Passione fatale. Il caso di Antonio Tiberi ha scosso il mondo dello sport e oggi arrivano altri retroscena sulla triste vicenda che ha visto il corridore ciociaro coinvolto nell’uccisione del gatto di un ministro della Repubblica di San Marino. Appassionato di tiro, il 21enne della Trek-Segafredo (che lo ha sospeso per 20 giorni, ndr) ha il porto d’armi dall’età di 18 anni e andava a sparare al poligono vicino casa. Ha sparato dal secondo piano a 70 metri sopra la strada con una calibro 5,5 ad aria compressa.
In un’intervista rilasciata oggi a La Gazzetta dello Sport, uno dei talenti più interessanti del pedale azzurro, ha dichiarato: «Quel giorno di settembre ho fatto un giro per San Marino e tra i negozietti sono rimasto colpito da questo fucile ad aria compressa. Ero ai primi colpi e cercavo di regolare la mira. Quando ho sparato e ho visto il gatto sdraiato vicino, sono rimasto sorpreso e non ho più capito niente. Mi sono fatto prendere dalla paura. Ho contattato anche un avvocato che mi ha assicurato che questa cosa sarebbe rimasta privata».
Lascerà San Marino? Ecco la risposta del corridore: «Non ci sono ripercussioni sulla residenza. Sarebbe da codardo scappare. Voglio rimanere e incontrare il ministro per dargli le mie scuse di persona».
Chi è Antonio Tiberi
Ciclista ciociaro, nato a Frosinone il 24 giugno 2001. Cresciuto a Gavignano e professionista con la Trek-Segafredo dal 2021. Da juniores ha difeso i colori del Team Franco Ballerini, mentre da Under 23 ha corso per il Team Colpack Ballan di Bergamo. Campione del mondo a cronometro nella categoria juniores a Harrogate nello Yorkshire nel 2019, è stato indicato dagli esperti di ciclismo come il futuro Vincenzo Nibali (qui le parole dello “Squalo” a sostegno del giovane corridore). Nel 2022 ha conquistato la prima vittoria da professionista, in una tappa del Giro d’Ungheria. Questa stagione per Tiberi è iniziata al meglio: ottavo nella classifica generale del Tour Down Under e settimo classificato all’Uae Tour vinto da Remco Evenepoel.
La pena in Italia: da 4 mesi a 2 anni di reclusione, ma il corridore è stato giudicato dalla legge di San Marino
Il fatto commesso da Tiberi è stato giudicato dalla legge di San Marino. Nella giurisdizione italiana, questo reato è riconosciuto dall’art. 544 bis del Codice Penale e recita così: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a due anni».