L’inizio di settembre coincide con una ripresa politica piena dopo il gossip agostano.
REGIONE E COMUNE
Alla Regione Lazio il primo punto all’ordine del giorno dell’agenda è quello della ricucitura completa della coalizione di centrodestra. Significa risolvere la situazione di Forza Italia, passata da 3 a 7 consiglieri, che arrivano a 8 in virtù dell’intergruppo con Noi Moderati. Claudio Fazzone, leader degli “azzurri” nel Lazio, sa di essere decisivo. Ha chiesto maggiore “considerazione”. Il presidente Francesco Rocca ha affidato a Paolo Trancassini (deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia) il compito di trovare una soluzione politica che tenga insieme tutto: le legittime ambizioni di FI e la necessità di non umiliare la Lega. Più assessorati? Ruoli istituzionali? Maggiore peso negli enti intermedi? Il ventaglio della possibilità è ampio, ma adesso si tratta di restringere il campo e salvaguardare l’unità di una coalizione chiamata ad un autunno caldissimo tra scenari internazionali, manovra economica ed elezioni regionali in Liguria, Emilia Romagna e Umbria. Il Governo di Giorgia Meloni non può permettersi l’apertura del fronte del Lazio, una roccaforte strategica. A Fratelli d’Italia il compito di scongiurare crisi e fratture. A Paolo Trancassini i polsi non tremano.
Al Comune di Frosinone la novità più significativa è stata rappresentata dalla presa di posizione del gruppo Futura, formato da Francesco Pallone, Teresa Petricca e Giovambattista Martino. Il messaggio recapitato al sindaco Riccardo Mastrangeli è stato semplice e chiaro: nessuna apertura alle opposizioni. Significa che la maggioranza dovrà restare a quota 17. Senza il soccorso di Andrea Turriziani (Lista Marini) o le possibili sponde della Lista Marzi e del Polo Civico. La stella polare dovrà restare la coalizione che ha sostenuto Mastrangeli nel 2022. Poco importa se 5 esponenti sono all’appoggio esterno: Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo di Forza Italia, Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella della Lista Mastrangeli, Giovanni Bortone della Lega. Tenere fuori le opposizioni obbligherà la maggioranza a trovare accordi su tutti i temi, anche quelli complicati e divisivi come il forno crematorio al cimitero. Non sarà una passeggiata. E cosa succederebbe se il centrodestra dovesse perdere altri pezzi? Per Riccardo Mastrangeli la via maestra dovrebbe essere quella di un reale ricompattamento della maggioranza. Non è esattamente semplicissimo.
UNINDUSTRIA
Il 24 settembre l’assemblea generale di Unindustria si riunirà per votare la nuova governance (già ampiamente designata) dell’associazione di categoria. Giuseppe Biazzo subentrerà ad Angelo Camilli, mentre alla guida della Territoriale di Frosinone Corrado Savoriti raccoglierà il testimone da Miriam Diurni. A Latina Fausto Bianchi al posto di Pierpaolo Pontecorvo. Infine la sede di Cassino, con Vittorio Celletti al posto di Francesco Borgomeo. Cambiamenti importanti, sia sul piano generazionale che su quello dell’approccio, quello confindustriale, profondamente cambiato dall’uscita della Fiat in poi. Per i territori delle province di Frosinone e di Latina di mettere al centro soprattutto le infrastrutture e i collegamenti. La Frosinone-Latina non è una strada sulla quale immaginare lo sviluppo del futuro. Non è solo questo però. L’integrazione fra i due territori può essere saldata unendo le forze e le eccellenze, a cominciare dal chimico-farmaceutico. Ma è chiaro che bisognerà puntare decisamente su settori come il turismo: la provincia di Latina ha il mare, quella di Frosinone la potenzialità di Fiuggi, che il 25 e 26 novembre ospiterà il G7 Esteri sulla base di una capacità ricettiva che rimane notevole. Nella perdurante assenza di una politica distratta dagli appuntamenti elettorali, le associazioni di categoria possono diventare il fulcro di un nuovo modello sviluppo. La nuova governance di Unindustria ha le carte in regola per sganciarsi dalla logica della conservazione dello status quo.