è sempre stata di Pensare Democratico. De Angelis non ha avuto problemi neppure quando era schierato con Ignazio Marini, candidato minoritario alla segreteria. Inoltre stavolta ha un vantaggio: con la Schlein c’è Nicola Zingaretti, del quale lui stesso ma pure Sara Battisti, Mauro Buschini e Luca Fantini sono stati dei fedelissimi. Si tratta di un “ponte” importante. Il Pd della Schlein promette di riprendersi una importante fetta di voto andata ai Cinque Stelle. Il rischio isolamento è per Azione e Italia Viva.
Il Partito Democratico sposterà il proprio baricentro a sinistra e di parecchio. In Ciociaria l “leader maximi” di Azione (Antonello Antonellis e Luciano Gatti) negli ultimi due anni si sono appiattiti sui Democrat, recentemente hanno perso due assessori a Frosinone (Alessandra Sardellitti) e Cassino (Barbara Alifuoco) e alle regionali il dato è stato assai deludente. Il Terzo Polo in Ciociaria rischia un ulteriore ridimensionamento. A meno che non cambieranno i vertici. Antonio Pompeo resterà nel Pd oppure cercherà altre sponde? Potrebbe essere una soluzione possibile.
SEGNALI DI CRISI NEL CENTRODESTRA
Ad Anagni e a Ferentino il centrodestra andrà probabilmente diviso. La Lega ha molti dubbi nel voler continuare a sostenere Daniele Natalia, mentre a Ferentino c’è stata una fuga in avanti come a Frosinone: il candidato è Luca Zaccari (gli alleati neppure consultati), con un appoggio civico e trasversale, sperando anche nel sostegno di Antonio Pompeo. Negli ultimi anni almeno l’unità era stata garantita: a Frosinone (grazie al senso di responsabilità di Fratelli d’Italia), ad Alatri. In precedenza in tanti altri Comuni. Il giocattolo si è rotto alle provinciali, con la fuga in avanti della Lega che ha indicato il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e con gli alleati che hanno appreso la decisione a cose fatte.
In Ciociaria il centrodestra come coalizione è in crisi da tanto tempo. Adesso, rispetto al recente passato, alle comunali si andrà quasi sicuramente in ordine sparso. I risultati delle politiche e delle regionali sono stati uguali: il primo partito è Fratelli d’Italia, ma la Lega non riconosce questo dato di fatto. Mentre Forza Italia non prende posizione. Negli anni scorsi il Pd vinceva anche quando era diviso tra Francesco De Angelis e Francesco Scalia. Ma ad un certo punto quelle tensioni interne hanno finito con lo scavare un solco profondo e incolmabile e il partito ha iniziato a perdere, addirittura nei fortini di Ceccano e Alatri. Succederà anche nel centrodestra.