“Sostituzione etnica” non è stata forse la frase più felice possibile, ma il ragionamento alla base esprime un concetto vero: la denatalità. In Italia si fanno pochi figli e in questo modo il futuro del Paese è a rischio. Ci sono due modi per provare a cambiare la tendenza. Il primo (al quale guarda con attenzione la sinistra) è quello di puntare soprattutto sui flussi dell’immigrazione. Legittimo, per carità. Il secondo (espresso dal ministro Francesco Lollobrigida e sostenuto da tutto il centrodestra) è invece quello di creare un sistema di welfare che possa incentivare le famiglie italiane e a fare figli.
Le due possibilità si tengono insieme, l’una non esclude l’altra. C’è però un particolare che la sinistra bypassa completamente. In democrazia scelgono i cittadini. E i cittadini hanno scelto: il centrodestra ha stravinto le elezioni politiche e Fratelli d’Italia è stato di gran lunga il primo partito. Il Governo è presieduto infatti da Giorgia Meloni, leader di FdI. Il primo test fondamentale è stato rappresentato dalle regionali. Prendiamo il Lazio: il centrodestra è tornato alla guida della Regione con una vittoria larghissima. Ancora una volta Fratelli d’Italia ha fatto il vuoto: 22 consiglieri eletti, 3 la Lega, 3 Forza Italia, 1 l’Udc, 1 la Lista Rocca.
Dunque, gli italiani si sono espressi più che chiaramente e di conseguenza l’idea di un welfare rafforzato che dia alle famiglie prospettive solide nel caso decidano di mettere al mondo più figli è una proposta (nota anche prima che si andasse alle urne) più che legittima. Inoltre non esclude la regolarizzazione degli immigrati che abbiano tutti i requisiti previsti dalla legge. In questo quadro l’orrenda vignetta de Il Fatto Quotidiano non c’entra nulla. Non c’entra nulla neppure il richiamo al diritto di satira perché non fa ridere e nemmeno sorridere. E’ uno scherno e un attacco a una persona (Arianna Meloni) che non ha incarichi pubblici e che viene tirata in ballo soltanto perché sorella di Giorgia, presidente del consiglio per aver stravinto le elezioni. Un’entrata a piedi uniti da dietro sulle gambe di un avversario lontano dalla fase di gioco.
I troppi silenzi e la solidarietà “pelosa” hanno dimostrato ancora una volta il doppiopesismo dell’intellighenzia di questo Paese. Qualcuno immagina cosa sarebbe successo se una vignetta del genere fosse stata pubblicata da Il Secolo d’Italia e avesse avuto come oggetto Elly Schlein?
IL PD DA FERENTINO A CASSINO
Tra un anno si vota per le comunali a Cassino. Il segretario provinciale del Pd Luca Fantini ha detto che la ricandidatura di Enzo Salera non è in discussione. Non era proprio scontato considerando quello che è successo negli ultimi mesi all’interno del Partito Democratico: la divisione alle provinciali tra le due correnti principali, la “guerra santa” alle regionali tra Sara Battisti e Antonio Pompeo, la situazione creatasi a Ferentino, dove Pensare Democratico di Francesco De Angelis sostiene Piergianni Fiorletta “contro” la coalizione del sindaco uscente Antonio Pompeo, il rimpasto di giunta a Cassino voluto dallo stesso Enzo Salera, che di fatto ha messo ai margini Barbara Di Rollo, fedelissima di Sara Battisti. Cosa può essere cambiato? Ci sono due situazioni che vanno considerate.
Tra un anno, probabilmente insieme alle comunali, si voterà anche per le europee. Un appuntamento decisivo per tutti i partiti e il primo esame per il Pd di Elly Schlein. L’unità dovrà essere garantita. Inoltre Francesco De Angelis potrebbe provare ad essere ricandidato: è stato già parlamentare europeo. Ma intanto sarà importante vedere il risultato di Ferentino. Un successo di Piergianni Fiorletta potrebbe indurre Antonio Pompeo a valutare seriamente l’uscita dal partito, ma in ogni caso l’ex presidente della Provincia dovrebbe fare i conti con una situazione differente rispetto al passato. La strategia di Pensare Democratico potrebbe essere quella di rompere l’asse tra Pompeo ed Enzo Salera, blindando il sindaco di Cassino nella corsa al mandato bis. Si tratterebbe di mediare con Barbara Di Rollo, ma sia Francesco De Angelis che Sara Battisti sono nelle condizioni di poterlo fare. Piuttosto c’è da chiedersi come intende muoversi il centrodestra. A Ferentino non si è presentato come coalizione e ha rinunciato sul nascere ad indicare un candidato sindaco unitario. Cassino è la seconda città della provincia di Frosinone e rinunciare a competere per vincere sarebbe un errore imperdonabile, che però potrebbe succedere se non si deciderà di muoversi per tempo e con una strategia precisa. Il centrodestra ha vinto a Frosinone, Ceccano, Alatri, Pontecorvo e in tantissimi altri Comuni. Arrendersi senza combattere a Cassino (come fatto ad Alatri) non avrebbe senso.