Anche se non passa certo per essere un tipo romantico, il sindaco di Cassino, Enzo Salera, deve aver immaginato il gran finale di uno spettacolo pirotecnico, nel programmare la coda del suo mandato e puntare dritto alla riconferma.
A giugno era stata riaperta via Pinchera: la via, che partendo dalla Chiesa Madre lambisce la Vecchia Cassino, è stata pienamente riqualificata e resa sicura. «Un magnifico scorcio della nostra Città rimesso a nuovo», ha sottolineato. Poi nelle scorse ore ha messo in risalto i lavori portati avanti da Rfi – il Comune non c’entra niente – per la sistemazione del piazzale esterno alla stazione, inclusa la rimessa in opera di una fontana storica che tutti ricordano: è il primo cantiere nel quale inevitabilmente ci si imbatte. E siamo a due punti significativi riqualificati.
C’è poi la consegna nei giorni scorsi dei lavori – grazie al finanziamento del PNRR per un valore complessivo di 2.200.000 euro – che realizzeranno un nuovo arredo con sentieri, ponti e illuminazione della Villa Comunale, parco che ha chiuso i battenti e resterà impraticabile per alcuni mesi: sarà inaugurato in primavera. Giusto in tempo per le urne, sibilano i maligni (ma non troppo).
In questi giorni sono iniziati gli interventi di manutenzione, adeguamento e messa in sicurezza dello Stadio comunale “Salveti”. Parte quindi anche un’operazione suddivisa in due lotti, per un importo complessivo di 1.200.000 euro, che punta con fondi concessi dal PNRR all’abbattimento dell’ex Onmi di via XX Settembre (edificio storico ma irrecuperabile) al cui posto sorgerà un asilo. Via, inoltre, a nuovo manto erboso e torri faro al campo sportivo del Colosseo, popoloso quartiere popolare all’ingresso nord della città.
Ma la vera sequenza di “fuochi d’artificio” più spettacolari arriva dal centro città, dove si sta concretizzando un intervento firmato dall’architetto Giacomo Bianchi: lo scorso anno è stata inaugurata Piazza Diamare, pavimentata in formelle della Saxa Gres: l’intero spazio – di circa 2000 mq – è stato subito messo a disposizione delle iniziative pubbliche, incorniciate da due quinte di alberi ed una fontana a sfioro che si rapportano con la presenza storica della chiesa di Sant’Antonio e del Teatro Manzoni. Proprio la fontana, oltre alle panchine di pregio, è l’elemento che ha raccolto i maggiori consensi tra i cassinati (e soprattutto tra i bambini, con foto che hanno inondato i social).
Nei giorni scorsi è stato aperto – dopo mesi di interventi e ritardi dovuti al mancato coordinamento tra le ditte che hanno dovuto mettere mano ai sottoservizi e che hanno predisposto ognuna un diverso piano-sicurezza – il primo tratto di Corso della Repubblica, dal bivio di Via Arigni a Piazza Diamare. Il progetto complessivo coincide con gli edifici Ina Casa “Lotto Nicolosi” da Piazza Marconi a Piazza Diaz.
L’obiettivo è quello di rendere il Corso una vera piazza lineare: e così effettivamente è apparsa ai primi passeggiatori. Un doppio filare di alberi garantisce un ombreggiamento alle numerose sedute laterali.
Spicca una qualità ambientale ottimale che rende improponibile il confronto col passato di traffico e parcheggi a volte selvaggi.
La prossima settimana sarà fruibile il secondo tratto dell’arteria principale, da Piazza Diamare al Bar Centrale. La ditta appaltatrice garantisce che entro l’8 dicembre sarà completato anche il pezzo finale, fino alla Madonnina. Proprio nei tempi giusti per una campagna elettorale coi fiocchi.
Insomma mezzo centro cittadino sarà ristrutturato prima di Natale. Il colpo scuro finale sarà – ad aprile 2024 – la consegna dei lavori per il rifacimento di Piazza Labriola: il Perlato Royal corenese e la Breccia Paradiso esperiana saranno protagonisti assoluti del rifacimento degli 8500 mq dello spazio caratterizzato dalla presenza della sede centrale del Tribunale. La piazza sarà arricchita da una grande fontana per celebrare Cassino come città dell’acqua, e da una grande scultura di Shigheru Saito ispirata ad una delle “Lezioni americane” di Italo Calvino. L’architetto Bianchi vuol così «riconnettere alla Piazza il Palazzo del Tribunale con un accesso celebrativo in Travertino Romano con una scalinata illuminata e caratterizzata dalla scritta “Sao Ko Kelle Terre…” del famoso documento della Carta Capuana.
In una città degradata ed abbandonata da anni, dove hanno fatto notizia per lunghi periodi gli sflaci d’erba alla villa comunale ed al teatro romano, è chiaro che il cambio di passo prodotto da fondi del Pnrr e della Regione Lazio adesso è visibile. L’amministrazione comunale esce dal dissesto finanziario ed ha dovuto puntare tutto sulle risorse ottenute nel tempo, anche grazie alla presenza dell’amministrazione regionale di centrosinistra. Con Zingaretti si trattava di piegarsi alla nota filiera di potere, avendo in cambio i soldi necessari ad andare oltre la manutenzione. Lo sanno bene tutti i sindaci del territorio che, alla fine, hanno assecondato tutte le operazioni possibili e immaginabili, dall’incredibile Egato dei rifiuti alle note vicende di Acea, dalla indebitata e inefficiente gestione rifiuti Saf alle questioni relative all’inquinamento del territorio, con incrementi di impianti come San Vittore o tentativi reiterati di riaprire la discarica di Roccasecca.
Tornando a Cassino l’operazione di riqualificazione è oggi riuscita ad incidere sensibilmente perfino nel fronte dei commercianti del centro che hanno sempre osteggiato l’isola pedonale e che, invece, il divieto di circolazione se lo ritroveranno davanti alle serrande. Secondo una delle maggiori organizzazioni di categoria, oggi saremmo al 50% di favorevoli contro l’altra metà di storici contrari. Un punto a favore di Salera che lo stesso sindaco non ha neppure cercato visto e considerato che, al di là del romanticismo, neppure il dialogo con la città sembra essere mai stato il suo forte.
Al punto che dalla sua amministrazione – dove si marcia allineati e compatti (perfino l’assessore Maccaro ha dovuto smentire se stesso dopo aver rilasciato una semplice e inoffensiva intervista) – c’è chi ammette dietro anonimato che i malumori dei commercianti e di una parte della città (contrariata dalla chiusura al traffico di Corso e Piazza Diamare e quindi dalla traumatica interruzione del tragittodella Casilina e di viale Dante) sono più che giustificati: “Non si può pretendere di fare interventi così importanti senza illustrare gli obiettivi complessivi dell’amministrazione per l’intera Cassino”.
Ecco perché quello elettorale di Salera, al di là della situazione frammentata del centrodestra con le note “quinte colonne” al lavoro incessantemente, appare comunque un azzardo: vincere le elezioni e tornare a fare il sindaco nonostante il ghigno di chi insiste nel non dire cosa ha in mente di fare. E soprattutto dà ad intendere che il “non dare prospettive” ai cassinati è sempre meglio del recente passato di debiti, disamministrazione e sbando completo. E non c’è tra i suoi chi si azzardi a ricordargli che in democrazia non funziona proprio così.