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Quando Kissinger disse: “Datemi il numero di telefono dell’Europa…”

Licandro Licantropo
Mai così attuale la storica (e irriverente) battuta di Henry Kissinger. Germania e Francia scoprono l’instabilità politica, l’Italia è il Paese più solido e Giorgia Meloni lo farà pesare.
Al Comune capoluogo sono tutti scontenti, ma nessuno se ne va. Gli “azzurri” meditano le mosse future.
Gennaio 22, 2025

“Chi devo chiamare se voglio parlare con l’Europa?”. Henry Kissinger ha sempre smentito la paternità della celeberrima e storica battuta, ma tutti sanno che l’ex indimenticato (e potentissimo) Segretario di Stato Usa intendeva dire proprio quello che emerge chiaramente dalle parole. Negli anni molto è cambiato, l’Europa ha una Commissione, oltre che il Parlamento e altri organismi. Mai come in questo momento però emerge una fragilità politica endemica. E quando Donald Trump dice che “Giorgia Meloni sta prendendo d’assalto l’Europa”, non lo fa per consegnare una battuta ai cronisti. La situazione si è capovolta rispetto al passato anche recente. La Germania e la Francia fanno i conti con una instabilità politica alla quale non sono abituati. L’Italia è il Paese con maggiore solidità sotto questo punto di vista e proprio il premier Meloni si candida come esponente di riferimento dell’Amministrazione Trump. Gli Stati Uniti, dal canto loro, cambieranno tutto. The “Donald” lo ha fatto capire immediatamente. I dazi a Canada e Messico dimostrano che si avvierà una riflessione in tal senso pure con l’Europa. Poi naturalmente c’è tutto il resto, dalle guerre all’energia. Perfino l’assetto futuro della Nato. Ursula Von der Leyen ha detto che “anche l’Unione Europea adesso cambierà marcia e reagiremo ai dazi degli Stati Uniti”. Già, ma quale sarà effettivamente la linea dell’Unione Europea? Qualche mese fa ci sono state le elezioni, con dei risultati complicati da interpretare in modo univoco. Al punto che la composizione della Commissione ha dovuto tenere conto di diversi equilibri. Adesso siamo in un momento cruciale e la scossa di Trump si farà sentire. “Chi devo chiamare se voglio parlare con l’Europa?”. Sicuramente l’inquilino della Casa Bianca non avrà problemi a comporre il numero di Giorgia Meloni. Per il resto è tutto da vedere e da verificare. In attesa di capire quali saranno i nuovi equilibri elettorali e politici in Germania e come proseguirà la “coabitazione” in Francia. Se la Destra continuerà ad avanzare e la Sinistra a indietreggiare, allora il profilo dell’Europa muterà ulteriormente. Per il resto però non si può non prendere atto che il Vecchio Continente è schiacciato tra gli Usa e la Cina, non ha un proprio esercito e neppure una politica estera comune e unitaria. In un mondo che sta cambiando a velocità incredibile, l’Ue appare costantemente in ritardo (incolmabile) e disarticolata. E i numeri di telefono continuano ad essere decisamente troppi. Cioè… nessuno.

IL TEATRIINO DEL CAPOLUOGO

Al Comune di Frosinone sono tutti nervosi, insoddisfatti e perfino arrabbiati. Nessuno però prende l’iniziativa oppure se ne va. Restano fermi nelle loro posizioni. I 16 consiglieri che sostengono Riccardo Mastrangeli (lui compreso) vanno avanti tra fibrillazioni e sospiri. Convinti che alla fine il bilancio in qualche modo passerà. Tutti conoscono la posizione del presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri (che si è “azzardato” a chiedere un azzeramento di giunta per una verifica nel centrodestra), ma nessuno avvia un confronto serio. Ci si affida all’inerzia. Mah…
Gli 8 consiglieri rimasti all’opposizione non sanno letteralmente che fare, perché non c’è una coalizione di centrosinistra. Tranne il Psi, che ha affisso manifesti per dire che la prossima volta si presenterà ancora con un proprio candidato sindaco e una coalizione di riferimento, gli altri fanno melina e osservao. Il Pd è impegnato in una stagione congressuale da tripla alle scommesse calcistiche, la Lista Marzi semplicemente attenderà gli eventi. L’importante è restare fermi, tanto stanno facendo tutto gli altri. Gli 8 “dissidenti” devono prendere atto che nessuno vuole farli rientrare all’interno della maggioranza. Inutile tirarla troppo per le lunghe. Serve una fase 2 dopo il posizionamento all’appoggio esterno. Specialmente Forza Italia chiamata a battere un colpo. Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia si stanno confrontando con il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone. Non si escludono sorprese, anche clamorose.

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