Basket, Virtus Bologna e Olimpia Milano le regine di un campionato che non sembra ammettere terzi incomodi

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Chi sulla torta mette un numero consistente di candeline ricorderà senz’altro una serie A di basket con due regine, così belle e così altezzose da non accettare… sudditi impertinenti. Parliamo degli anni a cavallo tra il 1960 e il 1970, quando a dominare il panorama italiano della palla a spicchi erano Varese e Milano. L’Ignis di Morse, Raga, Meneghin e Ossola vinse qualche campionato in più rispetto al Simmenthal di Masini, Iellini e Kenney. Erano due super squadre, capaci di dettar legge anche nel contesto europeo, in quella che allora si chiamava ancora Coppa dei Campioni, la progenitrice dell’attuale Eurolega.

Poi arrivò Cantù, con Pierluigi Marzorati a guidare la rivolta, e quando un giovanotto di nome Antonello Riva andò ad affiancare “Pierlo” i brianzoli riuscirono a rompere l’egemonia. Cinquanta anni dopo, ecco di nuovo un massimo campionato con due squadre che sembrano possedere una cilindrata diversa da tutte le altre. Parliamo ovviamente dei campioni in carica dell’Armani Milano e dei rivali della Segafredo Bologna. C’è già stato l’antipasto, consistente nella Supercoppa, competizione in cui le grandi avversarie di sono sfidate in semifinale, con il successo di Bologna 78-73. Poi in finale i felsinei hanno “asfaltato” Brescia (97-60), prendendosi così il primo trofeo della stagione.

I NUOVI ORGANICI

I campioni in carica di Milano, come da recente tradizione estiva, hanno molto operato in sede di campagna acquisti. L’acquisto più importante è quello di Mirotic, fuoriclasse assoluto, la cui rottura col Barcellona ha scatenato un’asta che ha coinvolto Panathinsikos, Olimpiakos, Monaco e Partizan. Alla fine però lo spagnolo nato in Montenegro ha scelto Milano, sebbene altri club avessero offerto contratti più remunerativi. Nikola ha privilegiato altri aspetti e ha raccolto una sfida intrigante: quella di riportare Milano sul tetto d’Europa.

Con lui, a cercare il traguardo impossibile ecco anche Maodo Lo, giocatore simbolo dell’Alba Berlino, l’esperto Poythress, ala pura con punti e rimbalzi nelle mani, e Kamagate, giovane centro dalla potenza infinita. Le conferme di Hines, Voigtmann, Baron, Shields, Pangos, Hall e degli italiani Ricci e Tonut sono le ulteriori certezze di una squadra che non sembra avere punti deboli. A contrapporsi al poderoso club lombardo, ecco la Virtus Bologna, che non è stata da meno quanto a innesti estivi di una certa rilevanza.
i bolognesi hanno cambiato guida tecnica: al posto di Sergio Scariolo è arrivato Luca Banchi, reduce dal quinto posto ai mondiali alla guida della Lettonia.

A disposizione del coach grossetano un organico di gran livello, con gli innesti della guardia Dobric dalla Stella Rossa, dell’esperto centro Dunston dall’Efes e di Devontae Cacok dal Cska Mosca. Alla corte di Banchi ci sarà anche Achille Polonara, che tornerà nel nostro campionato dopo qualche stagione, peraltro convincente, nei maggiori campionati continentali.

Confermati Shengelia, Ljundberg, Cordinier, Smith, Mickey nonché gli italiani Belinelli, Paiola, Hackett e Abass. Due corazzate andranno a caccia del titolo italiano e della gloria in Eurolega. Entrambe le competizioni saranno al via la prossima settimana. Si parte, come ai tempi di Ignis e Simmenthal

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