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Tar sommerso dall’arretrato: pendenti oltre 2400 ricorsi e pochi magistrati. L’allarme di Calandrini caduto nel vuoto

Marco Battistini
Marzo 6, 2023

Un arretrato da smaltire ma il personale è carente. Un classico per i presidi di giustizia come il Tar. In Italia come a Latina. Dopo i problemi registrati per l’ufficio di Giudice di pace si segnala una situazione di grave difficoltà in cui versa il tribunale amministrativo.
Elementi che si sono riaffermati durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nella sua relazione il presidente Riccardo Savoia ha voluto sottolineare come nonostante la sezione pontina sia tra quelle maggiormente gravate e con un organico ridotto rispetto a quello previsto “con soli tre magistrati e il presidente ha operato nel corso dell’anno appena concluso un incredibile sforzo di produttività passando dalle 553 sentenze del 2021 alle 782 del 2022 con una definizione complessiva di 1161 ricorsi che rappresentano una variazione percentuale che arriva quasi al 50%”.

Restano 2454 ricorsi ancora pendenti. Per quanto riguarda le materie oggetto di procedimenti amministrativi quelle maggiormente coinvolte restano l’urbanistica e l’edilizia mentre sono calati i ricorsi per le concessioni, calo compensato però dall’aumento di quelli in materia di demanio. Diminuiti anche i procedimenti in materia di immigrazione.

TAR, CARENZE CRONICHE

Ciò nonostante, la Sezione Staccata di Latina, dunque, si conferma come la sede più gravata tra gli uffici di Giustizia Amministrativa a sezione unica, con il maggior numero di pendenze arretrate e organico in servizio ridotto al minimo. Le carenze dell’organico della Sezione sono state oggetto di segnalazioni. Più volte il Presidente della Sezione ha evidenziato le circostanze all’Organo di autogoverno dei giudici amministrativi, chiedendo supporti. In relazione alle necessità organizzative sono state adottate misure volte ad implementare l’organico. Appena 4 i giudici amministrativi della prima sezione.

L’obiettivo che il collegio di magistrati amministrativi di Latina, è che nel 2023 la Sezione pontina possa proseguire l’attuazione dei programmi di smaltimento del contenzioso pendente, secondo le disposizioni per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l’efficienza della giustizia, con l’organico al completo di nove magistrati, operanti in due sezioni. Ovvero con forze numericamente sufficienti e adeguate a fare fronte alla mole di arretrato.
Dunque la sfida che attende la Sezione di Latina, come tutti gli uffici della Giustizia Amministrativa, è di far fronte alle pendenze sospese con programmi di smaltimento in linea con gli obiettivi posti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, allo scopo di eliminare l’arretrato e rendere la durata dei processi conforme agli standard europei.

La Sezione Staccata di Latina ha raccolto il guanto di sfida ed ha dimostrato di essere all’opera fin da adesso, nell’attesa che la riorganizzazione definita e operativa dal prossimo anno fornisca all’ufficio giudiziario la struttura adeguata a fronteggiare il consistente contenzioso che caratterizza le due province di competenza. Nella speranza ovviamente che il potenziamento dell’organico venga effettuato, possibilmente entro il 2023.

CALANDRINI UNICA VOCE NEL SILENZIO GENERALE

“La giustizia amministrativa, che ha da poco compiuto 50 anni di storia, rappresenta ormai un faro per la comunità nazionale. Uno strumento di controllo necessario che va difeso e implementato, perche’ resti un presidio di legalità senza rappresentare un freno per lo sviluppo economico e infrastrutturale dei nostri territori”. Questa la dichiarazione rilasciata ieri dal presidente della commissione Bilancio del Senato Nicola Calandrini. Parole non nuove quelle pronunciate dall’esponente di Fratelli d’Italia. Solo nel settembre 2021 il senatore Nicola Calandrini aveva denunciato i problemi del tribunale amministrativo, presentando apposita interrogazione direttamente al premier Mario Draghi. “Il Tar di Latina viene considerato dal Governo come un ufficio giudiziario di Serie B, nonostante l’alta mole di ricorsi arretrati -affermò il parlamentare di Fratelli d’Italia- trovo non corretto che siano stati predisposti rinforzi in termini di personale amministrativo, statistico e informatico, solo su otto uffici giudiziari su tutto il territorio nazionale, dimenticando la sezione staccata del Tar del Lazio con sede a Latina che pure conta molti arretrati, tra i più alti in Italia.

Latina è la terza sede distaccata per quantità di lavoro rimasto insoluto, a causa soprattutto della mancanza di giudici e di personale. E’ una sede distaccata solo sulla carta, in quanto per qualità e quantità del lavoro può essere assolutamente equiparata ad una sede ordinaria di tribunale amministrativo. Non può essere bistrattata in questo modo”. Nel testo dell’interrogazione spiccavano due elementi. Le criticità della sezione distaccata di Latina si sono evidenziate progressivamente nel corso degli anni, soprattutto dopo trasferimenti e passaggi di ruolo in Consiglio di Stato di una parte dei magistrati che occupavano i posti previsti dalla pianta organica dell’ufficio. Nelle annualità comprese tra il 2016 e il 2018, la sezione distaccata ha subito il trasferimento ad altre sedi di ben 3 magistrati, ricevendo, in cambio, l’assegnazione di una sola unità. Passano gli anni, cambiano i governi, ma l’emergenza resta. Cifre e relazioni parlano chiaro. Quanto basta per chiedere un necessario rafforzamento del collegio giudicante. Un passaggio obbligato per poter smaltire i ricorsi arretrati e garantire la piena funzionalità della giustizia amministrativa del territorio pontino.

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