Il centrosinistra ha scoperto che la Destra di governo… governa. Rimanendo ampiamente avanti nei sondaggi e questo comincia ad innervosire moltissimo il Pd di Elly Schlein e il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte. In queste ultime ore stiamo assistendo ad una fase di “profonda indignazione” per le nomine ai vertici delle forze dell’ordine o della Rai. Come se in questi ultimi decenni tutti gli altri Governi non avessero effettuato la stessa cosa, esercitando i loro poteri. Ma se lo fa il centrodestra, allora non si può. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha deciso però di procedere, affermando la propria linea nell’ambito di un consiglio dei ministri durato venti minuti. Scegliendo di vincere e non di stravincere, ma facendo capire anche a ministri importanti come Giancarlo Giorgetti e Guido Crosetto che alla fine l’ultima parola, quella decisiva, spetta a lei. Ha scritto Monica Guerzoni sul Corriere della Sera: “Una vittoria piena, ma senza strappi e senza forzature. Dopo giorni di tensioni, stop e rinvii, Giorgia Meloni riesce a chiudere il giro delle nomine strategiche. La presidente del consiglio impone la sua soluzione per i vertici della Rai, della Polizia e della Guardia di Finanza… “Tutte le palle sono andate in buca”, è il commento di un meloniano di ferro”. Il centrosinistra per mesi ha ripetuto che il problema della Destra era quello di non avere classe dirigente.
Invece la classe dirigente c’è e per esempio nella partita delle nomine un ruolo fondamentale lo ha avuto Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del consiglio. Giorgia Meloni esercita la sua leadership forte del ruolo ricoperto, del risultato elettorale e del gradimento nei sondaggi. Gli alleati di Lega e Forza Italia vengono tenuti in considerazione rispettando le proporzioni e gli equilibri. Come sempre è accaduto. L’importanza della Rai non la si scopre adesso, ma non si capisce perché se le nomine le fanno Pd e Cinque Stelle va tutto bene, se invece le effettua Fratelli d’Italia è una sorta di “colpo di Stato”.
Pd e Cinque Stelle hanno capito che questo Governo andrà avanti e si prenderà tutte le responsabilità. Sta succedendo anche alla Regione Lazio, dove il Governatore Francesco Rocca sta dando risposte su varie tematiche. Cominciando dalla sanità: ha ereditato una situazione difficile sul piano dei conti ma pure dell’organizzazione (affollamenti dei Pronto Soccorso, tempi lunghissimi per le visite e per gli esami). Rocca ha innanzitutto stanziato le prime risorse per intervenire, quindi ha deciso di chiedere una mano ai privati. Anche in questo caso il centrosinistra ha attaccato a testa bassa. Ma questo non determinerà la marcia indietro di Francesco Rocca e del centrodestra al governo della Regione. Perfino il dibattito e le polemiche sull’ipotesi di riforma delle istituzioni lascia allibiti. Per un motivo: alla fine governa chi vince le elezioni, chi prende più voti. Il centrodestra sta dimostrando di avere un consenso maggiore. Pd e Movimento Cinque Stelle tutto fanno meno che riflettere sui motivi delle loro continue sconfitte.
NESSUNO TOCCHI IL FROSINONE CALCIO
Il sindaco del capoluogo Riccardo Mastrangeli ha risposto per le rime agli speaker di una trasmissione radiofonica in onda su Tele Radio Stereo, che avevano invitato Lionel Messi a “risollevare le sorti del centro Italia, andando a giocare in un campo di periferia, in una piccola squadra, in una provincia in sofferenza, la cui immagine può essere riassunta da caciotte e povertà educativa”. Riccardo Mastrangeli ha ricordato che “la corsa del Frosinone verso il traguardo della promozione è stata da record in un campionato che tutti gli osservatori hanno riconosciuto come uno dei più difficili degli ultimi anni” e che “la città, con la terza promozione in serie A in 8 anni, celebra la conquista di un sogno, il coronamento di una grande avventura calcistica”. Quante volte la Ciociaria è stata denigrata a livello nazionale? Quanti stereotipi ricorrono ogni volta che c’è un evento positivo? Riccardo Mastrangeli ha fatto bene a mettere i puntini sulle “i”, ma anche in questo caso è mancata una posizione dell’intero territorio. Siamo in un momento politico nel quale se esponenti di Governo citano la Patria, l’orgoglio identitario e l’italianità vengono accusati di razzismo e di “rozzezza” istituzionale. Mentre invece la difesa delle radici, della storia e delle tradizioni dovrebbe essere un argomento condiviso da tutti.