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La vendetta coraggiosa di Enzo Salera. Luca Di Stefano fa da sé e lascia in attesa i partiti. Game Over per Calenda, non per Renzi

Licandro Licantropo
Il presidente della Provincia ha firmato il decreto del Programma triennale delle opere pubbliche e l’elenco annuale dei lavori: un binomio di straordinaria concretezza ma anche di reali competenze di un ente che continua ad essere operativo e strategico per il territorio
Aprile 14, 2023
Enzo Salera, sindaco di Cassino

Nel settembre 2020, in piena seduta di consiglio comunale, il sindaco di Cassino Enzo Salera rivelò di aver subito il tentativo di pilotare l’appalto per l’efficientamento energetico della città. Da quel momento sono partite le indagini della Guardia di Finanza che hanno portato adesso la Procura ad emettere tre misure cautelari. Un terremoto che ha scosso la città di Cassino ma che ha fatto emergere la statura di Enzo Salera. In tanti devono averlo sottovalutato sul piano politico. Sbagliando. Salera ha dimostrato non soltanto di non lasciarsi condizionare e men che meno di farsi spaventare, ma in questi anni ha tenuto costantemente in mano il pallino dell’azione amministrativa e anche delle strategie politiche. Non senza confronti e divisioni, ma chi pensava che fosse un amministratore di passaggio adesso dovrà ricredersi. Episodi e situazioni come quella appena avvenuta fanno breccia nell’opinione pubblica. A questo punto Enzo Salera ha messo un’ipoteca sul bis. Dovranno continuare a sopportarlo: alleati e avversari.

IL PIANO EVIDENZIATO DA LUCA DI STEFANO

Il presidente della Provincia ha firmato il decreto del Programma triennale delle opere pubbliche 2023-2025 e l’elenco annuale dei lavori dell’anno 2023. Ci sono 27 milioni di euro per gli interventi di manutenzione e sicurezza stradale e 92 per opere da realizzare nei plessi scolastici. Strade e scuole quindi: un binomio di straordinaria concretezza ma anche di reali competenze di un ente che continua ad essere operativo e strategico per il territorio. Luca Di Stefano sta dimostrando  lucidità e idee chiarissime. La settimana scorsa è stato eletto anche vicepresidente dell’Upi Lazio e nei giorni scorsi ha avuto un incontro con il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca per fare il punto della situazione su diversi argomenti. Compresa la richiesta di commissariamento della Segreteria tecnico operativa dell’Egato dell’acqua.

Inoltre ha evidenziato la necessità di affrontare e risolvere una volta per tutte la vicenda relativa alla mancanza di una discarica provinciale dei rifiuti. Un’emergenza che va avanti da oltre due anni. Il presidente della Provincia non ha bisogno di affidare ai consiglieri deleghe che nella realtà continuerebbe comunque lui a gestire., Arriverà il momento in cui lo farà, ma intanto va avanti da solo. Nei banchi del consiglio provinciale ci sono eletti del Pd (4), di Fratelli d’Italia (2), della Lega (2), di Forza Italia (1), più la vicepresidente Valentina Cambone (Polo Civico), Luigi Vacana (Provincia in Comune) e Alessandro Cardinali, eletto nel Polo Civico e poi passato al Gruppo Misto. Non possono fare altro che aspettare le decisioni di uno che in pochissimo tempo ha collezionato tre successi politici: sindaco di Sora, presidente della Provincia e vicepresidente dell’Upi Lazio. Di Stefano si è reso conto che in questo momento presentarsi con un abito civico e guardare in tutte le direzioni non è soltanto una tattica ma una necessità perché nessun schieramento è compatto. I partiti non hanno altra possibilità che quella di fare buon viso a cattivo gioco.

IL PARADOSSO DEL CENTRO CHE NON C’E’

A livello nazionale Carlo Calenda e Matteo Renzi se ne stanno dicendo di tutti i colori. Anche per interposta persona. Il partito unico non nascerà, ma intanto i gruppi del Terzo Polo restano anche se Azione e Italia Viva hanno consumato una frattura insanabile. Che senso ha? Perché restare nello stesso gruppo parlamentare e regionale quando è andata a finire esattamente come tutti avevano pronosticato. Parecchi mesi fa Enrico Letta, allora segretario del Pd, disse che Carlo Calenda era inaffidabile politicamente dopo che a poche ore da un’intesa siglata il leader di Azione decise per lo strappo. Oggi Carlo Calenda dà dell’inaffidabile a Matteo Renzi, che ormai da anni si “diverte” a mettere in crisi Governi e coalizioni. Ha mandato a casa sia il Conte 1 che il Conte 2. Cosa potrà succedere adesso non è ancora chiaro. Mentre invece ancora una volta c’è stata la conferma che in Italia c’è un bipolarismo forte e radicato. Impossibile trovare spazi al centro. Tanto più in una situazione come quella attuale, dove sono molti forti le leadership del presidente del consiglio Giorgia Meloni e della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Quest’ultima ha il problema delle alleanze, perché obiettivamente non si capisce come intenda procedere con il Movimento Cinque Stelle e con Azione (Italia Viva ormai appare in avvicinamento al centrodestra). Mentre l’unico vero partito di centro (ma posizionato nel centrodestra) è Forza Italia di Silvio Berlusconi.

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