Lo stallo tra primaristi e partiti di centrodestra e il tentativo di riunificare lo schieramento ormai iniziano a mostrare crepe sempre più evidenti. Le difficoltà non sono apparse tanto fra i sostenitori degli sfidanti che vanno all’appuntamento del 28 gennaio, con Sebastianelli, Borraccio, Langiano, Natale e Di Folco – pur lasciando almeno nelle dichiarazioni ufficiali la porta aperta alle forze politiche tradizionali – quanto nella coalizione partitica che dovrebbe essere guidata da Fratelli d’Italia. Ma proprio i meloniani erano fermi fino a 48 ore fa alla rosa di sei aspiranti – Di Mascio, Borrea, Marino, Petrarcone, Abbatecola, Bevilacqua – nonostante il tempo scorra inesorabile mentre dalla “palude” in cui si è cacciato il commissario, sembra non avere la possibilità, la volontà o la forza di uscire. Fatto sta che l’altra sera l’avvocato Di Mascio ha rotto gli indugi e scritto a Tagliferri: «Caro Fabio, ti comunico, mio malgrado, che non ci sono più le condizioni per una mia candidatura a Sindaco della Città di Cassino. Pertanto ritiro la mia disponibilità nella certezza che ognuno degli altri 5 aspiranti indicati da Fratelli d’Italia abbia la autorevolezza e la competenza per sostenere un sì gravoso impegno. Resta fermo il mio impegno a disposizione del Partito ed il mio contributo per la imminente competizione elettorale. Un abbraccio. Peppe Di Mascio».
E’ seguita stasera una – per molti versi analoga – nota dell’avvocato Alberto Bòrrea, anche lui militante della destra di lungo corso ed ex assessore municipale. «Stimato Commissario (carissimo Fabio) – scrive Bòrrea -, ho letto con rammarico, la nota con la quale il collega Giuseppe Di Mascio ha comunicato la propria, meditata e maturata, non disponibilità a candidarsi a Sindaco per il nostro Partito. Ciò mi ha spinto a meglio riflettere in ordine alla mia posizione – comune a quella dell’Avv. Di
Mascio fino a qualche giorno fa – non fosse altro per il lungo percorso di militanza, giovanile e nel
tempo, con questi condivisa nei Movimenti e Partiti di cui, il Nostro, è naturale promanazione. Militanza sfociata – oltre che in prestigiosi incarichi nazionali – anche, in esperienze amministrative i cui risultati sono oggi ben visibili in importanti realizzazioni nella nostra Città. E’, forse, giunta l’ora di lasciare il passo a energie pronte a lasciare il segno nella realtà politico-amministrativa di Cassino e che ben possono essere rinvenute tra gli aspiranti candidati di Fratelli d’Italia. Sai che ci sono e ci sarò sempre, nelle battaglie illuminate dai nostri simboli, a fianco degli amici che meglio li rappresenteranno. Pronto, quindi, a dare tutto il mio sostegno, senza risparmio di energia alcuna, nella imminente competizione elettorale, con il tricolore di Fratelli d’Italia. Con affetto e stima immutati e immutabili».
Ora secondo alcuni osservatori Di Mascio e Bòrrea avrebbero semplicemente segnalato la gravità dello stallo di Fratelli d’Italia Cassino. Del resto dei professionisti noti e stimati, con nomi ben spendibili come l’avvocato Di Mascio e l’avvocato Bòrrea, per quanto tempo possono essere mantenuti sulla graticola di una presunta selezione di candidati che tarda a concretizzarsi, dopo due mesi di chiacchiere? Non certo ancora a lungo oltretutto, visto l’avvicinarsi della data delle elezioni. Comunque la mossa dei due ex assessori comunali, secondo altri esponenti d’area, sarebbe una sorta di gong sul tempo a disposizione di Tagliaferri e di FdI per fare una scelta tale da consentire l’organizzazione di una campagna elettorale che possa essere concorrenziale con quella – in evidente discesa – del sindaco uscente Salera.
“Mai dire mai”, sottolinea qualcun altro. Quindi bisognerà vedere se le prossime mosse di Tagliaferri possano in qualche misura recuperare la disponibilità di Peppe Di Mascio e Alberto Bòrrea o meno.
