In Italia ci sono più slot machines che letti negli ospedali. Quattrocentomila sono le macchinette mangiasoldi, 280mila sono le brande per gli ammalati.
E mentre lo Stato con la mano destra tagli i fondi alla sanità, con la sinistra insaccoccia 9 miliardi l’anno lucrando sulle speranze dei nostri compatrioti. A dirlo sono i dati messi nero su bianco da un recente rapporto del Cnca. E in Ciociaria com’è che siamo messi? Quanto si sfida la sorte magari senza più necessariamente passare dalla eviscerazione di capre e rospi?
Per scoprirlo sarà necessario condividere un breve viaggio che, come direbbe il Morpheus di Matrix, ci darà conto di “quanto è profonda la tana del Bianconiglio”
Primo aspetto (non particolarmente confortante): secondo i dati diffusi di recente dal gruppo editoriale Gedi in uno studio dall’asettico titolo, LíItalia delle slot, in provincia di Frosinone la media di quanti cercano di ingraziarsi i favori della Dea Opi (la divinità che nella Roma antica distribuiva più o meno equamente i colpi di deretano) è più alta che in tutto il resto d’Italia.
In Italia le slot inghiottono ogni anno 444euro a persona, il tutto a fronte di un reddito medio pari a 17100 euro.
Ebbene, da queste parti l’asticella s’alza e non di poco. Per esempio: a Frosinone (46.120 abitanti con un reddito pro capite pari a 20.045) si spendono nelle slot in media 1776 euro a capoccia. Se ne deduce che il valore delle giocate è quattro volte più alto di quanto si guadagna in un anno: l’8,88%.
Gli apparecchi in città sono 742, 16 ogni 1000 abitanti, di cui 576 New Slot e 176 Videolottery. Per la cronaca: Le Videolottery (o VLT) accettano anche banconote, sono presenti in locali dedicati e consentono giocate e vincite più alte mentre le App, chiamate anche New Slot, accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie. Quanto è virtuoso il nostro capoluogo? Calcolando l’indice su una scala da 1 a 5. (più è alto e più il comune è virtuoso e quindi con una bassa diffusione di slot e con poche giocate) Frosinone è a 1.
E a Sora, Anagni ed Alatri, città con reddito medio simile a quello del capoluogo, come va? Va così. A Sora si infilano nelle slot 993 euro a persona: fanno 14 ogni mille abitanti. Ad Alatri 652, ad Anagni 821. Lasciano perplessi anche i numeri che arrivano da piccoli centri come Atina, Filettino e San Giorgio a Liri. A San Giorgio a Liri, a fronte di un reddito da 15269 euro annui, la spesa in scommesse è pari a 3668 euro pro capite. Quasi dieci volte la media nazionale. Ad Atina, reddito medio fissato a 14000 euro, si sfida la dea bendata sborsando 2462 euro a testa. Nell’uno e nell’altro paese ci sono circa 16 macchinette ogni 1000 abitanti.
Vediamo Cassino. A fronte di un reddito di 18443 euro l’anno, se ne spendono 1276 a testa. In città funzionano a pieno regime 440 apparecchi, dodici ogni mille abitanti.
Ma il dato che fa saltare sulla sedia è quello relativo alla minuscola Filettino: 500 abitanti circa, reddito da poco più di 14000 euro. Qui, dove ci sono più di 23 slot per ogni mille abitanti, si spendono in media 1085 euro a persona l’anno in gioco d’azzardo.