La campagna elettorale per le regionali si è svolta essenzialmente su due temi: la sanità e i rifiuti. La vittoria schiacciante di Francesco Rocca e del centrodestra si spiegano così. Gestione dell’emergenza Covid a parte, i cittadini del Lazio non sono stati soddisfatti delle politiche della giunta Zingaretti su questi due argomenti. Le file ai Pronto Soccorso, i tempi enormi per effettuare un esame diagnostico anche urgente, la carenza di personale sono dei dati di fatto che condizionano la gestione della sanità. La mancanza di discariche nel Lazio, i costi esorbitanti per lo smaltimento dell’immondizia sono una realtà. Perciò il tema dell’avvio della procedura per l’annullamento in autotutela degli Egato va inquadrato nell’intera situazione.
Gli enti di gestione degli Ato dei rifiuti servono oppure no? Sono funzionali ad un miglioramento? Sicuramente no, perché si è votato per la costituzione di una sola di queste nuove strutture, quella di Frosinone. Per pacificare la situazione interna al Pd locale, che non poteva permettersi alle regionali tre candidature di peso come quelle di Mauro Buschini, Sara Battisti e Antonio Pompeo. L’accelerazione di novembre-dicembre da parte della giunta regionale guidata da Daniele Leodori è avvenuta in piena campagna elettorale.
In più per come sono stati strutturati e presentati gli Egato sono apparsi più come carrozzoni che come soluzioni ottimali. Le polemiche si sono immediatamente sviluppate e lo stesso Leodori ha deciso di stoppare tutto per lasciare la scelta alla nuova maggioranza.
E’ quello che la giunta Rocca sta facendo. Siccome Mauro Buschini è l’unico presidente insediato, l’iter che vuole l’annullamento della procedura potrà avere effetti esclusivamente sull’Egaf di Frosinone. Come sarebbe possibile una situazione del genere: non far partire gli Egato delle altre province e lasciare attivo e operativo soltanto quello di Frosinone?
Una situazione gestita malissimo sia sul piano politico che tecnico da parte dell’ex maggioranza regionale di centrosinistra. La maggioranza di centrodestra e la giunta di Francesco Rocca vogliono cambiare il Piano rifiuti e lo faranno cercando di ottimizzare scelte e risorse. In questa visione gli Egato non sembrano indispensabili e si va verso l’attribuzione alle Province di tutte le competenze sui rifiuti. Come è stato fino a prima della legge Del Rio. Tanto più che si sta andando spediti verso il ritorno all’elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali. C’è una strategia precisa del centrodestra sui rifiuti e le priorità sono altre: l’individuazione delle discariche innanzitutto. Non si capisce neppure perché il ruolo dell’Egato dovrebbe essere indispensabile: la raccolta dell’immondizia fatta dai Comuni non è il problema nel Lazio. Centralizzare le diverse fasi può essere un elemento di confronto, ma nei tempi giusti. Mauro Buschini rischia di restare senza poltrona e senza ruolo (e questo non rappresenta un problema per il territorio) per l’approssimazione e per la fretta con la quale la passata giunta regionale di centrosinistra ha gestito la questione degli Egato. Ma anche per le strategie di un Pd locale allo sbando da tempo e per l’isolamento evidente dell’ex consigliere regionale.
La giunta di Francesco Rocca sta facendo esattamente quello che aveva annunciato in campagna elettorale. Non ha senso fare finta di scandalizzarsi. In dieci anni di governo della Regione l’Amministrazione di Nicola Zingaretti ha governato anche nominando persone di sua fiducia al vertice di enti e società partecipate. Come è normale e giusto che sia. Adesso però che tocca al centrodestra di Francesco Rocca decidere chi saranno i presidenti delle varie Ater o come organizzare la svolta per quanto riguarda i rifiuti, si grida allo scandalo. In campagna elettorale molti dirigenti della sanità laziale hanno esplicitamente fatto campagna elettorale per il centrosinistra, partecipando perfino attivamente a manifestazioni dei candidati al consiglio regionale o dello stesso Alessio D’Amato.
Va tutto bene, ma allora perché se adesso la giunta di Francesco Rocca vuole esercitare i legittimi poteri che gli spettano si deve gridare alla prevaricazione? Inevitabilmente molti politici di centrosinistra dovranno fare i conti con ruoli e funzioni venute meno, ma fa parte della logica dell’alternanza, della quale tutti ci riempiamo la bocca continuamente. E’ lo stesso discorso che riguarda il livello nazionale, per esempio per la Rai. Se le nomine vengono effettuate da governi tecnici non eletti da nessuno ma sostenuti dalla sinistra, si tratta di operazioni culturali e pluraliste. Se invece le fa il centrodestra, allora i termini usati sono: epurazioni, occupazione della Rai, sete di potere e rigurgiti fascisti. E le contestazioni violente contro la Roccella a Torino (alla quale è stato impedito di presentare il suo libro) vengono classificate come “incapacità del governo di gestire il governo”.
Alla fine però urne, sondaggi e sentiment inquadrano l’impietosa dissoluzione di un mondo che continua a pensare più a Fazio e alla Littizzetto che alle tasche degli italiani e al futuro dei nostri giovani.