Il commissario convocherà la prossima settimana un’ulteriore riunione di partito, poi resterebbe solo il livello regionale per mettere le mani sul caso Cassino che manco un commissariamento operato dal provinciale ha dimostrato di saper o poter risolvere.
Peraltro le elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale hanno di fatto definitivamente allontanato dal centrodestra la consigliera comunale di FdI Michelina Bevilacqua (pur autoinclusasi nella rosa dei possibili candidati a sindaco dei meloniani) che avrebbe sostenuto il capogruppo dem Gino Ranaldi, sulla base di un semplice sondaggio condotto tra gli esponenti dell’opposizione ma ben noto alla stessa maggioranza di centrosinistra. In realtà Bevilacqua ha tenuto da sempre una linea non certo intransigente nei confronti dei saleriani in Piazza De Gasperi. Ma quest’ultima scelta a favore di Ranaldi – sommata alle altre circostanze che le sono state ricordare in pubblico confronto dall’ex segretaria cittadina Abbatecola proprio in una precedente riunione di partito – avrebbe fatto traboccare il vaso della sopportazione nel centrodestra ed in FdI in particolare.
Il ragionamento sul sostegno della consigliera comunale di FdI a Salera e amici viene sottolineato pubblicamente dal consigliere comunale di minoranza Renato De Sanctis che pure non cita esplicitamente l’esponente: «I Conti si pagano – esordisce -: Provinciali di Frosinone 22.12.2023. Il candidato alle provinciali per conto della maggioranza di Cassino, capitanata da Salera è Gaetano Ranaldi (detto Gino). A disposizione di tale maggioranza ci sono 15 voti dei consiglieri + 1 del sindaco, in totale 16 voti ponderati (ognuno ne vale 306). La presidente del Consiglio (Barbara Di Rollo) apertamente dichiara di non votare Ranaldi, l’ assessore responsabile del gruppo Demos dichiara che la propria lealtà verso questa amministrazione è delimitata da confini comunali, quindi per le provinciali i riferimenti sono diversi ed i due voti a disposizione degli altrettanti consiglieri Demos (Galasso e Umbaldo), sono rivolti altrove. Ora partendo dai voti disponibili 16+; sottraendo le defezioni dichiarate 3 -. I voti ponderati in fascia verde a favore di Ranaldi dovrebbero essere 13. Ranaldi ne prende 14. Chi è della minoranza che va in soccorso di Salera e vota il Consigliere Ranaldi e soprattutto perché? La regia – sottolinea De Sanctis – è dello stesso stratega degli Antridonati, mago Silvan “Salera”, leggendo poi delibere di giunta e determinazioni dirigenziali comprese tra il 14 dicembre ed il 18 dicembre 2023 ( prima cioè delle votazioni provinciali del 22/12/23), si ben capisce di chi sia la maternità del 14° voto a favore di Ranaldi, ma soprattutto se ne comprende il perché. E non finisce qua».
Dai partiti di centrodestra peraltro c’è chi si allontana anche per divergenze ormai sedimentate con l’ex presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese, che dice di essere impegnato solo per le elezioni al Parlamento Ue e di disinteressarsi delle vicente cassinati mentre in realtà continua ad incidere su quel che accade in città, pur nel tentativo di restarne regista ufficialmente occulto. In questo quadro di esponenti distanti dal candidato in pectore alle europee – a parte l’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro (addirittura riapparso alla conferenza stampa di fine anno di Salera) – c’è anche la consigliera comunale uscente e vice presidente del Consorzio dei servizi sociali del Cassinate, Francesca Calvani.
Ultimo capitolo, quello della riappacificazione tra primaristi e partiti di centrodestra con obiettivo sulla sintesi per un unico candidato a sindaco: su questo argomento – da tutti, o comunque dai più, considerato imprescindibile – continuano semplici ammiccamenti fra i due schieramenti. Niente di più. Anche su questa prospettiva il tempo è tiranno e gioca unicamente a favore del sindaco di centrosinistra uscente.