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Saxa, slitta l’incontro al Mimit e si allunga la trattativa tra Borgomeo e il fondo

Tarcisio Di Pontecorvo
Doveva tenersi tra fine febbraio e inizio marzo l’incontro di verifica tra la proprietà Saxa, le istituzioni ed i sindacati al ministero del Made in Italy. Ma la chiusura dell’accordo col fondo Usa, che dovrebbe finanziare con 60 milioni di euro la ripartenza delle fabbriche, non è ancora vicina. C’è una dead line tra maggio e giugno. Intanto bisogna occuparsi degli ammortizzatori sociali in scadenza.
Marzo 19, 2024
Lo stabilimento Saxa Gres

Tra fine febbraio ed inizio marzo era fissato l’appuntamento al Ministero del Made in Italy di verifica dell’ingresso in società – con l’imprenditore Francesco Borgomeo – di un nuovo investitore (un fondo Usa) che dovrebbe finanziare il progetto complessivo di Saxa Gres con circa 60 milioni di euro. Siamo giunti al 19 marzo ed ancora non si hanno notizie e, quel che balza soprattutto agli occhi, nulla si muove nelle aziende ferme da tempo. Al punto che la preoccupazione sale, non solo tra le organizzazioni sindacali – la vicenda è seguita dalle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl -, ma anche alla Regione Lazio, dove l’attenzione è massima in particolare da parte del consigliere Daniele Maura e della vice presidente, con delega alle attività produttive, Roberta Angelilli (reduci dalle vicende non meno complesse della vertenza Reno de Medici, archiviata con successo).
Il nodo Saxa si scioglierebbe anche rispettando i tempi del cronoprogramma che Borgomeo ha presentato il 17 gennaio scorso al Mimit alla presenza di istituzioni e parti sociali di Lazio ed Umbria. In particolare l’azienda ha presentato delle slide all’interno delle quali, oltre ai processi di acquisizione dei tre siti, è stato indicata una scansione di tempi rispetto le ripartenze: Anagni «nelle prossime settimane»; Roccasecca a luglio 2024 (attualmente è aperta una cassa integrazione straordinaria per riconversione per 210 lavoratori prorogata fino al 16 agosto 2024, in cui una parte delle maestranze, nel frattempo, ha lavorato presso il sito di Anagni); Gualdo Tadino (Perugia) nel secondo semestre 2024 (oggi c’è cigs per cessazione scaduta il 31 dicembre 2023 e per cui era stata richiesta proroga fino al 13 marzo 2024, sono coinvolti 98 lavoratori).

Insomma se passa marzo – e visto che servono almeno 3 mesi per riattivare i soli forni che rappresentano il cuore delle produzioni -, siamo proprio al limite per Roccasecca, oltre il limite abbondantemente per Anagni mentre appena in tempo per Gualdo Tadino. Almeno rispetto alle cose profilate da Borgomeo.
Ma la lettura di ambienti finanziari appare al momento più tranquillizzante, nel senso che la dead line in realtà potrebbe essere quella che corre tra maggio e giugno. A quella data verrebbe spostato l’appuntamento al Ministero del made in Italy. I soggetti che stanno trattando, infatti, non si possono permettere che vengano ritirate le garanzie fornite dal fondo specifico del Mediocredito centrale. Quindi Borgomeo si trova a dover portare a termine una trattativa oggettivamente complessa, con punti di vista diversi fra i partner, ma sul tavolo resterebbero le aziende ed un progetto industriale considerato solido dal punto di vista della sostenibilità economica e perfino del profitto una volta entrato a regime.
Di sicuro ci sono anche le esposizioni per gli investimenti effettuati fino ad oggi, incluso il famoso bond sul quale la Saxa ha sospeso il pagamento degli interessi: “Prestito Obbligazionario Grestone Bond a Tasso Fisso – Scadenza 2026, suddiviso in n. 150.000 titoli obbligazionari del valore nominale di Euro 1.000,00 cadauno in taglio non frazionabile”. Per comprendere il volume di denaro a cui ci riferiamo i siti specializzati ricordano come Saxa Gres abbia messo su un piano di investimenti del valore di 27,5 milioni di euro. Di questo progetto finanziario 10 milioni di euro sono una prima tranche garantita da SACE e sottoscritta da banca Illimity insieme a una serie di istituti bancari locali; e 17,5 milioni di euro sono finanziamenti garantiti per 9 milioni di euro dal Fondo di Garanzia – Mediocredito Centrale e per 8,5 milioni di euro da SACE. 
Insomma la trattativa è ancora aperta tra Borgomeo e fondo e al momento non ci sono segnali che possano far pensare ad una chiusura a breve. Intanto istituzioni e organizzazioni sindacali devono mettere mano al prolungamento degli ammortizzatori sociali che nel frattempo andranno a scadere. L’obiettivo di tutti è salvare fabbriche e posti di lavoro, al di là delle parole dell’imprenditore e presidente di Unindustria Cassino. Che pare sempre sicuro delle sue mosse. Beato lui.

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