Facce da… voti ponderati. Ecco i favoriti per il record di preferenze alle provinciali. Se anche De Benedetti boccia la Schlein

Tra una settimana all’Amministrazione Provinciale di Frosinone saranno già stati eletti i 12 consiglieri. Si vota infatti venerdì 22 dicembre, dalle 8 alle 20: subito dopo lo scrutinio delle schede.

E’ una competizione molto sentita e combattuta. Lo scorso anno per la presidenza si concluse con una volata sul filo di lana tra Luca Di Stefano e Luigi Germani. Più staccato Riccardo Mastrangeli. Stavolta tocca a partiti e singoli. I temi non mancano. Per esempio Gianluca Quadrini (Forza Italia) è l’unico ad essere stato sempre eletto, dal 2014 ad ora. Ha collezionato quattro successi e vuole il “pokerissimo”. Consigliere comunale ad Arpino, ha sempre costruito le vittorie sugli amministratori dei piccoli e medi Comuni. Infatti come preferenze secche non ha mai avuto rivali.

Con una consiliatura in meno nel curriculum c’è Luigi Vacana (Provincia in Comune). E’ consigliere di Gallinaro. Pure lui fa affidamento sui centri piccoli, ma riesce spesso a giocarsi un prezioso “tesoretto” nei Comuni più grandi. Non ha mai sbagliato un colpo.

Ma chi si aggiudicherà il titolo di “mister preferenze”? Chi otterrà la palma del mattatore di voti ponderati? Naturalmente nell’elenco dei favoriti non possono mancare due uscenti del Pd: Enrico Pittiglio e Antonella Di Pucchio. Nella stessa lista, che si chiama La Provincia dei Cittadini, c’è Adamo Pantano, che si candida al ruolo di outsider.

Fratelli d’Italia ha costruito una lista forte e compatta. I nomi di punta sono due: il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore e il consigliere comunale di Anagni Alessandro Cardinali. Entrambi nelle condizioni di far saltare il banco dei voti.

In questa speciale corsa Gianluca Quadrini (Forza Italia) c’è di diritto. Nella Lega il più attrezzato è sicuramente Luca Zaccari (Ferentino), che già nel 2021 fece capire di essere assai solido. Nel partito fa riferimento all’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli. Questi sono i favoriti per il ruolo di più votato.

L’INGEGNERE E IL PROFESSORE

Dell’intervista al quotidiano Il Foglio è stata riportata soprattutto questa frase: “Scelta dolorosa, ma tra Giorgia Meloni e Giuseppe Conte sceglierei Meloni”. Non è una novità, ma forse l’ingegner Carlo De Benedetti non l’aveva detto mai in modo così chiaro. Però ha affrontato anche altri temi. Fra gli altri quello della leadership del Pd. Ha affermato: “Elly Schlein l’ho appoggiata e anche aiutata in qualche modo. Pensavo che fosse la persona di cui il Pd avesse bisogno. Pensavo fosse un cambiamento vero, non il modo di Dario Franceschini per restare al potere. Ma ora non voglio esagerare. Dare addosso alla Schlein è troppo facile. Il partito non c’è più da prima di Schlein e io per la verità non so nemmeno che politica esprima ormai credo nessuna”.

Romano Prodi, intervistato a Piazza Pulita, ha  detto: “La Schlein ha preso una situazione politica in cui c’erano state anche delle batoste elettorali, adesso il suo cammino è difficile, nei prossimi giorni sarà organizzato il programma europeo e si capirà la sfida. Non è che uno raccoglie prima di seminare. Questo è il compito non facile della Schlein, anche perché c’è un abbandono dei partiti da parte di tutti. Il Pd è ancora uno dei pochi che resiste, per il resto non c’è più vita di partito”. Situazione molto difficile per il Pd dunque, sia per De Benedetti che per Prodi. In effetti le europee saranno un banco di prova importante per Elly Schlein. Per sfondare quota 20% e posizionarsi stabilmente al secondo posto dietro Fratelli d’Italia. Ma neppure questo basterebbe: il vero problema è la mancanza di spazi per un’alleanza di centrosinistra forte e in grado di costituire un’alternativa di governo al centrodestra.

Il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte andrà avanti da solo. In ogni caso.