Piergianni Fiorletta e Alfonso Musa presenteranno dunque liste e candidature sabato, praticamente in contemporanea. Un altro capitolo di una partita che è anche mediatica e psicologica, oltre che politica e amministrativa. A Ferentino Antonio Pompeo, schierato con Musa, sta facendo una campagna elettorale vecchio stampo: casa per casa, quartiere per quartiere: è sua intenzione parlare con ogni singolo cittadino per spiegare che a suo parere è necessario continuare l’esperienza degli ultimi dieci anni. La sua.
Piergianni Fiorletta è una “vecchia volpe” della politica locale che non ha alcuna intenzione di finire in pellicceria. Però lo scontro radicale riguarda Francesco De Angelis e lo stesso Antonio Pompeo. Il presidente del Consorzio industriale regionale vuole conquistare la roccaforte di Pompeo e non si sta ponendo affatto il problema che comunque l’ex presidente della Provincia fa parte del Pd e che senza le sue 15.000 preferenze (e le migliaia di Annalisa Paliotta e Alessandra Cecilia) il seggio regionale per Sara Battisti non sarebbe scattato. Dal canto suo Antonio Pompeo punta ad un boom di preferenze da far pesare poi al congresso regionale. Ma tutto questo serve al Partito Democratico della provincia di Frosinone? Certamente no considerando quello che succede ormai da anni. Comunque finiscano le comunali, il segretario provinciale Luca Fantini dovrà cercare di prendere in mano la situazione. E se alla fine dovesse rendersi conto che il partito è e resterà irrimediabilmente spaccato, allora dovrà trarne le conclusioni. O dimettendosi e avviando una nuova fase congressuale anche sul piano locale oppure prendendo atto della situazione una volta per tutte. Con il rischio di perdere definitivamente una parte di Dem. Ma dopo il 15 maggio dovrà riflettere anche Antonio Pompeo. Non poteva ricandidarsi per il terzo mandato da sindaco di Ferentino e da presidente della Provincia. Alle regionali ha ottenuto un risultato straordinario (più di 15.000 preferenze) che però non è servito a far scattare il seggio. Doveva esserci un riconoscimento del partito, ma gli schieramenti a Ferentino dicono un’altra cosa. O Antonio Pompeo avrà garanzie dal livello regionale di poter avere un ruolo vero nel partito oppure sarà meglio pensare di chiudere l’esperienza nel Pd. Andare avanti in questa maniera non ha senso.
LE ELEZIONI AD ANAGNI
Esattamente come successo ad Alatri prima e a Frosinone dopo il centrodestra si presenta insieme alle elezioni comunali di Anagni. Ma insieme non vuol dire unito. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia mantengono distanze e dubbi, ma questo non impedisce che i simboli dei tre partiti siano tutti dalla parte di Daniele Natalia, il sindaco uscente che vuole fortemente il bis. I voti e le percentuali dei partiti, insieme naturalmente al numero dei consiglieri eletti, diranno quanto contano. In Ciociaria gli elettori del centrodestra dimostrano da anni di essere molto più uniti (e avanti) dei partiti di riferimento. La coalizione è maggioritaria ad ogni livello: politiche, regionali, comunali. Natalia però non può dormire sonni tranquilli. Alessandro Cardinali ha messo insieme una coalizione civica notevole e non nasconde l’ambizione di voler diventare sindaco. Abituato da anni a muoversi trasversalmente, può contare su candidati esperti e radicati. Sarà una battaglia all’ultimo voto, con vista sul ballottaggio. Ma Natalia e Cardinali commetterebbero un grave errore se sottovalutassero Danilo Tuffi e… Franco Fiorito. L’ex consigliere regionale del Popolo delle Libertà vuole lasciare un segno politico in queste elezioni. Non tirerà i remi in barca, non si scanserà. C’è anche Luca Santovincenzo, che ha tutto per fare un buon risultato. Le elezioni di Anagni avranno degli effetti importanti nei partiti e nelle coalizioni. Con Fratelli d’Italia che punta una volta di più alla leadership del centrodestra in Ciociaria.
REGIONE LAZIO
Il Governatore Francesco Rocca sta proseguendo nella sua fase di ricognizione in tutte le province per fare il punto sulle diverse priorità dei territori. Nel frattempo ha due appuntamenti importanti davanti. Il primo è oggi: vertice al Ministero per capire se la sanità laziale dovrà essere nuovamente commissariata a due anni dall’uscita dell’ultimo Piano da lacrime e sangue. Il secondo appuntamento è l’approvazione del bilancio di previsione, che servirà a capire su quante e quali risorse la Regione può contare davvero. E in quali tempi. Intanto però nelle file dell’opposizione non è affatto chiaro chi è il punto di riferimento. Alessio D’Amato, candidato alla presidenza, appare isolato. Daniele Leodori è concentrato sul congresso regionale del Pd. Nel frattempo in aula si va ognuno per conto proprio.