La bagarre per le Europee e lo strano incrocio con le fibrillazioni di Frosinone

Con l’arrivo del 2024 l’Italia ha assunto la presidenza di turno del G7. La guerra tra Ucraina e Russia, quella tra Israele ed Hamas, ma anche uno scenario internazionale da far tremare i polsi: basti pensare alla situazione di Taiwan. Un ulteriore banco di prova per il presidente del consiglio Giorgia Meloni, che giovedì terrà la conferenza stampa di inizio anno, già rimandata due volte per problemi di salute. Parlerà naturalmente di scenari nazionali, politici ed economici. Dalla riforma del premierato alla mancata sottoscrizione del Mes, al Pnrr. Sul piano politico il 2024 sarà il più grande anno elettorale della storia. Verranno chiamate al voto più di 4 miliardi di persone. Si voterà in otto dei dieci Paesi più popolosi del mondo: Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti. Ci sono quindi le europee, mai così importanti e decisive.

LA CIOCIARIA ALLA PROVA EUROPEA

Il Lazio è inserito nella Circoscrizione Centro, della quale fanno parte anche Toscana, Umbria e Marche. In tutto vengono eletti 15 europarlamentari. E’ una competizione dura, impegnativa, intensa. Il dato locale ha una sua importanza perché da sempre agganciato al contesto nazionale. Si vota con il sistema proporzionale e con le preferenze.

Nel 2019, cinque anni fa, in provincia di Frosinone la Lega arrivò oltre il 40%, per la precisione al 40,3%. Sei punti sopra il risultato ottenuto a livello nazionale: 34,3%.

Fratelli d’Italia all’8,9% in Ciociaria (6,4% in Italia). Forza Italia all’8,1% nella nostra provincia (8,7% sul piano nazionale). Partito Democratico al 16% (22,6% in Italia). Movimento Cinque Stelle al 18,5% in Ciociaria (17% in Italia). Stavolta la situazione è molto diversa e tante cose cambieranno. La Lega è sotto il 10% in tutti i principali sondaggi: vuol dire che perderà molti europarlamentari rispetto alla volta scorsa. Fratelli d’Italia è accreditata di quasi il 30%: guadagnerà eletti. Mentre Partito Democratico, Cinque Stelle e Forza Italia sono più o meno nella stessa area di percentuale. La situazione più complicata riguarda il Pd, perché sotto il 20% ci sarebbe una drastica diminuzione di seggi. I partiti sono già tutti mobilitati e i risultati delle singole province saranno importanti e assai considerati. Dovranno muoversi i leader ma anche i dirigenti, i sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali. Le recenti provinciali hanno rappresentato un banco di prova per gli amministratori locali e le segreterie politiche stanno ancora studiando i flussi per capire chi è mancato all’appello. Al momento in Ciociaria l’unico che sarà sicuramente candidato alle europee è Mario Abbruzzese, nella lista della Lega. L’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli non può sbagliare, il deputato e segretario provinciale Nicola Ottaviani dovrà cercare di mobilitare il partito. Una brutta figura alle urne non è mai un buon biglietto da visita. Negli altri partiti si sta cercando di capire se e quali sono gli spazi. Nel Pd si era parlato di Francesco De Angelis, ma è difficile che scenderà in campo. Non sembrano esserci le condizioni.

CITTÀ DEL FUTURO O URNE: IL BIVIO CHE MASTRANGELI NON TEME

Il 2024 sarà un anno di cantieri, che però dovranno essere terminati. Finora i ritardi non sono mancati. L’Amministrazione Mastrangeli ha la necessità di completare i lavori per la riqualificazione di piazzale Kambo, ma anche di Largo Turriziani e dei Piloni. C’è poi da attivare il Bus Rapid Transit: non è ancora chiaro quale sarà il percorso definitivo e con quali mezzi si viaggerà. C’è da augurarsi che i tracciati delle piste ciclabili e ciclopedonali vengano ordinati una volta per tutte. Il sindaco Riccardo Mastrangeli non a caso richiama sempre il programma amministrativo. Lo fa per delimitare i confini della maggioranza, aggiungendo che tutti gli eletti lo hanno firmato. Sul piano politico il centrodestra è ad un’eterna condizione di partenza. Senza una verifica (politica) reale non si potrà fare altro che andare avanti alla giornata. Il sindaco, stando alla percezione che trapela dalle persone a lui più vicine, non starà lì a farsi bruciare a fuoco lento. È consapevole di avere dalla sua un consenso personale notevole che gli potrà permettere, anche in futuro, di dare le carte. Non ammette deroghe o compromessi sulla sua città del futuro. Ecco perché alla ripresa dei giochi nulla sarà più come prima.