Protezione civile e urbanistica: sono soprattutto queste due le deleghe che Forza Italia potrebbe accettare per chiudere una verifica politica che alla Regione è iniziata a luglio. Il percorso però rimane in salita. A cedere la protezione civile potrebbe essere il presidente Francesco Rocca, intenzionato a mantenere invece la sanità. Il nodo è l’urbanistica, senza la quale l’assessorato di Pasquale Ciacciarelli (Lega) sarebbe fortemente indebolito. Inoltre c’è da capire quali sono, per il sottosegretario al ministero del lavoro Claudio Durigon e per il coordinatore regionale del Carroccio Davide Bordoni, i reali spazi di manovra. Quella di oggi potrebbe comunque essere una giornata importante.
Fatto sta che il centrodestra ha sottovalutato la situazione politica all’interno della maggioranza alla Regione Lazio. In questi mesi sia Fratelli d’Italia che la Lega hanno pensato che alla fine si sarebbe arrivati comunque ad un’intesa con Claudio Fazzone. Quando invece il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia continuava a ripetere che l’appoggio esterno era un’ipotesi probabile. Adesso tutti (compresi gli “azzurri”) nelle dichiarazioni ufficiali si dicono ottimisti e fiduciosi.
Ma la realtà è che l’intesa ancora non c’è. Assetti ed equilibri di giunta non verranno toccati: ogni partito manterrà il numero di assessori determinato dal risultato elettorale. Il problema sta nel fatto che Forza Italia è passata da 3 a 7 consiglieri, che salgono 8 per l’accordo con Noi Moderati. Mentre il Carroccio ha un solo esponente, Laura Cartaginese, dopo che Angelo Tripodi e Pino Cangemi hanno aderito a FI. L’unica possibilità è quella del potenziamento delle deleghe assessorili “azzurre”. La linea di Fazzone è chiara e nota: occorrono competenze di “prima fascia”.
Il ragionamento di Forza Italia è innanzitutto aritmetico: “Noi siamo cresciuti (da 3 a 7, anzi 8), il Carroccio è sceso (da 3 a 1). Se proprio non si vuole toccare l’assetto numerico della giunta, lasciando i due assessori alla Lega, perlomeno si agisca sulle deleghe. E al posto dell’urbanistica, all’esponente leghista Ciacciarelli vengano date altre competenze”. Ma Claudio Durigon e Davide Bordoni, come detto prima, hanno alzato il muro.
Claudio Fazzone da tempo ipotizza l’appoggio esterno come scenario possibile. Si tratta della stessa formula adottata al Comune di Frosinone (un capoluogo) nel luglio scorso. Dove hanno sicuramente pesato pure le lacerazioni dei rapporti personali, ma dove però Claudio Fazzone ha tenuto la medesima linea, anticipata più volte al sindaco Riccardo Mastrangeli. E stasera il consiglio comunale di Frosinone si riunisce in seduta ordinaria. Con una situazione politica profondamente diversa rispetto a inizio estate. La maggioranza può contare su 17 consiglieri, mentre altri 5 sono in appoggio esterno: Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo di Forza Italia, Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella della Lista Mastrangeli, Giovanni Bortone della Lega. Gli argomenti all’ordine del giorno sono 13 e 6 fanno riferimento ad altrettanti debiti fuori bilancio da riconoscere. Per un ammontare di 80.000 euro. Sarà interessante capire come voteranno i 5 “ribelli”. In seconda convocazione non ci sono rischi per il sindaco Riccardo Mastrangeli e per la coalizione di governo. Fra l’altro l’opposizione ha 11 consiglieri, che non formano esattamente un blocco unico.
A questo punto è il dato politico ad essere attenzionato. Perché se davvero Forza Italia decidesse per l’appoggio esterno anche alla Regione Lazio, allora il centrodestra dovrebbe riflettere molto. Perfino in prospettiva. Da decenni in questo Paese tutti i tentativi di resuscitare un Centro autonomo e alternativo ai due schieramenti principali sono falliti. L’ultimo è il Terzo Polo, con Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi che hanno dovuto prendere atto del flop alle europee. Forza Italia ritiene di essere l’unico vero punto di riferimento per i moderati, ma all’interno del centrodestra. L’intenzione di Antonio Tajani non è quella di “strappare” e mettere in difficoltà la coalizione. Il ministro degli esteri intende far “pesare” di più gli “azzurri”. Il sorpasso alla Lega è stato il primo passo di una strategia ampia. Finalizzata a mettere in chiaro che non si sta scherzando. Un’operazione che ha i suoi rischi. La verifica nel Lazio si inserisce in questo contesto. Ecco perché Fratelli d’Italia è impegnata a scongiurare l’appoggio esterno. Non si sa mai fin dove potrebbe portare.