Il termovalorizzatore di Roma (per il momento soltanto annunciato) continua ad essere il tabù del Partito Democratico. L’opera individuata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri (commissario straordinario sul punto) ha mandato all’aria il Campo largo tra Pd e Movimento Cinque Stelle, faticosamente costruito da Nicola Zingaretti. Inoltre avrebbe determinato, secondo le ricostruzioni dei retroscenisti, la crisi del Governo di Mario Draghi, aprendo la strada alle elezioni anticipate e alla vittoria di Giorgia Meloni. Adesso l’argomento è tornato alla ribalta, mettendo in allarme la neo segretaria del Pd Elly Schlein. E’ bastato un ordine del giorno di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana al decreto Pnrr contro il termovalorizzatore, per chiedere al Governo di “revocare i poteri commissariali e sospendere le procedure autorizzative e di gara nominando un nuovo commissario che attui rapidamente il Piano rifiuti della Regione Lazio che non prevede nuovi inceneritori”. Il Pd è andato immediatamente in fibrillazione. Ha scritto Il Fatto Quotidiano: “E sicuramente il dibattito sarà animato, anche perché Schlein ha nominato in segreteria Annalisa Corrado, oppositrice dell’opera, responsabile della conversione ecologica. E’ toccato a Stefano Bonaccini difendere con forza la scelta di Gualtieri. Mentre Elly Schlein ha preferito il silenzio, evidenziando comunque una situazione di forte imbarazzo. Anche perché le forze a sinistra del Pd e il Movimento Cinque Stelle potrebbero promuovere un referendum che sarebbe sicuramente una spina nel fianco. Inoltre, dopo l’iniziale risalita nei sondaggi, in questo momento stanno arrivando altri segnali. Debole discesa del Pd, associata ad una piccola risalita del Movimento Cinque Stelle.
E IL PROBLEMA DEI RIFIUTI?
Stupisce che mentre si discute sempre con molta animosità del termovalorizzatore di Roma (che non è in ogni caso dietro l’angolo), nessuno acceleri sulla vera emergenza del Lazio ormai da anni: i rifiuti. Mancano le discariche, non c’è un Piano vero e le bollette sono già aumentate in maniera vertiginosa. Il caso della Ciociaria è più che emblematico. Da oltre due anni il territorio non ha una propria discarica, da quando cioè c’è stato l’esaurimento del sito di Cerreto. Da quel momento è iniziato un calvario che ha visto l’immondizia prodotta in provincia di Frosinone prendere le direzioni più svariate: da Viterbo ai termovalorizzatori dell’Emilia Romagna e della Lombardia.
Più volte è stato segnalato che in questo modo i costi sarebbero aumentati (è successo) e che le bollette per le famiglie e le imprese sarebbero schizzate alle stelle (è successo). La giunta regionale di Nicola Zingaretti, impegnata per anni nella sterile polemica con il Campidoglio guidato da Virginia Raggi, non ha risolto un problema che riguarda tutto il Lazio. Anche in questo caso toccherà all’Amministrazione Rocca metterci mano. Invitando una buona volta il Comune di Roma a fare la sua parte. In Ciociaria soltanto la Saf sembra rendersi conto della necessità e dell’urgenza di affrontare questo tema. La Provincia (che ha le sue importanti competenze) da anni deve individuare una rosa di siti dove è possibile realizzare una discarica. Non è un argomento facile e neppure semplice, ma anni di ritardo non possono essere in alcun modo giustificati. Il presidente Luca Di Stefano è nella condizione di rompere gli indugi. A dicembre 2022 è stato costituito l’Egaf dei rifiuti, l’ente di gestione voluto dalla Regione guidata da centrosinistra per rivoluzionare la gestione di questa materia. Delle sei strutture previste (una per provincia e una solo per Roma) si è proceduto soltanto in Ciociaria.
Con una votazione molto sofferta dei sindaci, che però alla fine hanno eletto alla guida del nuovo ente Mauro Buschini, ex consigliere regionale. A quattro mesi di distanza nulla è stato fatto per affrontare questa emergenza. Perché si tratta di un’emergenza dal sapore di beffa: i cittadini della provincia di Frosinone stanno pagando e pagheranno di più un servizio del quale usufruiscono in un modo molto complicato. Con il trasporto dell’immondizia nei siti del nord e tutto il resto. Senza neppure che ci sia stato un tentativo per spiegare all’intera provincia le ragioni della situazione. La gestione dei rifiuti è materia di competenza di vari enti: la Regione Lazio, la Provincia, l’Egaf, l’assemblea dei soci della Saf. Nessuno ha ritenuto di affrontarla seriamente in un anno nel quale ci sono state tutte le elezioni possibili e immaginabili: comunali, politiche, provinciali, regionali. Come se non interessasse a nessuno, come se si volesse fuggire dalle proprie responsabilità.