A Bankitalia è l’ora del nostro Panetta: per lui l’arduo compito di gestire la fase economica più difficile degli ultimi trent’anni

Da oggi Fabio Panetta è Governatore della Banca d’Italia. Un altro ciociaro, dopo Antonio Fazio. Panetta, nato a Roma, è originario di Pescosolido, dove il padre Paolino è stato sindaco per tantissimi anni: dal 1964 al 1982 e poi dal 1985 al 1993. Un’istituzione. Il fratello Giovanni ha ricoperto il ruolo di deputato (con i Cristiani Democratici Uniti) dal 1996 al 1999, anno nel quale è rimasto vittima di un incidente stradale. Antonio Fazio è di Alvito, Fabio Panetta ha le sue radici a Pescosolido. Pochi chilometri di distanza per un destino di chi non è arrivato al vertice per caso, ma al termine di anni di impegni, di studi, di prove sul campo. Il curriculum professionale di Panetta è di quelli davanti ai quali ci si toglie il cappello: studi, dottorati, master, pubblicazioni, riconoscimenti, visione, modernità. Scrive Federico Fubini sul Corriere della Sera: “Può rivendicare di averci visto giusto, negli ultimi due anni. Non tutti sono disposti a riconoscerglielo, specie nell’Europa del Nord. Ma Panetta ha sempre detto che l’ondata d’inflazione partita nel 2021 era frutto di choc destinati a esaurirsi, che sarebbe stata passeggera e la Banca Centrale Europea doveva dar prova di una certa dose di pazienza strategica. Con la guerra in Ucraina e il ricatto del gas da parte di Mosca gli impatti si sono poi moltiplicati. Ma la lettura di Panetta e i dissensi di Francoforte si sono moltiplicati”.

Panetta non ha paura di andare controcorrente. Inoltre come membro dell’esecutivo della Bce sembra che non fosse d’accordo con l’aumento (il decimo consecutivo) dei tassi di interesse a settembre. Panetta osserva e studia il futuro: per esempio il tema dell’euro digitale, un terreno dove la finanza è destinata a confrontarsi con la geopolitica. Ha “incrociato” Antonio Fazio, Mario Draghi, Ignazio Visco (il predecessore), nel direttorio di Bankitalia l’ha voluto Mario Monti, alla Bce è stato inviato da Pd e Cinque Stelle, sulla poltrona più importante di Palazzo Koch l’ha nominato Giorgia Meloni. Sa relazionarsi con la politica, da banchiere centrale. Dovrà rilanciare l’economia del Paese in uno dei momenti più delicati di sempre e non soltanto per due guerre che si stanno combattendo in questo momento. In tutta l’area Euro (non solo in Italia) la crescita negli ultimi sei mesi è stata zero. Inoltre è ora di dire la verità e cioè che il Piano nazionale di ripresa e resilienza resta una forte incognita. Il debito pubblico fatica a scendere. Il Governo Meloni tiene i conti sotto controllo grazie ad una Finanziaria improntata al realismo e alla cautela. Gli oltre dieci miliardi di sgravi fiscali sono finanziati per un solo anno. E’ questo il contesto nel quale Fabio Panetta si insedia a Bankitalia. Lavorerà con il Governo di Giorgia Meloni. E’ rimasta celebre una sua battuta al Corriere della Sera (di oltre un anno fa): “In Italia le riforme strutturali in passato sono state come il mostro di Loch Ness: tutti ne parlano, ma di rado si sono viste”. Nei scorsi proprio la Meloni ha rilanciato lungo la strada delle riforme dello Stato. Si tratta di un cantiere aperto. Forse il più importante.

IL REBUS DI MASTRANGELI

Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ha davanti mesi complicati. All’interno della maggioranza in tanti si aspettano una candidatura alle provinciali. I delusi non torneranno nei ranghi tranquillamente. Occorre un bagno di concretezza, una riunione con i leader politici che sostengono l’Amministrazione del capoluogo. Mastrangeli ci pensi: un vertice plenario. Non soltanto con gli assessori e i consiglieri di maggioranza. Ma anche con Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Nicola Ottaviani (Lega), Claudio Fazzone (Forza Italia). E’ ora di dare un taglio politico e al tempo stesso di far assumere a tutti (pubblicamente) le proprie responsabilità. Se dovesse servire anche con un ritiro delle deleghe agli assessori e successiva redistribuzione dopo approfondito chiarimento. Sulle candidature alle provinciali e sui temi amministrativi più importanti (dallo Stadio di Nuoto al Brt). Formulando impegni scritti. Altrimenti nella maggioranza si rischia il “rompete le righe”. Probabilmente dopo le europee.