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Il mio nemico amatissimo

Massimo Pizzuti
Al Comune di Frosinone la strana triangolazione politica tra Nicola Ottaviani, Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi non convince nessuno. Indipendentemente dall’idea (irrealizzabile) di una Stazione Tav nel capoluogo. Il fatto è che i confini politici hanno una loro importanza…
Novembre 12, 2024
Marzi, Mastrangeli e Ottaviani

Senza girarci troppo intorno: non vogliono andare a casa, perché sanno che nel caso di elezioni anticipate molti non verrebbero rieletti e forse neppure ricandidati. Quello che sta succedendo al Comune di Frosinone ha del paradossale. Sorprende che nessuno si… sorprenda.
Insomma, da tempo la maggioranza di centrodestra non esiste più, perlomeno negli assetti usciti dalle urne. Un partito come Forza Italia  è all’appoggio esterno. Insieme ad altri tre consiglieri, due dei quali eletti nella civica del sindaco, la Lista Mastrangeli. L’altro è della Lega. Da oltre un anno sono loro l’unica vera opposizione alla giunta guidata da Riccardo Mastrangeli. Il quale continua a fare finta di nulla, come se fosse normale. Ben sapendo di trovare comunque delle sponde tra le opposizioni. Con la Lista Marini di Andrea Turriziani innanzitutto. Ma pure con la Lista Marzi, adesso che si è realizzata una convergenza sull’idea di istituire a Frosinone la Stazione Tav. Con l’obiettivo di ripopolare il capoluogo, attraverso un collegamento veloce con Roma. Un progetto che aveva provato a portare avanti l’ex sindaco Nicola Ottaviani, adesso parlamentare e coordinatore provinciale della Lega. E’ proprio questa strana triangolazione OttavianiMastrangeliMarzi che dovrebbe far riflettere. Soprattutto perché in questo modo si rischia di affossare sul nascere l’unica opzione praticabile per una Stazione Tav in Ciociaria. Nell’area di Ferentino-Supino, come hanno ribadito in tanti. A cominciare dal Governatore Francesco Rocca.
C’è poi un aspetto puramente politico che non può essere relegato in secondo o in terzo piano. Perché è vero che sul piano programmatico possono esserci delle condivisioni. Ma non è questo il caso.
Inoltre Domenico Marzi è stato due volte sindaco del capoluogo. Alla guida di una coalizione di centrosinistra. In entrambe le occasioni Ottaviani era in campo, una volta come rappresentante di Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini, un’altra alla guida dell’intero centrodestra. Poi, nel 2012, è stato Nicola Ottaviani a conquistare la fascia tricolore al ballottaggio. Superando Michele Marini, che a sua volta aveva vinto il “derby” a sinistra con Domenico Marzi. Infine, appena ventinove mesi fa lo stesso Marzi si arrese soltanto al secondo turno a Riccardo Mastrangeli. Insomma, si tratta di tre esponenti politici che hanno fatto la storia recente della politica comunale. Ma da sponde contrapposte. Oggi quei confini politici sono stati spazzati via. Complicato che l’elettorato possa capire. Anche perché le opposizioni di centrosinistra sono allo sbando, divise e demotivate. Un Comune capoluogo dovrebbe avere una maggioranza e una minoranza riconoscibili. Non ci sono, al punto che ipotesi come le dimissioni di massa e la mozione di sfiducia non vengono neppure contemplate. Pur in presenza di una coalizione di centrodestra che ha perso cinque consiglieri e ne ha altri tre (Futura) non proprio allineati.
Sul piano programmatico il sindaco Riccardo Mastrangeli sta portando avanti progetti che erano stati iniziati da Nicola Ottaviani: alcune al momento fallimentari come piste ciclabili e Brt, altre decisamente apprezzabili come la bellissima rigenerazione di Largo Turriziani, dei Piloni e la riqualificazione del quartiere Scalo. Ad un mese dal giro di boa di metà consiliatura si fatica a vedere un’impronta diversa da quella del suo predecessore. In tutto questo si va avanti alla giornata, perfino nello svolgimento delle sedute di consiglio comunale. Dove una maggioranza ci sarà sempre perché a mancare sono le opposizioni.
Sarà interessante verificare cosa succederà tra un anno quando si comincerà a parlare delle prossime elezioni comunali. Il centrodestra farà fatica a ricompattarsi, non solo perché la distanza con Forza Italia è incolmabile. Ma anche perché lo schema della volta scorsa non può reggere più: Lega, Lista Ottaviani, Lista per Frosinone, Lista Mastrangeli. In un contesto del genere Fratelli d’Italia vorrà dire la sua. Ma vorranno dire la loro anche tante anime del centrodestra che pur avendo contribuito alle affermazioni di Ottaviani e Mastrangeli non si sono mai sentiti parte del progetto “capoluogo”. Nel centrosinistra se il Pd vuole davvero prendere in mano la situazione, allora dovrà cambiare passo in consiglio comunale. Come intero gruppo consiliare. Nel frattempo però la triangolazione OttavianiMastrangeliMarzi non può rappresentare alcun tipo di alternativa e non fa altro che allontanare la vera politica da Palazzo Munari.

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