L’ultima in finale nello stesso anno al Roland Garros e a Wimbledon si chiamava Serena Williams. Ora si chiama Jasmine Paolini, piccola grande toscana che a 27 anni si è regalata una dimensione tecnica impensabile fino a pochi mesi fa.
E’ stata una lotta, perché stavolta Jasmine non aveva le stimmate dei suoi giorni di grazia e la palla non camminava veloce come sempre e le gambe pesavano un pochino di più. Si chiama pressione, nello sport è un nemico infido e invisibile e spesso fa più danni di un avversario toccato dalla grazia di Dio.
La pressione stavolta ha avvolto Jasmine fin dall’avvio, perché la consapevolezza di poter centrare un’altra storica finale semplicemente replicando le prove offerte contro Keys e Navarro ha rappresentato un freno terribile.
Per “sciogliere il braccio”, come si dice nel gergo, Jasmine ha pagato un dazio salato: un 2/6 nel primo set, con la croata a comandare grazie alla solita prima incisiva e alla disinvoltura con la quale rispondeva alla un po’ tremebonda seconda della nostra numero uno.
Paolini, guerriera vera, non si è scoraggiata ed è ripartita come se nulla fosse accaduto. E si è capito fin dall’avvio che sarebbe stata cosa ben diversa dal set d’apertura, quella sfida che Vekic già riteneva in gran parte archiviata. Invece c’è stato equilibrio, con Jasmine arrampicatasi oltre i limiti di una giornata così così. Grinta, intensità e tattica indovinata, gli ingredienti che d’improvviso hanno cambiato il copione del match. E al decimo gioco, Paolini ha accelerato in modo decisivo e si è preso il break che è valso l’1-1.
Chi si illudeva che la croata, più pesante e un pochino provata fisicamente, mollasse di schianto, ha dovuto ben presto ricredersi. Con colpi potenti all’uscita dal servizio e con un tennis molto aggressivo Donna Vekic è infatti andata in fuga due volte, prima sul 3-1 e poi, raggiunta, grazie a un nuovo break al settimo gioco. Jasmine però è stata capace di riagganciarla immediatamente a quattro e poi ha avuto due palle match, in due diversi giochi in risposta, prima di arrivare al tiebreak decisivo. Equilibrio estremo fino all’8 pari, ma gli ultimi due punti del match Jasmine li ha giocati con la grinta che l’accompagna e la traghetta oltre ogni ostacolo. E Donna Vekic, suo malgrado, ha dovuto inchinarsi alla piccola grande guerriera toscana. Sarà di nuovo finale, contro la vincente di Rybakina-Krejcikova, match in corso da qualche minuto. E’ già un sogno così, ma adesso perché svegliarsi?