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Blindare la Regione la missione possibile del Centrodestra

Massimo Pizzuti
La difficile verifica politica del centrodestra nel Lazio, anche se Francesco Rocca si mostra fiducioso. La necessità di rispondere alle richieste di Forza Italia senza umiliare la Lega: la soluzione potrebbe essere quella di rendere più pesanti le deleghe “azzurre”. Ininterrotta mediazione di Fratelli d’Italia.
Settembre 17, 2024
Francesco Rocca

Alla Regione Lazio la verifica politica è decisamente “tosta”. Anche se il Governatore Francesco Rocca si mostra fiducioso sulla base di alcuni elementi: 1) il sostegno che gli è stato comunque assicurato da Forza Italia; 2) la necessità di non rompere il quadro dell’unità in un momento decisamente importante per la coalizione; 3) la mediazione in corso da parte di Fratelli d’Italia e in particolare del coordinatore regionale Paolo Trancassini.
La questione è arrivata perfino sul tavolo del presidente del consiglio Giorgia Meloni e del vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani. Ma l’obiettivo rimane quello di risolvere il tutto sul piano locale.
Francesco Rocca ha spiegato che è necessario trovare una sintesi tra le aspettative (definite legittime) degli “azzurri” di avere una maggiore rappresentanza e l’opportunità di non ridimensionare la Lega. La via sembra obbligata: lasciare invariato il numero degli assessori, ma rendere più pesanti le deleghe di FI. La trattativa politica è stata incardinata su questo terreno. Tuttavia il percorso resta in salita.
Claudio Fazzone, senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, fa un ragionamento semplice: siamo passati da 3 a 7 consiglieri (8 con l’intergruppo con Noi Moderati), abbiamo sottratto 2 esponenti alle opposizioni. Non possiamo restare con 2 assessori e con le attuali deleghe. Anche perché nel frattempo la Lega ha conservato 1 solo consigliere (rispetto ai 3 iniziali) e 2 assessori.
Francesco Rocca e Fratelli d’Italia preferirebbero non toccare gli assetti dell’esecutivo, ben sapendo che quando si mettono in moto operazioni di questo tipo, poi è difficile prevedere dove si può arrivare. In ogni caso FdI ha un gruppo di 22 consiglieri, all’interno del quale non è semplice mantenere tutti gli equilibri. In mancanza dello sblocco di questa situazione, però, nell’aula della Pisana tarda ad arriverà il Documento di economia e finanza regionale 2025. Se dovesse essere approvato con 25 sì (senza gli “azzurri” cioè), allora si aprirebbe un problema politico di tipo diverso, peraltro nell’immediata vigilia delle elezioni in Liguria, Emilia Romagna e Umbria.
I protagonisti di questa intricata fase del centrodestra regionale sono tutti esponenti di primo livello: Francesco Rocca, Paolo Trancassini, Claudio Fazzone, Davide Bordoni. Il Governo di Giorgia Meloni e l’intera coalizione non possono permettersi un passo falso nel Lazio. Non esiste una soluzione politica a costo zero se si decide che il riassetto debba avvenire esclusivamente sulle postazioni della giunta. Ne sono tutti consapevoli e cercare di allungare i tempi non servirà a nulla. C’è bisogno di una mediazione forte, autorevole, credibile, che dia risposte politiche concrete a Forza Italia. Non esiste un’altra via di uscita. La soluzione che ha in mente Fazzone, qualora non si arrivasse ad un accordo, è questa: sostegno a Francesco Rocca nell’ambito di un appoggio esterno di Forza Italia. Senza assessori in giunta. Per il centrodestra sarebbe comunque una sconfitta politica destinata ad avere effetti. Un ragionamento sugli enti intermedi può aiutare a trovare una sintesi? E’ su tale versante che sta lavorando l’onorevole Paolo Trancassini, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. I prossimi giorni potrebbero essere determinanti e sicuramente Trancassini e Fazzone torneranno a vedersi.

UN CAMPO LARGO PIENO DI MINE

Il centrodestra ha un evidente vantaggio, nel Lazio, come a livello nazionale. Vale a dire le difficoltà che lo schieramento progressista incontra ogni qual volta cerca di “resuscitare” il Campo largo. Una larga fetta del Pd, il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte e Alleanza Verdi e Sinistra non vogliono sentir parlare di Matteo Renzi, anche se alcuni sondaggi darebbero in crescita la coalizione nel caso di intesa con l’ex premier. Elly Schlein è in difficoltà su questo versante. Nel Lazio è ancora più difficile. Intanto perché i pentastellati in questi diciannove mese di legislatura regionale si sono visti pochissimo. Inoltre, in questo particolare momento, il braccio di ferro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo tiene tutti sulla corda. Comunque vada a finire. Alessio D’Amato, candidato alla presidenza della Regione ed esponente di spicco di Azione di Carlo Calenda, in aula appare lontanissimo dal Pd. Quel Partito Democratico che, attraverso l’operato del segretario Daniele Leodori, costituisce comunque l’architrave di ogni tipo di coalizione alternativa a quella di centrodestra.
Il centrodestra ha quindi un margine di sicurezza politica importante. Tuttavia cullarsi sugli allori non è possibile, anche per le “variabili” sul piano nazionale. Matteo Salvini sta chiamando a raccolta la Lega dopo la richiesta dei pm di sei anni per la vicenda Open Arms. Il Capitano cerca di cavalcare l’onda emotiva per blindarsi alla guida del Carroccio. Impossibile, però, dire oggi cosa potrà succedere tra 3-4 mesi. Quanto a Forza Italia, dipende dai fratelli Berlusconi. L’annuncio del faccia a faccia tra Marina e Mario Draghi è un segnale politico in piena regola. A Fratelli d’Italia e alla Lega. Ecco perché nel Lazio il centrodestra dovrebbe comunque trovare un accordo “locale” a prova di fibrillazioni.

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