Negli ultimi quattro anni Stellantis ha fatto registrare dividendi per 16,1 miliardi di euro- Mentre, sempre tra il 2021 e il 2024, negli stabilimenti italiani dell’ex Fiat si è passati da 53.000 a 40.000 dipendenti: -25%. Cioè 13.000 posti di lavoro persi. Soltanto negli ultimi dodici mesi sono stati incentivati esodi con somme oscillanti tra i 30.000 e i 130.000 euro. Sono numeri che dicono come la crisi non abbia certamente interessato i soci. Ma i lavoratori. Anche quelli dell’indotto. Quanto sta succedendo in questi giorni a Piedimonte San Germano è davvero assai indicativo. Carlos Tavares si è dimesso da poco, ma è pensabile che l’amministratore delegato abbia portato avanti una linea non concordata con la proprietà? La risposta è no. Naturalmente il mondo politico italiano è assai interessato a quanto accade. L’elemento che balza agli occhi è il pressing (da mesi) del Governo di centrodestra nei confronti degli Elkann. Con diverse sfumature certo, ma in ogni caso incessante e forte. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega chiedono risposte in termini di investimenti e di produzione, oltre che di mantenimento di livelli occupazionali accettabili. In Italia soprattutto. La trattativa che verrà avviata nelle prossime settimane verterà su questo. Paradossale invece quanto sta accadendo nel campo delle opposizioni. Dove a rimbombare è il silenzio del Partito Democratico. Al punto che Carlo Calenda, leader di Azione, ha attaccato frontalmente Elly Schlein. Richiamando la celebre frase di Nanni Moretti: “Dì qualcosa di sinistra”. Calenda ha spiegato: “Elly Schlein non ha pronunciato una parola. Voi direte: che te ne frega a te? No, mi frega molto, perché c’è qualcosa che non gira nel rapporto tra la sinistra e la questione Stellantis e non è spiegabile. La ragione per cui Elly Schlein non riesce a parlare della più grave crisi di cui hanno parlato tutti i giornali, persino quelli della Gedi. Questa cosa accade perché ci sono due giornali, La Stampa e La Repubblica, che sono come era l’Unità una volta. Anzi no: nel senso che era il Partito Comunista a dare la linea all’Unità, non era l’era l’Unità a dare la linea al Partito Comunista”.
Un’analisi lucida, che contiene elementi che spiegano perfino alcuni flussi elettorali. Per esempio perché tanti operai hanno smesso da anni di votare il Pd e guardano a Fratelli d’Italia. Del resto nelle recenti elezioni degli Usa il mondo operaio ha votato per Donald Trump non per Kamala Harris. C’è una crisi di rappresentanza forte della sinistra su questo versante. Ad ogni livello. Le contraddizioni del Pd sono tantissime. E’ per la pace o per la guerra? Sta con gli Elkann o con gli operai? Indubbiamente con la segreteria di Elly Schlein i Democrat hanno aumentato le percentuali, ma il tema vero rimane che quasi tutta l’azione politica è concentrata sul versante dei diritti. Quando invece c’è anche e soprattutto un Paese reale in difficoltà.
La crisi di Stellantis è emblematica: a differenza di Gianni e Umberto Agnelli, la dimensione degli Elkann è finanziaria. Se aumentano i dividendi, vuol dire che per loro il risultato è stato raggiunto. Gianni e Umberto Agnelli avevano invece una dimensione industriale: guardavano al prodotto, a Torino, all’Italia. Mirafiori era una città nella città e la classe operaia, lavorando in Fiat, poteva far studiare i figli e costruirsi un futuro. L’auto era il risultato non solo di una perfetta catena di montaggio ma pure di investimenti sulla ricerca, sul design, sui motori. Tutto questo non esiste più e a dominare sono le logiche della finanza. Perciò Carlos Tavares in fondo ha svolto il compito che gli era stato affidato. Il Partito Democratico ha smarrito la connessione con il mondo operaio. Ci pensa la Cgil di Landini.