Gli elementi definiti sono questi: sia Forza Italia che la Lega manterranno il numero di assessorati, due a testa. Agli “azzurri” sarà affidata l’urbanistica, che attualmente fa parte delle competenze di Pasquale Ciacciarelli, rappresentante in giunta del Carroccio. Da sciogliere il nodo della vicepresidenza, rivendicata dal senatore Claudio Fazzone (coordinatore degli “azzurri” nel Lazio). Mentre Fratelli d’Italia non è affatto d’accordo a dover “sacrificare” un ruolo del genere (ricoperto da Roberta Angelilli) per favorire una composizione tra gli alleati. Più volte il parlamentare Paolo Trancassini ha fatto presente che FdI ha di gran lunga il gruppo più numeroso (22 consiglieri) e non ha perso né esponenti né peso politico. Il punto è che adesso il pallino è tutto nelle mani del presidente Francesco Rocca, che non può non chiudere una verifica iniziata a luglio prima di giovedì, giorno nel quale torna a riunirsi il Consiglio per l’approvazione del Defr. La strada è strettissima per tutti.
Forza Italia, che è passata da 3 a 7 consiglieri, deve dimostrare di aver ottenuto un riconoscimento. Se gli assessori restano 2, Claudio Fazzone ha bisogno di una prova che le istanze del partito sono state ascoltate. La vicepresidenza appunto. Anche per spegnere sul nascere i malumori delle aree che fanno riferimento al leader nazionale Antonio Tajani e al potente senatore romano Claudio Lotito. Peraltro gli “azzurri” dovranno pure definire il quadro degli assessori: Giuseppe Schiboni e Luisa Regimenti saranno confermati entrambi? In rampa di lancio per la giunta ci sono Pino Cangemi, Alessandro Calvi, Giuseppe Simeone.
La Lega cercherà di limitare i danni. Il fatto di mantenere 2 assessori, pur essendo rimasta con un solo consigliere, non dà obiettivamente molti margini di manovra ulteriori.
Fratelli d’Italia a questo punto osserva. Il presidente Francesco Rocca sa perfettamente come la pensa il suo partito di riferimento. Se quindi deciderà di togliere la vicepresidenza a Roberta Angelilli, metterà in conto dei fortissimi mal di pancia in FdI.
Però è un fatto che la verifica si sia incartata ed è un fatto che i partiti non sono riusciti a trovare una soluzione autonomamente.
TESSERAMENTI E CONGRESSI
In provincia di Frosinone Fratelli d’Italia conta 6.300 tesserati, 850 in più rispetto allo scorso anno. Un vero e proprio exploit che conferma l’ottimo stato di salute del partito guidato da Massimo Ruspandini. Il 2025 sarà l’anno dei congressi cittadini, che in realtà come Frosinone, Cassino, Sora e Veroli si annunciano partecipati e combattuti. Un segnale di vitalità indubbiamente. I dati degli iscritti hanno confermato il quadro che era stato definiti sul piano elettorale: Fratelli d’Italia è di gran lunga il primo partito del centrodestra, coalizione della quale ha la leadership. Si tratta di capire se cominceranno ad esserci anche delle riunioni e dei confronti. Da quanto tempo FdI, Forza Italia e Lega non siedono attorno allo stesso tavolo in Ciociaria? Si tratta di una vera e propria anomalia. Si avverte la necessità di un’iniziativa politica, che soltanto Fratelli d’Italia può assumere.
Il Partito Democratico il congresso lo celebrerà tra gennaio e febbraio. Non è ancora chiaro se il nome del segretario sarà il frutto di un accordo tra Francesco De Angelis e Sara Battisti oppure se si opterà per un congresso aperto, nel quale contarsi. Prospettiva affascinante ma rischiosa perché lo sconfitto avrebbe davvero tutto da… perdere. Nel 2018 è finita la lunga stagione dei “due Francesco”. De Angelis e Scalia. Un dualismo che ha portato tante vittorie al Pd, anche quando i due diretti interessati si sono sfidati: per la presidenza della Saf e dei Consorzi industriali, alle elezioni di Veroli e Cassino, per la guida della Provincia. Quegli anni non torneranno perché la situazione politica del Paese è profondamente cambiata. Forse però una competizione “tosta” potrebbe dare la scossa.