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Tra Sinner e Djokovic è passaggio di testimone: la resa del serbo a Shangai è la fine di un’epoca?

Roberto Mercaldo
Ottobre 14, 2024
Jannik Sinner

Il numero uno del mondo ha vinto. Questo sembrerebbe essere un normale verdetto di una competizione sportiva, perché il numero uno del mondo di regola vince, quale che sia la disciplina e quale che sia l’antagonista. Ci sono però partite che hanno un significato che va al di là di quello immediato, partite che segnano un passaggio di testimone.
Probabilmente Sinner-Djokovic, finale del mille di Shangai, appartiene a questa categoria di eventi. Il giocatore più vincente della storia del tennis contro quello che sta portando a termine un 2024 favoloso. Il serbo doveva “far cento”, arrivare alle tre cifre di successi nel circuito ATP. La volpe della Val Pusteria si accontentava di far 7, intese però come finali vinte in stagione. Ed ha avuto ragione, in due set.
Il rendimento di Djokovic nella prima partita è stato un inno alla nostalgia. Il campione senza età, il super-atleta, il robot del terzo millennio a gettare sul piatto del match ogni fiche, ogni stilla di energia. Un rendimento con la prima che ha ricordato quello della finale di Torino e un’attenzione esasperata ad ogni dettaglio. Beh, lui è Djokovic, e non lo sarebbe diventato senza queste qualità. Dall’altra parte però ha trovato un tennista capace di resistergli nel momento del massimo sforzo e di piazzare la zampata in un tiebreak in cui ha rasentato la perfezione.
Lo Jannik Sinner del 2024 alza il livello nei momenti importanti, che giochi contro il numero 100 o contro il tennista più vincente di ogni epoca poco importa. E aver vinto quel primo set ha rappresentato più di una semplice opzione rispetto al successo finale. Nel secondo, infatti, Djokovic ha dovuto abbassare l’intensità dei colpi e per Sinner è stato semplice trovare il modo di operare il break quando il set era ancora giovane e portare in fondo quel piccolo tesoretto, grazie a una prima tornata a livelli di efficienza che hanno ricordato quelli dell’Open Usa.
E allora, aggiorniamo le statistiche di questo 2024, nel corso del quale Jannik ha vinto due major, l’Open d’Australia e l’US Open, tre mille, Miami, Cincinnati e Shangai e due 500, Rotterdam e Halle. Manca un successo sulla terra battuta, ma su quella superficie Jannik ha disputato solo tre tornei, perdendo in semifinale al Roland Garros e a Montecarlo e non presentandosi al quarto di finale di Madrid per via dei problemi all’anca.
Gli 11900 punti nella classifica ATP sono un altro elemento statistico che in qualche modo disegna la grandezza del tennista di San Candido, perché è davvero insolito che si possa arrivare ad accumulare un simile punteggio. Il secondo, Carlos Alcaraz, che taluni con una certa approssimazione e con scarso spirito di osservazione hanno definito il vero numero uno sulla base della supremazia stagionale negli scontri diretti, è staccato di 4800 punti: un’enormità, un divario che raramente è stato registrato nell’era Open tra il primo e il secondo del ranking.
Il punteggio record di Sinner discende non solo dalle 7 vittorie e dalla finale raggiunta a Pechino, ma dal fatto che per 11 volte su 14 è arrivato in semifinale. In pratica Jannik non è mai uscito di scena prima dei quarti di finale, come invece è capitato più di una volta al suo rivale designato, il murciano Carlitos.
La spada di Damocle della pronuncia del Tas potrebbe essere un’avversaria in più e probabilmente lo è. Ma Sinner batte anche quella, perché la sua straordinaria capacità di concentrarsi su ogni punto è più forte persino delle nuvole che ingiustamente si sono addensate su un campione di lealtà.
Sinner affascina perché oltre che tennista straordinario è un ragazzo eccezionale. E’ questo il suo piccolo grande segreto, perciò piace tanto a ogni latitudine: il fenomeno col volto e i comportamenti del ragazzo della porta accanto. Ora il Kings Slam, torneo di esibizione con montepremi record che chiamerà in Arabia Sinner, Alcaraz, Medvedev, Rune, Djokovic e Nadal. Dal 16 al 19 tante sfide stellari, ma per il tennis vero, quello con in palio i punti ATP, rivedremo Sinner solo a Parigi Bercy, nell’ultimo mille stagionale, essendo ormai ufficiale la rinuncia a Vienna, torneo 500 del quale detiene il titolo.

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