C’è un’unica soluzione possibile sul tavolo del centrodestra per chiudere una volta per tutte la verifica alla Regione Lazio. Questa: urbanistica a Forza Italia, protezione civile e cinema alla Lega. Quasi sicuramente domani mattina Fratelli d’Italia la riproporrà con decisione, facendo capire che in caso contrario gli alleati dovranno assumersi la responsabilità della rottura del quadro politico.
L’ipotesi e i passaggi
I numeri sono chiari: 22 consiglieri per Fratelli d’Italia, 7 per Forza Italia (8 considerando l’accordo con Noi Moderati), 1 per la Lega, 1 per la Lista Rocca. Più il Governatore. Con un solo esponente solitamente non c’è la rappresentanza in giunta, con 7 si arriva a tre assessori. Però bisogna considerare pure i risultati elettorali del febbraio 2023 e il quadro nazionale. Cosa che Fratelli d’Italia di Paolo Trancassini (impegnato in una estenuante mediazione) sta facendo. La Lega resterebbe con 2 assessori e sarebbe un successo vero che il sottosegretario Claudio Durigon potrebbe rivendicare. Si tratterebbe di cedere l’urbanistica e cercare di ottenere sia la protezione civile che il cinema.
Forza Italia otterrebbe una risposta di grande attenzione, probabilmente da completare con altre “caselle” della governance allargata. Il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone vedrebbe riconosciuta la sua posizione, quella cioè di un maggiore coinvolgimento degli “azzurri” nel governo della Regione. Quasi sicuramente ci sarebbe anche una staffetta nell’esecutivo, con Pino Simeone pronto a subentrare a Giuseppe Schiboni. Mentre Paolo Trancassini rivendicherebbe il ruolo di “buon padre di famiglia” che proprio gli ”azzurri” avevano attribuito a Forza Italia. Una soluzione equilibrata che darebbe a tutti un motivo per poter sottolineare il risultato. In ogni caso però le difficoltà restano. Tra Lega e Forza Italia i rapporti si sono ulteriormente esacerbati in queste ultime ore. Il Carroccio ha voluto mettere in evidenza di non aver rivendicato le deleghe di vicepresidente del consiglio regionale (Pino Cangemi) e di presidente di commissione (Angelo Tripodi). Si tratta dei due consiglieri che hanno lasciato il partito per approdare sui lidi “azzurri”. Claudio Fazzone non ha gradito l’esternazione e ai fedelissimi ha spiegato che a questo punto davvero è pronto a rivendicare il terzo assessorato. Però la mediazione di Fratelli d’Italia non si è fermata e non si fermerà.
Gli equilibri
Più di qualcuno continua a non rendersi conto della centralità politica del Lazio nel panorama del centrodestra nazionale. Specialmente in un momento come questo che precede una lunga e impegnativa stagione elettorale sul piano regionale. In autunno si voterà in Liguria e sarà un duello all’ultimo voto tra le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra. Poi sarà la volta dell’Emilia Romagna e quindi dell’Umbria. Nel 2025 si tornerà alle urne in Regioni come il Veneto e la Campania. Se Forza Italia dovesse passare all’appoggio esterno nel Lazio, i livelli nazionali del centrodestra non potrebbero fare finta di nulla. D’altra parte gli equilibri nei (e tra i) gruppi di maggioranza sono cambiati rispetto al giorno delle elezioni. Le tensioni nel centrodestra sono iniziate a luglio, quando Forza Italia non ha partecipato ad una seduta di Consiglio, iniziando anche a disertare gli appuntamenti della giunta.
Si tratta adesso di approvare in aula sia il Collegato al bilancio che il Documento di economia e finanza regionale, atti importanti e strategici. Se alla fine la fine dovesse terminare con un mancato accordo, è difficile pensare che non succederebbe nulla. Il Governo di Giorgia Meloni è alle prese con una serie di problemi da far tremare i polsi: la manovra economica, lo scenario internazionale, la crisi dell’automotive, il ruolo in Europa.
La settimana che si apre domani darà risposte definitive sulla situazione all’interno del centrodestra nel Lazio. Magari convocare un tavolo di coalizione non sarebbe male.