E’ sempre più critica la situazione riguardo il sovraffollamento delle carceri e delle difficili condizioni di vita all’interno degli istituto penitenziari. Un fenomeno sempre più in aumento e che nel Lazio, e in particolare nel carcere di via Aspromonte a Latina, sta diventando una vera e propria emergenza.
ANASTASIA LANCIA L’ALLARME
E’ una relazione del Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, a fotografare la grave situazione. Quello che allarma è il numero di suicidi, che rappresenta solo la punta dell’iceberg di un disagio diffuso, di una pena ridotta troppo spesso alla pura e semplice funzione di allontanamento del reo dal contesto sociale senza però una prospettiva di rinascita.“Nonostante – si legge nella nota diffusa dal Garante – nel corso degli ultimi anni, nelle carceri del Lazio siano stati realizzati numerosi interventi di manutenzione straordinaria, molti istituti penitenziari hanno importanti problemi di carattere strutturale. Nelle carceri del Lazio frequentemente è segnalata dalle persone detenute la presenza di infissi usurati e in stato di deterioramento, al punto tale da rappresentare un problema nella stagione invernale. Ne è un esempio l’istituto di via Aspromonte a Latina, dove soprattutto nella sezione maschile necessiterebbero di una quasi totale sostituzione. Un istituto che presenta altre gravi problematiche, sia per i pochi spazi a disposizione e sia per le condizioni di detenzione.
QUADRO PREOCCUPANTE
Il sovraffollamento è diventato il vero grande problema del carcere di Latina, la cui media tocca quota 150%. Un dato che si inserisce in quadro regionale che vede il Lazio posizionarsi al quarto posto nel Paese per numero di detenuti (preceduto da Lombardia, Campania e Sicilia). A fine 2023 le persone detenute nei 14 istituti penitenziari per adulti della regione erano 5.933,a fronte di una capienza regolamentare complessiva di 5.217 posti, con un tasso di affollamento conseguente pari al 114%, leggermente superiore alla media nazionale del 109%. Se si considera il numero di posti effettivamente disponibili sulla base di quanto rilevabile dalle schede di trasparenza sui singoli istituti del ministero della Giustizia, che – a fine 2023 – erano 4.745, il tasso di affollamento raggiunge il 125%, con punte che superano il 150% a Latina, Civitavecchia e Regina Coeli. Secondo i dati forniti dal Garante, il 15% delle persone detenute nel Lazio è in attesa di primo giudizio, un altro 15% ha avuto una condanna non definitiva e il restante 70% ha una condanna definitiva. Sono dunque 4.149 le persone con pena definitiva, e a poco più della metà di loro (il 50,1%) è stata comminata una condanna di durata inferiore ai cinque anni. Si tratta di una percentuale più alta rispetto a quanto si verifica nell’intera Italia (41,8%). Insomma, nella popolazione carceraria del Lazio è più alta l’incidenza di persone condannate per reati meno gravi, rispetto a quanto avviene nel resto del Paese.