Il clima di incertezza, l’inflazione e la stretta della politica monetaria della Bce pesa sulle dinamiche imprenditoriali del Paese. In Italia ed in particolare in provincia di Latina si assiste a un progressivo aumento delle cessazioni di aziende. Un fenomeno influenzato dalle pressioni dovute all’aumento dei costi di gas, energia, materie prime e semilavorati, cui si aggiungono le tensioni connesse all’incremento dei costi dei debiti finanziari, le cui previsioni sono di ulteriore crescita. Una sovrapposizione di fattori pesa maggiormente sulle realtà più piccole, in ragione delle difficoltà a trovare formule compensative per rimanere sul mercato. Nelle ultime ore sta prendendo corpo la consapevolezza di riprogrammare il rilancio dell’economia pontina. In tal senso l’idea di indire gli Stati generali dell’economia appare sacrosanto. Occorre avviare un confronto fra tutte le parti in gioco per portare la provincia di Latina fuori dalla crisi economica. L’intento è quello di coinvolgere in un unico e coordinato momento di confronto istituzioni, ricerca, imprese e stakeholder locali con lo scopo ultimo di discutere dello stato dell’arte delle azioni intraprese o in fieri sulla città. Per questo riteniamo urgente organizzare nel più breve tempo possibile gli Stati generali dell’Economia pontina. C’è bisogno di riunire tutte le forze di governo, le parti sociali, le associazioni di categoria e un gruppo di menti ”brillanti”. Questo insieme di figure professionali ed istituzionali inizierà un lavoro collettivo per individuare la strategia giusta per uscire dalla crisi economica.
UNA PROVINCIA IN SOFFERENZA
Le elaborazioni Osserfare sui dati Movimprese del secondo trimestre 2023 mostrano che il Lazio si conferma ai vertici della graduatoria regionale, con un saldo che supera le 3.800 unità di imprese e un tasso di crescita pari a +0,63%, comunque in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Decisamente contenuto si rivela invece il turn over nella provincia pontina. A Latina in particolare, i dati Movimprese mostrano un saldo nel secondo trimestre considerato pari a 286 unità, un tasso di natalità di 1,32 e un tasso di mortalità di imprese di 0,82. Il tasso di crescita nel 2023 è pari a 0,50 mentre era a 0,59, con un saldo di 340 imprese, nello stesso periodo dell’anno precedente. In termini settoriali, si conferma il traino delle costruzioni, sebbene il contributo si ridimensioni a tutti i livelli territoriali. Il segmento turistico-ricettivo pontino non decolla ed i valori trimestrali risultano leggermente sottotono rispetto all’estate 2022.
Le aziende della Provincia di Latina in gran parte formate da industrie medio piccole sono state costrette a fermi produttivi e all’utilizzo smisurato degli ammortizzatori sociali da Covid-19 e non solo; attingendo anche a strumenti quali cigo ex lege 148/2015 e financo a cigs straordinarie. Ci riferiamo al settore aeronautico e dell’aero-spazio quelli più impattati dalla crisi emergenziale e dalle successive conseguenze economico-sociali derivanti dalla guerra Russia-Ucraina. Quest’ultimo evento, del tutto inaspettato, ha ridotto i margini di quella piccola ripresa economica post covid. Invero la crisi energivora scoppiata in seguito alla guerra e l’aumento generale dei prezzi con picchi di inflazione percepita alle famiglie al 12% (conseguenze dell’evento bellico), hanno impattato negativamente in maniera indistinta su famiglie e imprese. Tutti i settori industriali ne hanno risentito, in modo principale quelli che fanno uso dell’energia elettrica per il ciclo produttivo.
REBUS INFRASTRUTTURE
La nostra Provincia attende ormai da anni l’elemento essenziale e determinante per un pieno rilancio: la realizzazione di infrastrutture, mi riferisco soprattutto a quelle autostradali che già potrebbero, se realizzate, far fare un salto di qualità al territorio. Questo costituisce infatti un elemento cardine anche riguardo la possibilità di attrarre futuri investimenti/investitori anche esteri. L’Autostrada Roma-Latina, la bretella Cisterna-Valmontone e la Monti Lepini sono le opere basilari che tutti attendono e che potrebbero ora con i fondi del PNNR dare una spinta alla ripresa di tutti i comparti industriali.
Gli Stati generali serviranno ad intavolare una nuova strategia economica. Semplificazione e lotta alla burocrazia, nuovi investimenti e rilancio delle infrastrutture dovranno essere i punti cardine da affrontare e sui quali occorrerà trovare soluzioni concrete.