Il Frosinone Calcio è stato ritoccato, ma senza modificare il settore offensivo. E’ una scommessa, certamente ardita , quanto vincente lo sapremo a maggio. La squadra con meno reti all’attivo dopo 24 turni di campionato senza dubbio qualche problema specifico deve averlo, però la dirigenza ha reputato che possa essere ascritto a fattori contingenti e non già a una oggettiva carenza dell’organico.
E così ai nastri di partenza dell’altro campionato, quello che inizia con le squadre modificate o addirittura stravolte, i giallazzurri si presentano con lo stesso attacco di inizio stagione, ma con alcuni importanti innesti negli altri settori del campo.
Il dato più recente da elaborare è il match di Bari. Parla di 20 tiri, 7 dei quali nello specchio, e di un solo gol, arrivato mentre sul match scendevano impietosi i titoli di coda. Il rapporto tra numero di occasioni e reti realizzate resta terribilmente insufficiente ed è il punto di domanda più inquietante in vista di questa lunga volata finale.
Il Frosinone ci arriva con una posizione di classifica molto scomoda. Ha una sola squadra alle spalle e le altre dirette rivali hanno avuto la malaugurata idea di vincere nella 24^ giornata, allungando sui giallazzurri. Ora i playout sono a 4 punti, la salvezza a 6, che non sono proprio distanze risibili. Il discorso salvezza passa inevitabilmente per un bottino pieno da realizzare nei match casalinghi contro Catanzaro e Reggiana. Solo così i giochi potranno essere compiutamente riaperti.
I NUOVI ARRIVI
Fabio Lucioni è la roccia, la suggestione, il carisma. Potrebbe essere anche molto altro, ma nemmeno lui, specialista in promozioni e avvezzo a vittorie e miracoli sportivi, è esente dai danni del tempo e pertanto è legittimo chiedersi se possa ancora fornire prestazioni come quelle cui ci abituò qui in Ciociaria, quando fu capitano e trascinatore di un Frosinone che non si contentò di vincere il campionato, ma andò persino a caccia di record.
Non esistono dubbi nemmeno sulle potenzialità di Gianluca Di Chiara, terzino ma all’occorrenza anche centrale di difesa. Il difensore palermitano, ultimo acquisto in ordine di tempo di questo mercato d’inverno, non è certo l’ultimo arrivato, anzi è un giocatore dal rendimento altissimo e costante. Anche per lui però, 25 gettoni complessivi negli ultimi 2 anni, a dimostrazione di qualche problema oggettivo legato agli infortuni.
Poco utilizzato, ma non per problematiche legate ad infortuni, anche Emil Bohinen, che potrebbe trovare qui a Frosinone il modo di esprimere le proprie potenzialità di giocatore valido tecnicamente e di grande intelligenza calcistica. Certamente una squadra con l’acqua alla gola non è il terreno più fertile e meno accidentato per potersi esprimere, ma anche le doti caratteriali non fanno difetto al norvegese.
Abbiamo già conosciuto Ilias Koutsoupias, che non ha demeritato nei suoi due match disputati ma dal quale ci si attende, legittimamente, un ulteriore salto di qualità.
Delle partenze quella più discussa, peraltro realizzatasi in extremis, riguarda Francesco Gelli, che per un po’ è stato un giocatore simbolo del Frosinone: duttile, disponibile al sacrificio, pronto a scalare le montagne per trasformarsi da fuori rosa dell’Albinoleffe a gioiellino conteso addirittura da club della massima serie. Poi, una parabola discendente nelle prestazioni e nelle motivazioni. E il trasferimento a Cremona. Perché certi amori finiscono, con tutto il rispetto per Venditti.