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Frosinone, la fase difensiva lontano dallo Stirpe è un nodo che non si scioglie

Roberto Mercaldo
Febbraio 12, 2024

Perdere a Firenze si può. Sebbene la “viola” non attraversasse, risultati alla mano, il suo miglior momento, quella toscana resta una delle formazioni di punta del massimo campionato italiano e una squadra impegnata nella lotta per la sopravvivenza non può avere la presunzione d’inserire nella propria tabella di marcia punti al Franchi.
Perdere 1-0 o 5-1 non è poi così differente, se non dal punto di vista del morale. Il nodo da sciogliere però riguarda la fase difensiva, perché troppo spesso il Frosinone si oppone agli attacchi degli avversari in modo poco proficuo, con le maglie in questo caso viola che sbucano da ogni dove e un’inferiorità numerica non giustificata dalla rapidità del ribaltamento di fronte. In specie nei match lontano da casa i giallazzurri si trovano sovente costretti a contrastare avversari preponderanti. Quando poi questi avversari sono anche tecnicamente ragguardevoli, i problemi raddoppiano. Contro la Fiorentina inoltre il Frosinone ha preso tre dei cinque gol a difesa schierata e qui torniamo all’abusato ma purtroppo ancora attuale discorso dei limiti strutturali del pacchetto arretrato, ferito e svilito da un numero davvero esagerato di forfait.
Recuperare al più presto Zortea, Oyono e Bonifazi può essere il primo passo, ma non è possibile stabilire fin d’ora quanto questo possa migliorare automaticamente il rendimento della difesa, ad oggi la più fragile dell’intera serie A, con i 49 gol subiti in 24 gare.
C’è poi un discorso legato a quanto purtroppo non accade dalla parte opposta del campo: anche in fase conclusiva, infatti, sono troppe le opportunità non sfruttate dagli avanti giallazzurri. A Firenze Kaio Jorge è stato sfortunato protagonista di almeno tre episodi in cui il Frosinone avrebbe meritato di raccogliere i frutti di una manovra offensiva comunque incisiva e capace di portare al tiro le punte da buona posizione. Il raccolto di un solo gol, arrivato su calcio piazzato trasformato da capitan Mazzitelli, è davvero esiguo rispetto a quanto seminato da un centrocampo comunque capace di sorprendere la linea difensiva viola in più di un’occasione.
Troppo alta la percentuale di realizzazione degli avversari e troppo bassa quella dei canarini: il pesante 5-1 di Firenze si legge anche così.
E adesso? Adesso c’è la Roma, altro match a elevato coefficiente di difficoltà, come del resto tutti quelli di un Febbraio che dopo Milan, Fiorentina e i giallorossi proporrà quale quarta avversaria la Juventus allo Stadium.
Le partite chiave da qui alla fine del campionato saranno i tre match casalinghi contro Lecce, Salernitana e Udinese, dai quali si dovranno ricavare dai 7 ai 9 punti. Poi, alcuni match esterni contro squadre come il Monza, il Genoa e lo stesso Torino potrebbero rivelarsi meno ardui per via della posizione di classifica più o meno definita delle contendenti.
Non siamo ancora però alle tabelle, ma bisogna ragionare gara per gara. Però, prima di farsi prendere dal panico, va opportunamente considerato che la salvezza del Frosinone passa per le gare sul campo amico. E allo Stirpe finora i giallazzurri si sono fatti sempre rispettare. La fiducia è d’obbligo.

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