Dove vai se le preferenze… non ce l’hai. Ovvero la missione impossibile di eleggere un ciociaro in Europa


Gli ultimi due europarlamentari della provincia di Frosinone eletti direttamente sono stati Alfredo Pallone e Francesco De Angelis. Nel 2009, quindici anni fa. Il primo raggiunse il record di quasi 109.000 preferenze secche, il secondo ne sfiorò 85.000. Un dato che va analizzato e soppesato. Stiamo parlando di una competizione nella quale ci sono le Circoscrizioni. Quella Centro comprende quattro regioni: Lazio, Toscana, Umbria e Marche. Il sistema elettorale è proporzionale e occorrono le preferenze (scrivere cognome e nome sulla scheda). Alfredo Pallone era un big del Popolo delle Libertà in quegli anni, Francesco De Angelis nel Pd laziale era fortissimo e in quell’occasione ebbe il sostegno del potentissimo Goffredo Bettini. Cinque anni fa Maria Veronica Rossi (Lega) ha raccolto 23.500 preferenze (più della metà in Ciociaria). E’ entrata nel Parlamento di Strasburgo quasi un anno fa, perché Simona Baldassarre è stata nominata assessore regionale. Nel 2019 ha fatto un exploit, ma è rimasta lontanissima dai voti di Pallone e De Angelis. Questo per avere il quadro della situazione reale: eleggere un europarlamentare di questo territorio è difficilissimo.

LE IPOTESI ATTUALI

La data delle elezioni è stata fissata: 8 e 9 giugno. Per adesso l’unico (quasi) certo della candidatura è Mario Abbruzzese, una lunga militanza in Forza Italia prima di passare alla Lega, con un’esperienza nella formazione di Giovanni Toti. Il “quasi” si spiega con il fatto che il nome di Abbruzzese è stato portato direttamente sul tavolo di Matteo Salvini. Probabilmente per superare qualche dubbio di Claudio Durigon. In Forza Italia circola l’ipotesi del capogruppo provinciale Gianluca Quadrini. Nel Partito Democratico la “suggestione” è quella di Sara Battisti, dodici mesi fa confermata consigliere regionale. In effetti  Battisti potrebbe giocarsela, ma ad una condizione: il sostegno esplicito e diretto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, di un deputato influente come Claudio Mancini e di un parlamentare sempre “pesante” come Matto Orfini. L’appoggio della corrente Pensare Democratico potrebbe rappresentare soltanto il punto di partenza. Molto difficile, invece, che possa concorrere Francesco De Angelis, presidente regionale del partito. Comunque, e il discorso vale per tutti, un conto è la candidatura, altro discorso sono le concrete possibilità di elezione. La Ciociaria ancora una volta potrebbe limitarsi al ruolo di “granaio” di voti e di preferenze.

LA CARICA DEI BIG

In un collegio così vasto a giocarsi la partita dell’elezione saranno i big nazionali e regionali. In Fratelli d’Italia, aspettando le scelte del capo del governo Giorgia Meloni (sta riflettendo sull’opportunità di candidarsi o meno), nel Basso Lazio c’è l’uscente Nicola Procaccini. Inoltre tra i possibili “papabili” si sentono i nomi del presidente del consiglio regionale Antonello Aurigemma e degli assessori Fabrizio Ghera e Giancarlo Righini. Stiamo parlando soltanto del Lazio, senza arrivare alle altre regioni. In Forza Italia l’europarlamentare uscente (che verrà ricandidato) del Basso Lazio è Salvatore De Meo. Antonio Tajani non parteciperà, ma diversi leader parteciperanno. Anche la Lega ha un parlamentare europeo uscente del Basso Lazio: Matteo Adinolfi, che cercherà il bis. Sicuramente un posto in lista lo avranno sia Cinzia Bonfrisco che Pino Cangemi. Certamente Mario Abbruzzese giocherà la sua partita e cercherà di ottenere un risultato ragguardevole nelle province di Frosinone e di Latina, ma centrare l’elezione sarebbe un miracolo. Nel Pd Elly Schlein, esattamente come Giorgia Meloni, sta decidendo se candidarsi o no. Non si capisce bene cosa intende fare Nicola Zingaretti. E’ certo invece che (nonostante le indiscrezioni de La Repubblica) il segretario Daniele Leodori non sarà candidato. Si parla moltissimo di Marta Bonafoni e Massimiliano Valeriani. Oltre che del sindaco di Firenze Dario Nardella. Vedremo cosa farà Sara Battisti.

I RAPPORTI DI FORZA RIBALTATI

Un elemento con il quale fare i conti è rappresentato dalle percentuali dei partiti, che poi sono quelle che determinano il numero degli eletti. Cinque anni fa la Lega in Ciociaria arrivò al 40%. Oggi nei sondaggi è al 9%. Nel 2019 Fratelli d’Italia sfiorò il 9%, adesso è accreditata del 29%. Forza Italia era all’8%, ora sta intorno al 7%. Un discorso a parte merita il Pd: nel 2019 in provincia di Frosinone fece registrare un flop del 16%, mentre nel Lazio era quasi al 24%. Naturalmente le percentuali che determineranno gli eletti sono quelle nazionali e della circoscrizione Centro. In palio ci sono 15 seggi. Decisamente pochi per soddisfare tutte le ambizioni.