Un balzo in alto: la tariffa che i comuni dovranno pagare alla Saf per depositare l’immondizia presso l’impianto TMB di Colfelice è aumentata di quasi il 17%. Il costo a tonnellata di rifiuti conferiti sale infatti da 138,68 euro a 161,43 e la decisione ha anche valore retroattivo: si dovrà pagare la differenza dal primo gennaio 2020.
La determina della Regione Lazio
Il provvedimento porta la firma del responsabile della direzione regionale Ciclo Rifiuti ed è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio dello scorso 9 marzo. Si tratta della Determinazione con cui viene aggiornata la tariffa di accesso all’impianto di Colfelice gestito dalla Saf, società di diritto privato costituita da tutti i comuni della Ciociaria oltre che dalla provincia ed attualmente presieduta da Lucio Migliorelli.
L’istanza di aggiornamento della Saf
A fine 2021, infatti, la Saf ha chiesto alla Regione di rivedere la tariffa che i comuni pagano per portare l’immondizia a Colfelice. Un aggiornamento necessario – a dire della Saf e dei suoi bilanci – per far fronte ai maggiori costi e le spese necessarie. Un aggiornamento da applicarsi dal 2020 (anno di esercizio sul quale sono state fatte le verifiche di congruità). La Regione, in ossequio alle previsioni di legge, ha quindi dato incarico ad una società di revisione iscritta all’Albo speciale Consob, la Crowe Bompani Spa, di verificare i dati di bilancio 2020 della Saf.
Le verifiche di revisore e Regione
L’esame dell’atto contabile si è concluso nel 2022 ed ha avuto esito positivo, così la regione ha proceduto sulla scorta dei dati di bilancio ad adeguare la tariffa che, come detto, è ora fissata a 161,46 euro a tonnellata conferita presso l’impianto, al netto dell’ecotassa, del benefit ambientale e dell’IVA (se e in quanto dovuti), oltre a rivalutazione Istat. La nuova tariffa sarà applicata dal primo gennaio 2020.
Tale tariffa potrà essere confermata o rideterminata nel momento in cui Saf procederà ad applicare il nuovo metodo tariffario (MTR-2) per i rifiuti stabilito dall’Arera, l’Authority del settore.
Già nel 2015, la Saf – conti alla mano – aveva chiesto alla Regione una revisione tariffaria che portasse la tariffa a 143,56 euro a tonnellata, ma i competenti uffici dell’Ente della Pisana avevano deciso per un aumento più contenuto, fino ai 138,68 euro applicati fino a tutto il 2019. Ora, l’ulteriore appesantimento di bilancio ha comportato un nuovo e più incisivo rincaro per i Comuni che, necessariamente, dovranno rivedere nei loro piani economici le relative voci, ricaricando sugli utenti, tramite la Tari, quest’aumento tariffario.
Saf, quanto ci costi
Dalla relazione della società di revisione Crowe Bompani, si apprende che la Saf ha costi operativi annuali che raggiungono quasi i 19 milioni di euro, di cui: oltre 4,5 milioni sono per il personale; oltre 9,5 milioni per lo smaltimento dei materiali residui dopo il trattamento e 1,2 milioni servono per il materiale di consumo e l’energia elettrica. Altri 305mila euro vanno via per consulenze tecniche e analisi di laboratorio, mentre le spese legali e per contenziosi raggiungono quasi i 600mila euro.