Nessuno pensa che debba essere celebrata un giorno all’anno. Si fa strada, e a ragione, il convincimento che la donna vada onorata ogni volta che spunta il sole. L’otto marzo però resta una giornata simbolo, nella quale raccontare quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare. Un giorno per riflettere, per celebrare, ma anche per porsi domande in merito alle strade ancora da percorrere perché la donna non sia vittima di retaggi ancestrali, di equivoci di fondo, di mali antichi eppure ancora non estirpati.
Se ne è parlato a Frosinone, presso il salone di rappresentanza della Provincia, grazie a “Famiglia Futura OdV”, che da vent’anni opera sul territorio, della presidente Manuela Maliziola. Interventi autorevoli ed accorati, voci che si sono levate alte e chiare per reclamare quel ruolo naturale che la donna merita, per il suo coraggio, per la sua voglia di cambiare ciò che è sbagliato, per il suo straordinario modo di essere moglie, mamma, sorella, complice, angelo discreto e instancabile.
Ciascuno ha il suo angelo in gonnella: quando incanutisce, quando il tempo le apre ferite nel corpo, è difficile che l’anima si adegui, perché una mamma non è mai stanca, perché una moglie non è mai annoiata e una bimba ha sempre il suo paradiso di colori e sogni che nessuno ha il diritto di usurpare. Stereotipi? Nossignore: vita vissuta, sussulto, respiro. E allora, eccole le testimonianze: dopo i saluti di Antonella Di Pucchio, che ha rappresentato l’Ente ospitante e il presidente Di Stefano, del dottor Raffaele Attanasi, Vicario della Questura di Frosinone, e di Cristiana Loreti per conto del presidente dell’Ordine Avvocati di Frosinone, Vincenzo Galassi, si sono susseguiti gli interventi.
Il dottor Guerriero ha illustrato come tutelare le vittime di violenza nella società moderna, poi il sostituto procuratore della Repubblica di Frosinone, dottoressa Rossella Ricca ha parlato con grande incisività delle donne inquadrate nel contesto dei diritti e della magistratura. La giornalista Angela Nicoletti ha raccontato i pericoli insiti nello smartphone e nel mondo minato dei social: l’avvocato Nadia Patrizi ha illustrato ai presenti “la donna nelle professioni” e il giornalista Nicandro D’Angelo ha sottolineato l’importanza di una tempestiva denuncia nei casi in cui le donne siano vittime di qualsiasi forma di violenza. La platea, partecipe e pulsante, era formata da studenti del Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano, del Liceo Classico e Scientifico di Ferentino, dell’Itas di Frosinone e dell’Istituto Tecnico Economico di Ceccano. Proprio gli studenti hanno fornito un contributo e una testimonianza importanti in chiusura di mattinata, con diapositive, filmati e racconti.
E veniamo alle donne premiate: Lorenza Di Brango, per il garbo e la competenza che impiega nel suo delicato compito d’informare, spaziando dalla politica alla cronaca con eguale padronanza e professionalità; Barbara Pellegrini, per il suo costante impegno culturale e sociale profuso nel territorio, svolto con dedizione e professionalità; Andreina Ciotoli, donna poliedrica e sensibile, professionista sempre attenta alle problematiche sociali che affronta con passione e competenza sia nella vita che nel lavoro; Paola Delli Colli, per il suo modo d’interpretare il ruolo di conduttrice e di donna di spettacolo, sempre attenta ad esaltare la bellezza in maniera dolce ed elegante; Cinzia Cerroni, per l’opera infaticabile di testimonianza di variegati eventi, attraverso una rilettura critica e puntuale di ogni settore della cronaca; Angela Nicoletti, per essere paladina della verità e della giustizia, attraverso inchieste mai gridate, ma sempre votate al rispetto della dignità e della vita umana.
Sei donne simbolo di come il nostro territorio stia crescendo nel segno di valori importanti, sei “guerriere” di una battaglia che ancora si annuncia cruenta, alla luce degli episodi di violenza che punteggiano la cronaca quotidiana, sporcano il contesto sociale, scuotono le coscienze e alimentano la voglia di cambiare.
Grazie a “Famiglia Futura” e all’avvocato Manuela Maliziola c’è stata una giornata di riflessione e di testimonianze. Nessuno s’illude che il percorso sia breve. Ma camminare si deve e si può, è quella della speranza la mimosa più profumata.