A due anni dall’inizio della pandemia, il Covid ormai fa sempre meno paura. Se la curva dei contagi continua a scendere e le terapie intensive si svuotano, sicuramente sarà anche un po’ merito dei vaccini anticovid. Non solo sulla popolazione adulta, i vaccini continuano ad avere ottimi risultati anche in età pediatrica. La campagna vaccinale procede a gonfie vele, tanto che in provincia di Frosinone i bambini hanno battuto gli adulti.
Per capire meglio come sta andando la campagna vaccinale, dal punto di vista numerico, proprio nei bambini, l’abbiamo chiesto alla responsabile del dipartimento di prevenzione del’U.O.S. e coordinatrice delle attività vaccinali alla Asl di Frosinone, Maria Gabriella Calenda.
Dottoressa, come hanno risposto i bambini all’appello sul vaccino anticovid?
“C’è stata una grande risposta a livello territoriale, abbiamo avuto un’ottima copertura, se paragoniamo i nostri dati a quelli dell’intero territorio nazionale, dove invece non è che la popolazione ‘più giovane’ abbia risposto così bene. Dei più piccoli, e intendo la fascia d’età compresa tra i 5 e gli 11 anni, abbiamo raggiunto una copertura di vaccinazione che supera il 60 percento. E, se a tale dato togliamo i bimbi
che nei mesi di gennaio e febbraio hanno contratto il virus, ragion per cui non potranno vaccinarsi nell’immediato, possiamo dire che il livello raggiunto è veramente alto”.
Quale fascia d’età ha meglio recepito l’invito che la Asl ha fatto passare in questi
ultimissimi mesi?
“Sicuramente i ragazzi tra i 12 e i 15 anni. Abbiamo raggiunto un risultato strabiliante: oltre il 98 percento dei ragazzi ha già completato il ciclo vaccinale e una larga fetta sta ricevendo in questi giorni la terza dose, per ottenere una copertura totale”.
Ci sono stati casi con riscontri negativi (fatte salve le conseguenze già
conosciute)?
“No. Che mi risulti, davvero, nessun caso. La popolazione pediatrica da sempre risponde meglio, oltre che al vaccino, anche e soprattutto all’incidenza dei possibili effetti collaterali, che, mi preme evidenziare sono del tutto insignificanti se paragonati all’altissimo rischio che un bambino non coperto da vaccinazione può invece registrare”.
Vi ritenete soddisfatti dei risultati ottenuti o si poteva fare di più?
“Assolutamente! Ci tengo a precisare che è stato un lavoro di squadra. Ottimo sotto tutti i punti di vista. C’è stata grande intesa e grande compartecipazione tra il dipartimento che dirigo e i pediatri di famiglia. Un ottimo rapporto basato sulla stima e sulla collaborazione. Pensi che solo della fascia 5-11 anni abbiamo registrato ad oggi 27mila vaccinazioni! Un risultato incredibile!
La Asl di Frosinone, nel Lazio, è seconda, per numeri, solo all’Asl di Roma 2. Ma, confrontando ‘la mole’ della popolazione, non pecchiamo di presunzione se ci sentiamo i primi”.
Qual è stata la domanda più frequente posta dal genitore sulle possibili
conseguenze da vaccino?
“Beh, come è ovvio che sia, i genitori vogliono in primis essere rassicurati. Quindi la domanda più frequente ha riguardato, appunto, la sicurezza del vaccino anticovid e poi sull’efficacia dello stesso, considerata anche la profonda confusione in cui inevitabilmente la popolazione è sprofondata di fronte alle notizie che si susseguivano in merito alle decisioni mediche di volta in volta adottate. Che da una lettura leggera, potevano apparire superficiali, ma che invece rappresentavano l’esatto contrario. Solo studi su studi hanno potuto di volta in volta consentire ai medici di decidere sull’opportunità del vaccino e di indicarne la tipologia più appropriata alla popolazione pediatrica”.
Un ottimo lavoro dunque, fatto di promozione, ma soprattutto di forte
sensibilizzazione.