La conferma di saper soffrire, ma anche quella di non saper far gol. E dal combinato disposto, stavolta, non sono usciti punti. Neanche il solito punto che muove la classifica e la speranza. Nemmeno quello. Il Frosinone linea verde al cospetto della più accreditata Cremonese ha disputato un dignitoso primo tempo, concluso con la porta imbattuta e con la recriminazione per un paio di occasioni puntualmente fallite, stavolta da Cichero, l’ultimo in ordine di apparizione in quel settore avanzato che pare una commedia di Pirandello.
Tra i personaggi in cerca d’autore, il ragazzone venezuelano si è inserito con le sue caratteristiche precipue: tanta fisicità, tanta voglia di lottare, ma per ora poca confidenza con il gol. In attesa che tornino i titolari, Leandro Greco fa di necessità virtù e prova, come un prestigiatore. Al momento le soluzioni possibili non sembrano in linea con le aspettative di rinascita. Difficile inventare, difficile improvvisarsi bomber. Difficile ma non impossibile, aveva sottolineato il trainer romano in sede di conferenza pregara, che sperava di tirar fuori dal cilindro il gol di un centrocampista o magari di un difensore, come quello di Bracaglia contro il Palermo.
Stavolta però niente acuto e nel secondo tempo, dopo il gol del “mudo” Vasquez, a restare in silenzio è stato il Frosinone, che ha attaccato senza troppo raziocinio, con una volontà persino encomiabile, ma senza la forza d’urto necessaria per crear reali problemi a una difesa solida ed esperta come quella grigiorossa.
La classifica si fa sempre più precaria, ma paradossalmente resta il dato meno preoccupante: a 5 punti infatti c’è ancora la salvezza, a soli 3 punti i play-out e, se vogliamo far volare la fantasia, a 8 persino i play-off. La ricetta per guarire è una sola: vincere per riattaccarsi al gruppo. E’ certo che a gennaio la società opererà il tentativo di adeguare la rosa, ma bisognerà arrivare a quella data senza perdere ulteriore terreno e perciò s’impone la necessità di centrare almeno un paio di successi da qui alla fine del girone di andata. L’impresa non è titanica, perché non tutte le squadre sono come quelle affrontate fin qui dal Frosinone targato Greco, però non è per nulla semplice individuare con chi e come.
L’ideale sarebbe centrarli subito, questi tre punti che sembrano dissolversi come un fuoco fatuo ogni maledetta domenica (o sabato, ma almeno un sabato di gloria c’è stato, al Tombolato), ma visto che allo Zini sono arrivati danno e beffe, ecco che si sono fermati anche Biraschi, Marchizza e Gelli: tre “veterani”, tra i pochi del gruppo ad aver minuti ed esperienza, tre potenziali leader. Il capitano potrà forse recuperare, per Biraschi si teme un nuovo stop, per Gelli s’incrociano le dita.
Questo valzer di infortuni, questo susseguirsi di contrattempi, sembra il solo dato certo di una stagione sin qui disgraziata. Eppure le possibilità ci sono ancora. Devono esserci, visto che mancano ancora 24 gare, che sono 72 punti disponibili.