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Ricompattarsi è la parola d’ordine: da Marchizza a Lucioni gli appelli ai tifosi

Roberto Mercaldo
Febbraio 6, 2025

Il popolo giallazzurro deve contornare d’affetto la propria squadra ed aiutarla nell’impresa della risalita. Il concetto base è questo qui. Da qui si parte per un viaggio in qualche modo fascinoso, ma così pieno d’insidie e irto di difficoltà da richiedere un’attenzione esasperata.
A chiamare a raccolta i tifosi sono soprattutto i giocatori più carismatici, che dai social hanno espresso la loro voglia di rimonta e invitato i sostenitori a compiere uno sforzo congiunto. Lucioni e Marchizza, i guerrieri riconosciuti del gruppo, hanno rivolto un appello alla tifoseria.
E oggi c’è stata la possibilità per i tifosi di vedere l’allenamento dei giallazzurri, chiamati a risalire da una posizione di classifica che si è fatta di nuovo molto precaria, d’improvviso, proprio quando sembrava che uno spiraglio di luce in fondo al tunnel cominciasse a intravedersi.
La caduta più fragorosa, non solo in termini numerici, è stata quella casalinga contro il Sudtirol. La gara che doveva aprire le porte alla speranza ha invece rigettato nel baratro i giallazzurri ciociari, che ora sperano di concretizzare la voglia di rivalsa e di canalizzare al meglio le energie dei nuovi arrivati.
Dal sito ufficiale del club sono arrivate le dichiarazioni degli altri nuovi arrivati, Bohinen, Kone e Di Chiara: tutti hanno espresso la loro voglia di gettare sul campo ogni stilla di energia per restituire al Frosinone quel ruolo che si è guadagnato negli ultimi 20 anni.
Lucioni, il capitano della storica terza promozione in A, non sa ancora con precisione quali siano le sue condizioni di forma, ma promette di essere presto in grado di tener fede alla sua fama di guerriero e di giocatore vincente.
Comunicati dal club in via ufficiale anche i numeri di maglia: Lucioni 15, Kone 92, Bohinen 32, Palmisani 36, Grosso 38 (aveva il 36) e Di Chiara 77.
C’è, inevitabilmente, un clima da ultima spiaggia, con tutto ciò che ne consegue: tensione, ma anche attenzione alle stelle. Se non vogliamo entrare nel campo dell’impossibile e restare nella ragionevolezza della matematica, il Frosinone potrà puntare alla salvezza diretta solo capitalizzando al massimo il doppio turno casalingo che il calendario gli offre, quasi fosse consapevole delle paure e dei dubbi che a queste latitudini s’insinuano in ogni calcistico pensiero.
Il Catanzaro fin qui ha fatto molto bene in trasferta e non sarà avversario malleabile, ammesso che ve ne sia qualcuno, in questa serie cadetta dalle gerarchie incerte come la tremula luce di un lampione stanco. Persino il Sassuolo, da tutti indicato quale corazzata designata, deve faticare per imporre una gerarchia che il campo decreta con molta difficoltà. Non ci sono squadre inarrivabili, ma non ce ne sono di dimesse, come è in fondo nella tradizione di questo torneo.
E ora il Frosinone sa che dovrà mettere il suo coraggio sul rettangolo di gioco e trovare nel suo pubblico, da sempre un valore aggiunto di grande rilievo, il supporto necessario per tirarsi fuori da una buca purtroppo già abbastanza profonda.
Il grande rebus della squadra, quello che è rimasto insoluto per tutta la stagione, riguarda la prolificità. Il Frosinone ha alternato buone gare ad altre decisamente meno confortanti sul piano del gioco, ma la costante è stata purtroppo una certa improduttività. Fino ad oggi la squadra ha avuto bisogno di troppe occasioni per far centro. E’ mancato il cinismo, è mancata la freddezza, ma la sensazione è che siano mancate un po’ anche virtù specifiche. Ora però non ci sono alibi e non ci sono alternative: o si segna o si scende in C. Perciò terzini, mediani ed altri giocatori di regola non deputati alla specifica mansione sono pregati di dare una mano consistente agli attaccanti, che per loro conto dovranno far meglio, molto meglio di quanto abbiano fatto finora.
Dal match di sabato arriveranno risposte importanti.

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