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Frosinone. Centro Forum, il Comune perde anche in appello: annullata la maxi-sanzione da oltre 15milioni di euro alle società costruttrici

Cesidio Vano
Una vicenda molto complessa, che ha visto Comune e ditte costruttrici dibattere davanti alla giustizia amministrativa per moltissimi anni
Aprile 28, 2023
Centro Forum di Piazzale Europa


Il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar di Latina che, nel 2019, ha annullato la maxi sanzione da oltre 15 milioni di euro imposta dal Comune di Frosinone alle società Forum Srl in fallimento e Gd Group Srl, per la costruzione, in difformità rispetto alle autorizzazioni urbanistiche rilasciate, del cosiddetto Centro Forum, nel quartiere Selva Piana del Capoluogo.

Una vicenda molto complessa, che ha visto Comune e ditte costruttrici dibattere davanti alla giustizia amministrativa per moltissimi anni. Il municipio era assistito e difeso dall’avvocato Alberto Fantini, mentre la tutela legale della Forum Srl (l’unica ad essersi costituita in appellelo) era affidata agli avvocati Aldo Ceci e Filippo Papa, che sono riusciti con grande abilità a ricostruire il tortuoso iter che ha condotto alla realizzazione dell’opera e all’emissione della sanzione poi annullata, riconducendo gli atti amministrativi nella giusta prospettiva ed interpretazione.

La vicenda, come si ricorderà, si perde negli anni ed ha inizio nel 1998, quando la società Forum Srl ottiene i permessi per costruire il centro polifunzionale che sorge in piazzale Europa, oggi sede di attività commerciali e uffici pubblici come il comando della Polizia locale, su terreno comunale concesso per 99 anni come proprietà di superficie.

I lavori di costruzione furono avviati nel 2002, ma durante l’attività di realizzazione dell’opera, il Comune rilevò diverse difformità rispetto al progetto ed ai volumi autorizzati, intervenendo con ordinanze di fermo lavori e di demolizione delle parti abusive, per molti metri cubi in più, costruite.

A seguito del ricorso al Tar della società concessionaria e a seguito di un’attività di verifica con il comune, nel 2008 l’ente pubblico e la Srl sottoscrissero un atto transattivo che regolava diversi aspetti della vicenda, tra cui all’ articolo 8 stabiliva il pagamento da parte della società Forum srl – che accettava – di una ‘sanzione amministrativa’ da quantificarsi in modo congruo rispetto al titolo edilizio del 1998. Il Comune decide così di retrocedere alla società Forum la parte dell’immobile non abusiva – cioè realizzata in rispetto del titolo edificatorio – e di acquisire al patrimonio comunale la parte abusiva, divenuta poi sede di uffici comunali. 

A seguito di tale intesa è stato quindi rilasciato, nel 2009, un nuovo titolo edilizio per regolarizzare l’immobile. Lo stabile così sanato è stato venduto dalla Forum alla nuova società Gd Group Srl, che è subentrata negli obblighi assunti dalla società poi fallita, a fine 2009 per 9,1 milioni di euro. La nuova proprietà nel 2014 ha ottenuto un nuovo permesso edilizio per completare la costruzione ed effettuare nuove modifiche. 

Nel 2017, quindi 8 anni dopo queste vicende, il Comune ha avviato la procedura per applicare la ‘’sanzione amministrativa’ prevista dalla transizione del 2008 e, a seguito di una stima fatta dall’Agenzia delle Entrate, ha stabilito in 15.276.099,50 euro,, in solido tra la Forum Srl in fallimento e la Gd group Srl, la ‘multa’ da pagare.

L’atto è stato imputato davanti la Tar dalle due società. Il Tribunale regionale ha dato ragione alle ricorrenti, ritenendo, in estrema sintesi, che il Comune non poteva applicare una sanzione che non fosse predeterminata dalla legge e in modo ‘negoziale’ (quindi secondo un accordo con le parti) con le due società.

La sentenza è stata a sua volta impugnata dal Comune di Frosinone e il Consiglio di Stato, scrutinati tutti i complessi motivi di doglianza elencati dal Municipio, ha concluso nel dover confermare la correttezza del pronunciamento del Giudice di prime cure, condividendo l’interpretazione degli atti prospettata dagli avvocati Ceci e Papa nell’interesse delle società coinvolte: il Comune non poteva applicare quella sanzione con le modalità che ha seguito.

L’ente municipale, tra le altre cose, ha contestato sia la competenza della giustizia amministrativa su tale vicenda (perché la transizione firmata con le Srl prevedeva quella del giudice ordinario) sia la natura non sanzionatoria ma riparatoria/compensatrice per gli abusi fatti della somma richiesta ovvero legata anche al versamento degli oneri per il il rilascio dei nuovi titoli edilizi. Non c’è stato tuttavia nulla da fare, perché per i magistrati di appello la qualificazione e descrizione prevista dalla transazione erano fin troppo esplicite e relative ad una ‘sanzione’ che non poteva avere natura “transattiva” tra le parti, come correttamente argomentato dalle difese sostenute degli avvocati Papa e Ceci.

Il Consiglio di Stato ha così confermato la sentenza del Tar e definitivamente annullato la sanzione da oltre 15 milioni di euro staccata a carico delle due società costruttrici.

Il provvedimento prova in tal modo a mettere la parola fine ad un ‘caso’ che ha animato il dibattito politico e più di una campagna elettorale nel Capoluogo per oltre di un decennio.

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