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Rocca bussa cassa per la Roma-Latina. Crisi politica in Regione: la soluzione Fazzone diventa la più praticabile e Calvi spera

Marco Battistini
Novembre 8, 2024

Servono 300 milioni per la Roma-Latina. Il presidente Rocca è stato chiaro, a margine di un convegno organizzato dalla Cisl nella sede della Regione Lazio. ll bando di gara è previsto per la fine del mese di novembre con conclusione entro la primavera 2024. Per l’avvio del cantiere si dovrà attendere, probabilmente, la fine del 2025. Nel Lazio arrivano le risorse per la realizzazione della Cisterna-Valmontone, un’arteria i cui cantieri sono già partiti e che collegherà la Pontina con l’autostrada Napoli-Milano. Con il decreto Infrastrutture del ministro Matteo Salvini in tutto sono stati stanziati 393 milioni di euro. Per realizzarla, la Regione Lazio ha già speso milioni di euro per gli espropri. L’infrastruttura era stata classificata anni fa come autostrada e poi nel 2020, strada extraurbana principale. Con i suoi 32 chilometri attraverserà i Comuni di Aprilia, Cisterna di Latina, Velletri, Lariano, Cori, Artena, Labico e Valmontone. Il progetto è nato nel 2010 ed è andato a gara nel 2014, ma nel 2021 è stato archiviato. Ora, con gli espropri prima e i fondi del ministero poi, inizia a diventare realtà e già in passato il presidente Rocca aveva dato una data di fine lavori: il 2028.

ACCORDO AI SUPPLEMENTARI

Prima di partire per gli Stati Uniti per un viaggio istituzionale, il presidente Francesco Rocca aveva detto che “se al mio ritorno la situazione non si sarà sbloccata, interverrò io”. Messo piede a Fiumicino, l’ex Croce Rossa non solo ha trovato i due partiti ancora in lite, ma gli è esploso in faccia anche il caso Biordi, con conseguente commissione Trasparenza durante la quale il Pd ha chiesto le dimissioni dell’assessore Righini, mister preferenze alle elezioni del 2023. 
Nel frattempo, quando la crisi interna al centrodestra sembrava essere giunta a una soluzione con la cessione della vicepresidenza di giunta a Forza Italia (sacrificando Roberta Angelilli), ecco che il partito di Giorgia Meloni ha chiuso la porta: nessuna concessione. Ma di offerte, da Forza Italia, non ne avrebbero viste. Anche perché quella di una semplice redistribuzione delle deleghe senza ingresso di nuovi assessori non è considerata sufficiente. Claudio Fazzone, senatore e coordinatore regionale di FI, ci ha messo la faccia da tempo e sin dall’inizio ha messo in chiaro quale fosse la soluzione: spezzare l’egemonia di FdI nella rappresentanza della Regione Lazio. E quindi mettere la bandierina tricolore nella squadra di governo con una vicepresidenza. “Non ci sono margini per accettare una semplice redistribuzione” dicono i bene informati nel partito.

LA REAZIONE D’ORGOGLIO DI FI

In una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale del Lazio, Giorgio Simeoni ha replicato al coordinatore regionale di FdI Paolo Trancassini, che aveva ipotizzato l’eventualità di un ritorno al voto in caso di mancata intesa politica nella coalizione. ”Abbiamo partecipato al Consiglio regionale con senso di responsabilità confermando l’appoggio al presidente Rocca, agendo come abbiamo sempre fatto senza dare segnali -ha sottolineato Simeoni- Forza Italia da tempo chiede che le venga riconosciuto il suo peso politico e che tutte le forze di maggioranza possano legittimamente rappresentare la Regione Lazio, per una questione di dignità e di decoro istituzionale. Non badiamo alle dichiarazioni non utili al dialogo nella maggioranza e anzi riteniamo che sbagli chi parla di crisi, il nostro è un dialogo fatto soprattutto per affermare il buon governo. Se di questo non si terrà conto, faremo le nostre valutazioni. In merito alla dichiarazione dell’Onorevole Trancassini, secondo il quale ‘se non si risolve la crisi si va al voto’, possiamo affermare serenamente che non le condividiamo, perché siamo stati eletti per lavorare nell’interesse dei cittadini. Se si tratta di una minaccia, non la temiamo”. Una reazione d’orgoglio quella di Forza Italia. Resta difficile pensare che gli azzurri possano andare al braccio di ferro con FdI. La soluzione possibile? Quella di fatto portata avanti dal senatore Fazzone: una delega in più (Urbanistica) ed un maggior peso sulle società collegate. Oltre alla probabile staffetta in giunta Schiboni-Calvi, con Regimenti che resterebbe in sella, nonostante le ambizioni (sempre più frustrate) di Pino Cangemi.

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