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Ritorno a… Futura

Massimo Pizzuti
Al Comune di Frosinone Francesco Pallone si dimette da delegato allo sport, anticipando le possibili mosse del sindaco e della maggioranza. A questo punto il centrodestra può contare su appena 15 consiglieri “sicuri” su 33. Si apre un capitolo totalmente inesplorato: può succedere di tutto.
Novembre 16, 2024
Riccardo Mastrangeli e Francesco Pallone

Le dimissioni di Francesco Pallone da delegato allo sport aprono una fase nuova all’interno della maggioranza al Comune di Frosinone. Dando inizio ad un percorso per molti versi inesplorato. La strategia del gruppo Futura è stata quella di anticipare ogni possibile scenario. Per due settimane si è sentito parlare della possibilità di revocare quella carica a Pallone, ma non è stato fatto. E’ stato invece lui a riconsegnare la delega, motivando il gesto con il venir meno del rapporto fiduciario con il Sindaco e con una totale “mancanza di collaborazione” con la giunta e con la maggioranza. Adesso i 3 consiglieri di Futura sono totalmente indipendenti. Se dovessero sommare i loro voti a quelli dei 5 “malpancisti”, si arriverebbe a 8. La maggioranza scende a 15 esponenti “sicuri”. In totale i consiglieri sono 33. Le opposizioni ne hanno 10. Può darsi che a questo punto Mastrangeli provi ad accelerare per un accordo con singoli esponenti o gruppi delle minoranze, ma in ogni caso comincia un capitolo completamente nuovo e imprevedibile.

IL SEGNALE

Pochi giorni fa diversi esponenti avevano chiesto ufficialmente al presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri e al sindaco Riccardo Mastrangeli di uniformare gli orari delle sedute ordinarie, sia di prima che di seconda convocazione. Un esempio: alle ore 19 in entrambi i casi. Oggi succede che invece la prima “chiama” è alle 8 del mattino, la seconda alle 19 del giorno dopo. Con questo tipo di meccanismo la maggioranza di centrodestra da anni non ha alcun problema ad approvare le delibere perché non deve preoccuparsi di mantenere il numero legale. Adesso c’è questa iniziativa che coinvolge i 5 esponenti “malpancisti”: Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega), Maurizio Scaccia, Pasquale Cirillo (Forza Italia). Iniziativa alla quale hanno risposto il Pd (3 consiglieri), la Lista Marini (1), il Polo Civico (1) , il Psi (1). Sulla carta si arriva a 11. Per avere una concreta possibilità di aprire immediatamente la seduta, la soglia di sicurezza è almeno a 13-14. Considerando le diverse variabili: assenze e ritardi. Ieri la clamorosa decisione di Francesco Pallone. Dicevamo prima che senza Futura la coalizione che sostiene Riccardo Mastrangeli è a 15 su 33. Almeno sulla carta. Vanno sempre tenute presenti le scelte delle opposizioni. La Lista Marzi ha sottolineato di poter aver delle convergenze programmatiche su singoli punti. Vedremo se sarà così o se invece potrà esserci un sostegno di tipo diverso. Fatto sta che ridare dignità alla prima convocazione del consiglio comunale dovrebbe essere un obiettivo di tutti. Soprattutto della maggioranza, che forse avrebbe bisogno di guardarsi dentro fino in fondo e capire se è ancora tale. Come maggioranza intendiamo. Perché da più di un anno le polemiche e i “distinguo” si moltiplicano. La verifica estiva si è conclusa con 5 consiglieri all’appoggio esterno e con il solco che si è perfino allargato. Le Liste Ottaviani e Mastrangeli sono in difficoltà evidente: la prima ha perso 2 consiglieri, la seconda nella sostanza è all’opposizione. Più di un paradosso. Forse al Comune capoluogo è il centrodestra che dovrebbe sollecitare un chiarimento vero e definitivo. Anche perché il quadro non è unitario da tempo, con Forza Italia ad un appoggio esterno che nella sostanza sembra l’anticamera dell’opposizione. Così come tra i gruppi che sostengono Riccardo Mastrangeli più di qualcuno non riesce a comprendere per quale motivo si debbano trovare delle condivisioni amministrative con la Lista Marzi. Peraltro su un progetto, la Stazione dell’Alta Velocità, che soltanto nella previsione dell’area di Ferentino-Supino ha una possibilità concreta di vedere la luce. Il punto è questo: perché continuare a cercare delle intese con chi ha concorso nell’altro schieramento piuttosto che provare seriamente a ricostruire il centrodestra? Infine, la contrapposizione “urlata” prima della riunione di giunta di qualche giorno fa è iniziata sulla scelta delle strade da inserire nel progetto delle “luminarie” di Natale. Un tema di quinta fascia, che proprio per questo dà il senso delle difficoltà enormi. Di relazioni in primis.

INTANTO ALLA REGIONE

A fari spenti, ma si continua a lavorare per la chiusura della verifica politica all’interno della maggioranza di centrodestra alla Regione. Soltanto che domani e lunedì si vota sia in Emilia Romagna che in Umbria e quindi non è il caso di aggiungere “fibrillazioni”. Peraltro in un contesto come quello del Lazio, strategico per la coalizione. Inoltre c’è un elemento che va considerato. Vale a dire il via libera al Documento di economia e finanza 2025 e al Collegato al bilancio. Due provvedimenti importanti, che sono un termometro indicativo sullo stato di salute della maggioranza di centrodestra.
Per quanto concerne la verifica, sicuramente a Forza Italia verrà attribuita la delega dell’urbanistica. Il che comporta un ridimensionamento della Lega, in particolare dell’assessore Pasquale Ciacciarelli. Mentre sulla vicepresidenza, l’impressione è che difficilmente la carica sarà tolta a Roberta Angelilli, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa che conta ben 22 consiglieri e che non ha mai perso né “pezzi” né peso. Se invece il ruolo dovesse essere affidato agli “azzurri” (ma è complicato), in pole ci sarebbe Luisa Regimenti, fedelissima del leader nazionale del partito Antonio Tajani. L’altro rappresentante degli “azzurri” nell’esecutivo è Giuseppe Schiboni, che fa riferimento a Claudio Fazzone. Da capire se potrà esserci un avvicendamento: i nomi che circolano sono quello di Pino Simeone e Alessandro Calvi.
Infine, le opposizioni di centrosinistra. In questa fase si sono unite nel pressing nei confronti della maggioranza. Ma rispetto alle elezioni di febbraio 2023, la situazione non si è chiarita. Soprattutto su una visione di coalizione che resta nel limbo. Il Campo largo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle è finito su un binario morto.
Il centrodestra ha dimostrato di sapersi ritrovare sempre, perfino nei momenti più difficili. Il centrosinistra al momento non ha una strategia unitaria su come procedere come opposizione e soprattutto su come organizzarsi per proporsi come alternativa di governo. Il 2028 è lontano? Non così tanto. Politicamente, s’intende…

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