A due settimane dal voto delle europee sul sito ufficiale del Ministero dell’Interno non risultano ancora “caricati” i dati definitivi della Circoscrizione Centro (Lazio, Toscana, Umbria e Marche). Mancano i risultati di 78 sezioni. Nelle scorse ore il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è tornato sull’argomento con una dichiarazione all’AdnKronos: “Si sta facendo confusione. Ci sono due questioni ben distinte. Una riguarda lo scrutinio dei voti che a Roma si è svolto regolarmente e i dati sono stati consegnati al Tribunale come sempre. Altra cosa è il problema che ha riguardato la comunicazione dei dati ufficiosi in via telematica per la consultazione pubblica sui siti web: un bug che ha coinvolto una settantina di sezioni e sul quale ormai non possiamo fare niente. Se non accertare la causa e la responsabilità. Ma la seconda questione non ha inciso sul processo di proclamazione degli eletti e alla ufficializzazione delle preferenze”. Gualtieri ha aggiunto che il Campidoglio chiederà formalmente al Viminale di aggiornare Eligendo quando arriveranno risultati ufficiali. Ma possibile che nel 2024 debbano passare più di tre settimane per conoscere i dati ufficiali? Anche in presenza di un problema del genere? Paolo Trancassini, deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, ha tagliato corto: “Quello che è successo nella Capitale d’Italia in occasione delle elezioni europee è scandaloso. Ad oggi non abbiamo ancora i nomi degli eletti italiani in Europa”.
Ad ogni modo percentuali, voti e preferenze delle 78 sezioni non potranno stravolgere i risultati, anche se delle modifiche (magari sull’ordine di arrivo nelle singole liste) non sono aprioristicamente esclusi. Il 16 luglio il nuovo Parlamento europeo si riunisce a Strasburgo per la prima seduta plenaria ed elegge il presidente e i 14 vicepresidente. Siamo fiduciosi: per quella data i risultati saranno ufficiali anche nella Circoscrizione Centro!
Scherzi a parte, comunque la si metta, il Comune di Roma non si è dimostrato all’altezza e ha rimediato una figuraccia. A livello europeo.
Il quadro degli eletti è comunque questo. Fratelli d’Italia nella centro avrà 5 deputati: Nicola Procaccini, Marco Squarta, Carlo Ciccioli, Antonella Sberna, Francesco Torselli.
Pure il Pd 5: Nicola Zingaretti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Camilla Laureti, Marco Tarquinio. Nei Dem potrebbero esserci degli spostamenti nella classifica finale a causa di qualche preferenza in più o in meno.
I due eletti del Movimento Cinque Stelle sono Carolina Morace e Dario Tamburrano. Ignazio Marino per Alleanza Verdi e Sinistra. Salvatore De Meo per Forza Italia. Nella Lega il primo è stato il generale Roberto Vannacci, che può scegliere tra Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud. Secondo alcune indiscrezioni Vannacci sarebbe orientato per il Nord Ovest e quindi alla Centro libererebbe il posto per Susanna Ceccardi. Quello che comunque sconcerta è che a quattordici giorni dal voto degli italiani mancano ancora delle certezze importanti. E nessuno pensa perlomeno di chiedere scusa.
LA PROVINCIA SMARRITA
Che fine hanno fatto i progetti e le idee che la Provincia di Frosinone doveva sottoporre alla Regione Lazio per dare seguito e sostanza al fiume di parole degli Stati generali del novembre scorso? Che fine ha fatto il Comitato per lo sviluppo strombazzato ai quattro venti? In realtà alla Provincia di Frosinone nessuno decide davvero su nulla. Non a causa della legge Del Rio. Con Antonio Pompeo presidente l’ente aveva recuperato centralità politica. Adesso è diverso: Luca Di Stefano ha inserito da mesi il pilota automatico, che peraltro funziona…a marcia indietro. La volontà di coinvolgere tutti in un’ottica trasversale e civica non ha prodotto alcun risultato. Di Stefano è stato eletto presidente con l’appoggio dell’area del Pd di Francesco De Angelis e Sara Battisti (che ora hanno preso strade diverse),ma anche con il sostegno di Gianluca Quadrini, Adamo Pantano, Azione e tanti singoli amministratori.
Un quadro che si è rotto subito per la volontà dei Di Stefano’s (padre e figlio) di mettersi in proprio occhieggiando a destra e a manca con il malcelato desiderio di piacere a tutti (in primis a Francesco Rocca, che come tutti sanno e come sa bene Di Stefano padre, in Regione tiene le fila della Sanità).
Tutto questo ha prodotto in primo luogo la perdita di peso dell’ente in quanto tale (dove spadroneggia la burocrazia e la politica si limita a rarificare senza indirizzare nulla) e poi una specie di tana libera tutti sul piano dei rapporti tra partiti. Con i consiglieri che non hanno alcuna agibilità sul piano operativo.
In definitiva pensare di fare politica senza la politica produce… il nulla.