Stellantis Cassino, chiusura di gennaio prolungata, poi un 2024 di esodi ed esuberi

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La ripresa produttiva di Stellantis Piedimonte è stata riprogrammata: l’avviamento degli impianti con la nuova piattaforma elettrificata Peugeot avverrà lunedì 15 gennaio (e non più l’8 gennaio). L’inizio della produzione di Alfa Giulia e Stelvio elettrificate avverrà giovedì 18 Gennaio (non più l’11 gennaio). Ricordiamo che l’ultimo giorno lavorativo è stato il 30 novembre scorso. 
I francesi da una parte hanno avviato una campagna di vendita delle azioni del gruppo ai dipendenti e dall’altra continuano il pressing per disfarsi della manodopera italiana. Proprio a novembre hanno inviato mail a raffica. Ad ogni “tuta blu” è stato conteggiato l’incentivo in base all’anzianità di lavoro e in base all’età. A questi devono sommarsi le ulteriori competenze di fine rapporto. «Un’opportunità», così viene definita da Stellantis, «da accettare o rifiutare entro il 31 dicembre dell’anno in corso». 
Mentre, quindi, tendono a disfarsi dei soli dipendenti italiani (nessuna azione simile è in essere al di là delle Alpi, ovviamente), i francesi non disdegnano il denaro degli italiani.  Xavier Chereau, Chief Hr & Transformation Officer di Stellantis, ha commentato nelle scorse ore la conclusione del primo piano di azionariato per dipendenti, sottolineando che «è un piano ambizioso, con condizioni preferenziali attrattive per i dipendenti. l’iniziativa Shares to Win in Italia e in Francia dimostra la fiducia dei nostri dipendenti nel futuro sostenibile della nostra azienda, sostenuta dal piano strategico Dare Forward 2030, che ci permettera’ di raggiungere la carbon neutrality nel 2038 creando valore aggiunto per tutti gli stakeholder». 

Stellantis a Cassino sta smontando le linee basate sulla piattaforma ‘Giorgio’, che ha dato vita alle Alfa Romeo Giulia e Stelvio ed a Maserati Grecale. Al loro posto, verrà installata la nuova linea di produzione elettrica Stla Large, annunciata dal Ceo Carlos Tavares, che è venuto a Cassino lo scorso marzo per annunciare la scelta di affidare a quello stabilimento la produzione dei nuovi suv e berline di segmento premium elettrici tutti con tecnologia ormai francese. 
Nei mesi scorsi, i lavori sono iniziati nelle officine Lastratura e Verniciatura. La direzione aziendale fa trapelare che già nel primo trimestre 2024, Cassino possa iniziare a produrre i primi modelli di Maserati Grecale elettrici. La linea ha una capacità di circa 200 – 220 auto al giorno. 

Va ricordato che almeno per tutto il 2024 si lavorerà su un unico turno: la produzione si dimezzerà passando dagli attuali dieci turni settimanali a cinque. 
Ma al di là della lunga chiusura di dicembre e di inizio gennaio e il turno unico, per l’anno che verrà l’azienda prevede 850 esuberi. Ma sono centinaia i posti a rischio soprattutto fra le aziende dell’indotto. 
Unica eccezione pare la Tiberina che si è presentata a Parigi per chiedere commesse e le ha ottenute. Il 18 dicembre la direzione dell’azienda dell’area industriale cassinate che sono stati decisi e stanziati circa 30 milioni di Euro di investimenti; realizzazione delle Traverse sotto Plancia; realizzazione della “cataforesi” reparto verniciatura;linee robotizzate da circa 80 robot. Si parla di una superficie di oltre 20mila mq di investimenti. La Uilm, uno dei sindacati firmatari ha subito esultato: «È stata solo la Uilm che, caparbiamente, ha creduto e ha creato le giuste condizioni che hanno consentito a Tiberina di superare l’impasse della situazione attuale. Infatti, il 30 novembre 2023 Tiberina si è presentata in Francia, al tavolo per l’assegnazione delle nuove lavorazioni legate al mondo Stellantis, forte di una contrattazione di secondo livello 2025-2027, votata favorevolmente  dalla stragrande maggioranza  dei lavoratori. Era necessario superare l’arco temporale di accordi annuali perché tre anni sono un tempo congruo per la gestione delle attività e dei costi. La Uilm ha compreso da subito che, la transizione ecologica, ha bisogno di certezze e di equilibri tra costi e ritorni economici e che  va gestita con intelligenza per tutelare il lavoro e la sua stabilizzazione». 

I sindacati di base restano tuttavia in trincea. «Era il 2003 quando davanti al comune di Arese, dove c’era lo stabilimento Alfa Romeo, avevamo portato lo striscione “prendi i soldi e scappa” (che era stato esposto per la prima volta a Milano il 29-10-2002). Il senso di quello striscione si può trasportare oggi, pari pari, con quello che sta succedendo a Stellantis in Italia. Allora Fiat aveva chiuso l’Alfa Romeo di Arese, adesso Stellantis sta chiudendo gli stabilimenti e le attività in Italia. In queste settimane molti si stanno accorgendo che Stellantis si sta disimpegnando dall’Italia e porta le produzioni all’estero. Lacrime di coccodrillo perché la cosa era ampiamente prevedibile sin dal 2019. Intanto Stellantis va ancora a battere cassa al Governo senza dare nessun impegno su produzioni, occupazioni e chiusure di stabilimenti», spiega la Confederazione Unitaria di Base (Cub). 
«Siccome -prosegue – il governo Francese detiene il 7% delle azioni Stellantis con diritto di veto sui piani strategici. Il risultato è che Stellantis non potrà mai chiudere stabilimenti in Francia ma lo farà in Italia, cosa che sta avvenendo, dato che non ci sono vincoli di sorta. Su tutto questo pesano poi atri due fattori; il primo è che Stellantis, come prima FCA ha spostato la sua sede in Olanda e il secondo, passato inosservato è che dopo alcuni mesi dalla nascita, Stellantis ha chiuso la fideussione aperta da FCA Con le banche Italiano per 6 milardi di €, che aveva un vincolo del Governo e l’ha aperta con altre banche estere per avere le mani libere». 

Un disastro evidente e completo di fronte al quale il governo italiano sembra impotente e irretito nei rapporti con Macron e la Francia. 
Sui territori però si subiscono conseguenze devastanti ed irrimediabili. Perché non ci sono prospettive per gli italiani ed oltretutto i francesi si sono tuffati senza piani B nell’operazione dell’elettrico. 
Visto che c’è un grande manager che a Cassino ha investito e nel sito di Cassino ha creduto vale la pena ricordare qualche suo pensiero. Sergio Marchionne il 2 ottobre 2017 durante un intervento all’Università di Trento, disse: “Forzare l’introduzione dell’elettrico su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro pianeta. Quella dell’elettrico è un’operazione che va fatta senza imposizioni di legge e continuando nel frattempo a sfruttare i benefici delle altre tecnologie disponibili, in modo combinato”. 

La quota dei Bev nell’Europa occidentale è ancora il 15 per cento appena, per non parlare dell’Italia che è fanalino di coda. «Chiediamo ai contribuenti fior di quattrini per sussidiare le auto dei ricchi? Sembra un’obiezione populista – commentava Stefano Cingolani sul Foglio qualche settimana fa -, ma se prendiamo i grandi produttori, che possono sopravvivere solo con grandi volumi, quelli che sfornano milioni e milioni di auto (quasi sei milioni parlando di Stellantis), è una domanda di puro buon senso».

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