La Capitale chiude l’anno nel degrado: una condizione indecente, indescrivibile, tra spazzatura, mancata manutenzione di parchi e verde, serissimi problemi di sicurezza, trasporto pubblico inesistente, più una quantità di cantieri aperti che sono autentiche bombe a grappolo scaraventate su una città già in ginocchio. Se si va a Roma e ci si sta dodici ore, diventa facile innamorarsi. È sufficiente camminare a piedi, guardare i monumenti e un cielo luminoso per rimanere estasiati. Ma se le dodici ore di permanenza diventano ventiquattro, se si deve prendere la metro o un paio di bus, o arrivare puntuale a un appuntamento, oppure spostarsi in automobile, il rischio è quello di cominciare a maledire di essere venuti in questa città.
DIRIGENTI BEN PAGATI E SERVIZI SCARSI
Tra i risultati deludenti che attraversano quasi ogni settore della gestione capitolina, spicca una decisione che fa discutere: il direttore generale del Campidoglio, al centro di forti critiche per la gestione disastrosa del servizio elettorale durante le Europee, si è visto assegnare un aumento di stipendio senza precedenti.
In un contesto in cui Roma fa fatica a garantire servizi di base, la busta paga del dirigente è schizzata da 170mila a quasi 220mila euro lordi annui. Una cifra che, secondo molti, stride con il livello di efficienza e i risultati raggiunti dalla città. Roma, intanto, continua a lottare con i suoi mali cronici, dai rifiuti che invadono le strade ai trasporti che arrancano. Eppure, mentre i romani aspettano risposte concrete, le scelte dell’Amministrazione sembrano muoversi in tutt’altra direzione.
RITARDI RECORD
Il Giubileo della Speranza è tale soprattutto per i romani, costretti a subire le conseguenze dei ritardi nei lavori che avrebbero dovuto essere completati per l’inizio dell’Anno Santo, e il suo avvio rappresenta una figuraccia di livello mondiale per la Città Eterna: neppure per un evento previsto con 25 anni di anticipo è stato infatti possibile realizzare gli interventi necessari nei tempi stabiliti. L’organizzazione dell’evento fa acqua da tutte le parti, nonostante l’afflusso di turisti sia solo agli inizi. Appare quindi assurdo esultare per quanto fatto visto che si tratta di un vero e proprio sfacelo gestionale, se solo 64 dei 204 interventi considerati “essenziali e indifferibili” sono stati portati a termine entro quest’anno e se molti di questi si riferiscono in realtà a opere minori o rifacimenti, non certo a nuovi progetti infrastrutturali o monumentali. La riqualificazione di Piazza Pia, che inizialmente vedeva come soggetto attuatore proprio Roma Capitale, rappresenta uno dei pochi interventi conclusi nei tempi previsti, grazie però all’intervento dell’Anas, ma il resto della città, in particolare le aree vicine a San Pietro, rimane soffocato dai cantieri, dai rifiuti e dalla mancanza di manutenzione. Monsignor Rino Fisichella ha espresso profonde critiche, evidenziando che solo il 30% dei cantieri è stato avviato e sottolineando la mancanza di soluzioni per affrontare l’afflusso di 35 milioni di pellegrini attesi. La città è in difficoltà, interi quartieri sono staccati dal centro, le periferie sono troppo spesso escluse, i pochi risultati raggiunti in vista del Giubileo sono arrivati, sostanzialmente, grazie all’esecutivo.